Il manuale del sicuro successo., Ovvero, come si fa di solito.

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view post Posted on 7/3/2014, 11:35
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Immane Rompiball

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Vorrei ritornare su questo "caro" argomento perchè ho maturato dell'esperienza in materia e approfondito le conoscenza sulla "facoceria" che grava sui "babbani" (gente comune non dotata ... della magia che rende l'uomo divero dalle bestie).

Una domanda che mi viene provocatoriamente posta da un certo numero di persone è circa questa:

"Per quale motivo, se altri non sono riusciti a far funzionare un "impianto X" tu dovresti riuscirci?"

Facciamo una dettagliata analisi dei molti significati concentrati in queste poche parole.
Primo, si presuppone che in tanti abbiano tentato di costruire o far funzionare un impianto X senza esserci riusciti. Questo significa secondo le solite credenze popolari molto superficiali e semplicistiche che un campione medio di dieci persone qualificati come "tecnici esperti" sia una percentuale statisticamente significativa come potrebbe essere nello sport, nel gioco di scopa, o nel tiro alle bocce. Nessuno pensa che nella profonda complessità, ma anche nella semplice funzionalità della tecnologia moderna si possano trovare dei tecnici "capaci" a fare un certo lavoro "attivamente" nella struttura di un prodotto anche abbastanza comune. Facendo, così, l'errore di pensare che quei dieci personaggi che hanno tentanto in vano nell'opera ci fosse almeno uno con suffieciente esperienza, conoscenza, pratica e sopratutto intelligenza da essere in grado di risolvere. Ancora una volta la "ignoranza comune" o "credenza popolare" accumuna tutti gli umani ad un solo comune modo di essere. Per esprimere meglio il concetto, dal momento che si nasce siamo tutti uguali a livello intellettivo e di capacità di ogni tipo. Tra gli umani non ci sono differenze di rilievo. Modo di pensare molto comune e diffuso, tralasciando di domandarsi perchè qualcuno abbia la vocazione per l'arte, e tra questi chi dipinge, chi fa lo scultore, chi è un poeta, chi il musicista, chi il cantante chi l'attore, chi il ballerino... e già tra questi soggetti ci sono differenze enormi. Ci sono poi, quelli che si dedicano allo studio... chi è portato per la fisica, chi per la matematica, chi per la chimica, chi per l'astronomia, chi per la medicina. Ancora dobbiamo chiarire un ponto importante, indiscutibilmente e dimostratamente, per natura si ha queste "vocazioni naturali" per cui c'è chi è più bravo di moltissimi altri in un dato settore, ma attenzione, questo non significa che tutti coloro che hanno una laurea in matematica o in fisica l'abbiano ottenuta perchè hanno scelto per vocazione quella materia. La scuola di fatto, non discrimina tra quelli che hanno una vocazione da coloro che non l'hanno affatto. La scuola è stata "architettata" dalla mediocrità umana per la mediocrità umana. Quindi, chi studia e dimostra di averlo fatto nel migliore dei modi, dimostra alla comunità di essere "bravo" mentre, chi, magari, è un esempio di vocazione nella materia in questione può non riuscire a dimostrare agli altri mediocri che lo devono giudicare di essere molto superiore a quello bravo a "recitare" la parte dello studente modello. L'analisi iniziale di una frase banale si fa sempre più complessa e meno affrontabile ai soliti indaffarati mediocri intenti a godersi l'aspetto dei propri piedi mentre guardano una partita di calcio in TV, ma noi intendiamo continuare a sviscerare come sia possibile dire fesserie profondissime con poche parole.
Abbiamo appurato che non sempre si ha a che fare con la persona giusta con la giusta vocazione e che queste persone sono abbastanza rare da trovare e poco distinguibili dai soliti cialtroni, arruffoni, illusi e bugiardi comuni perchè non sono di colore diverso, non sono più alti, più belli o più brutti e non hanno segni particolari evidenti.
Abbiamo appurato che se qualcuno è un bravo poeta non è necessariamente un bravo pittore e solamente pochi sono bravi in più discipline. Non ci sono stati molti come Leonardo da Vinci, genio in molte discipline, anche se di lui conosciamo la storia mentre di altri no; e di altri ancora non sappiamo nulla perchè non hanno avuto le opportunità che ha invece avuto Leonardo.
Appurato, quindi, che se una quantità di individui, anche dotati di titolo di studio e referenze di qualche genere non è statisticamente significativa, ovvero, se su 60 milioni di persone ne abbiamo messi alla prova solo qualche decina la nostra statistica non ha alcun minimo significato. Cioè, se ci ha provato uno solo, dieci, cento o mille senza riuscirci la probabilità di riuscirci su una popolazione, diciamo di qualche milione di individui che ci avrebbero potuto provare è solo infinitesimamente diversa.
Concludento, il fatto implicito che se in dieci non sono riusciti nell'intento non è affatto significativo e non comporta nessuna logica che l'undicesimo possa riuscirci facilmente o che altri mille non ci riescano. Semplicemente, la statistica ci dice che l'implicazione non sta in piedi, o che in definitiva, nulla dice che io non possa riuscire o fallire nell'intento.

La frase necessita ancora di una ulteriore analisi che mi riprometto di fare, prima o poi. ;)
 
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