| ok, riprendendo un po' il discorso della RF, vorrei fare un po' di domande: ho ripreso un po' ad interessarmi di radiofrequenza, l'avevo mollata, e forse lo rifaro' (spero di no) perche' ritenevo fosse troppo complessa e incasinata, come in effetti lo e'...ma d'altronde per ottenere qualcosa, bisogna sbattersi. E' da tempo che voglio costruirmi un mini TX, per irradiare voce, musica ecc...e ascoltarmelo in un ricevitore, tipo una radio gia' pronta. In passato come si vede nei post precedenti, avevo provato a fare un mini tx in fm, sulla gamma commerciale di 88-100 Mhz. funzionava a breve distanza, ma era instabile, in piu' avevo fatto delle saldature penose, col vecchio saldatore, ora credo che le rifarei perlomeno un po' meglio. Ma sarebbe utile fare un mini PCB.
Adesso ho cambiato strada, voglio farlo in AM e lavorare a frequenze molto piu' basse cosi' da non avere tutti gli impicci che si hanno a centinaia di Mhz (piste corte, adattamenti d'impedenza molto difficili) ecc.
Ho montato un Colpitts operante a circa 1 Mhz e modulo in ampiezza inviando la BF sul nodo di polarizzazione della base. A breve distanza si sente tutto molto bene, e si ha anche un buon effetto Larsen, ma come mi allontano, tutto si mette a gracchiare. Ho notato, che se l'AM e' piu' semplice, e' pero' anche motlo piu' sensibile ai disturbi, per esempio usando l'ATX come fonte di alimentazione, e' impossibile avere una ricezione decente, molto meglio una pila da 12v. La scarsa portata, potrebbe anche essere data dal fatto che per una resa ottimale a 1MHz, ci vorrebbe un'antenna lunga 300 metri 0 150 utilizzando 1/2 della lunghezza d'onda. Documentandomi un po' ho visto che per ovviare a questo ingombro e quindi poter ridurre le dimensioni dell'antenna si usano antenne caricate. In sostanza, se un'antenna e' calcolata, quindi lunga, in modo corretto, presenta un'aspetto puramente ohmico,anche se in realta' essendo un conduttore a parametri distribuiti e' un misto di RLC, ma la reattanza induttiva e capacitiva si annullano, in poche parole si ha una risonanza di tipo serie. A seconda di quanto si accorcia l'antenna, prevarra' il carattere capacitivo o quello induttivo, quindi andra' compensata (caricata) in modo da annullare appunto comopenti induttive o capacitive. Come fare il calcolo in base alla frequenza e alla lunghezza dello stelo, non so, devo studiarci sopra e documentarmi. Un'altro problema ancora, che potrebbe limitare la portata, e' che io metto l'antenna direttamente sul collettore del colpitts,e sicuramente ci saranno perdite mostruose, non essendo adattate le impedenze. Vorrei provare a far seguire all'oscillatore un buffer e prelevare il segnale dall'emettitore. Piu' o meno l'impedenza d'uscita di un buffer, coincide con il valore della resistenza d'emettitore, e supponiamo che questa sia di circa 100 ohm, avrei sicuramente meno disadattamento rispetto a prelevare direttamente dal collettore del colpitts, giusto? Poi ancora, vorrei sapere se a parita' di potenza irradiata ci sono differenze al variare della frequenza, cioe':a 1MHz, ho una lunghezza d'onda di 300 metri, mentre a 100Mhz di 3 metri. Una frequenza maggiore, rende di piu'? Mi pare che il discorso sia molto complesso,anche per cose di atmosfera, certe "bucano" gli strati alti (ionosfera forse), altre invece rimbalzano, coprendo distanze enormi. Nelle vecchie radio degli anni 40, presumo a supereterodina, nelle ore notturne, si sentivano emittenti anche americane, o almeno cosi' mi hanno detto i miei zii e mio padre. Andando per logica direi che piu' si sale, piu' la resa e' maggiore, facendo un paragone:se ho una corrente continua, non ho variazione di campo elettromagnetico, mentre so ho un cambiamento veloce il campo aumenta,ma non so. Poi vorrei sapere se qualcuno sa il giusto rapporto tra L e C : sicuramente un condensatore da 1 uf non lo posso mettere in parallelo a una bobina da 1 uH, anche se teoricamente dovrebbe oscillare a 159 Khz, ma difficilmente oscillera'. Sapete grossomodo la regola?
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