Riviste del settore, che dolore!, A chi servono?

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Lawrence
view post Posted on 15/4/2008, 08:44 by: Lawrence
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Immane Rompiball

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Un maestro di musica può non conoscere affatto come funziona un amplificatore Hi-End e non capirne una mazza di elettronica e può anche non aver mai letto una di quelle mefitiche riviste di Hi-Fi. Ma se lo metti ad ascoltare "RAW" una buona registrazione con un buon sistema sa apprezzarla. E anche senza esistazioni direi che riesce ad apprezzarlo di più di qualcuno che è strafanatico di Hi-Fi ma stonato come una campana e che la musica non la imparerà mai. Non perchè ne abbia una colpa se madre natura l'ha fatto senza "orecchio musicale" ma perchè, di solito quelli sono quelli più ostinati nel sostenere argomenti senza capirne il senso, ovviamente. :rolleyes:

Il primo articolo, è riportato da Audio Engineering del 1951, una rivista americana molto tecnica e poco Hi-Fi-ista. Completamente diversa dalle attuali riviste commerciali italiane di Hi-Fi.
L'articolo è firmato David Hafler & Herbert I. Keroes.

David Haffler si era laureato in matematica alla Penn State e aveva lavorato durante la seconda guerra come addetto alle comunicazioni della guardia costiera. Nel 1950 aprì una fabbrica di trasformatori. Nel 1954 fondò la Dynaco.
David Hafler è morto nel 2003 alla veneranda età di 83 anni.
Su Herbert I. Keroes non si sa nulla di preciso. Se qualcuno trova qualcosa al riguardo lo possiamo aggiungere.
David Hafler ed Herbert I. Keroes sono stati i padri della configurazione "Ultra Linear" con il brevetto "U.S. Patent #2710312"

Chi scrive l'articolo muove una critica che nel 1951 qualcuno ha scritto che non c'era più posto per altre innovazioni negli stadi di uscita degli amplificatori audio (!) perchè la parte elettromeccanica non poteva dare di più di quello che già dava. In altre parole i dischi in vinile la loro incisione e la successiva rilettura tramite cartuccia magnetica, piatto e braccetto, erano una tale schifezza che qualsiasi miglioria nell'amplificatore non sarebbe potuta essere apprezzata... :lol:
In base a questa affermazione, probabilmente vera, la differenza tra un amplificatore buono ed uno ottimo non sarebbe stata apprezzabile, quindi, ogni ulteriore innovazione sarebbe stata inutile.
Anche nel 1935 si credeva che ormai gli amplificatori fossero arrivati ad un ottimo punto e che il problema risiedeva principalmente nelle registrazioni. Ora, (nel 1951) dice il redattore dell'articolo, quale "audiofilo" sarebbe soddisfatto di quelle linee di amplificazione di 16 anni prima ascoltandole con i nuovi LP o le registrazioni su nastro di alta qualità?
Prosegue l'articolo con una serie di affermazioni, tra le quali si aggiunge la distorsione da intermodulazione alle caratteristiche ritenute prima fondamentali quali la larghezza di banda e alla bassa distorsione armonica.

<segue>
 
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19 replies since 3/4/2008, 13:30   641 views
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