Un amplificatore a valvole tutto Home-Made, Ma con caratteristiche Industrial Grade.

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view post Posted on 30/6/2006, 11:07
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Immane Rompiball

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Grazie Max, spero anche che vada bene per come promette. :rolleyes:

Ma ecco ancora foto di come procede il lavoro, lento ma come dice il proverbio: "Va va lento, sbatte e non è contento."..........Ehm ha sbagliato proverbio. -_- Mi pareva fosse: "Chi va piano non arriva lontano." O qualcosa del genere....:lol:
Ma bando alle cretinate...

Ecco una veduta del telaio con montati gli zoccoli.

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Ecco un particolare del telaio con gli zoccoli montati:

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Una veduta del telaio dalla parte inferiore:

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Un particolare di come si presentano gli zoccoli in teflon autocostruiti sulla parte inferiore:

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Una veduta frontale con tutte le valvole montate:

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Una veduta laterale con tutte le valvole montate.

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view post Posted on 28/8/2007, 10:34
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Immane Rompiball

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È tanto che non aggiorno le notizie sull'amplificatore "UL001" ma non ho avuto molto tempo da dedicarci.
Voglio piuttosto parlare dei cavi impiegati per il cablaggio che sono stati una vera sofferenza.
Della qualità delle valvole se ne parla ovunque, della sofisticazione del circuito di un amplificatore si sprecano parole, sui trasformatori di uscita si è detto tutto, sugli alimentatori si trovano enciclopedie...
Ma una cosa importante come le altre, sulla quale nessuno o quasi discute sono proprio i cavi per le connessioni. In questo amplificatore la tensione anodica delle finali è di 650Vdc. Quindi, i cavi non possono essere semplicemente isolati a 300Vdc come la maggioranza dei casi. Poi, il calore dissipato dalle valvole e dei componenti sotto il telaio porta la temperatura dell'intero amplificatore a livelli non paragonabili agli impieghi previsti per i soliti "fili". Non che usando fili da impianto elettrico tipo N08VVK questi si sciolgano. Ma, domandiamoci quanto deve durare un amplificatore che ci è costato tutto quell'impegno nella costruzione. Domandiamoci che senso ha aver speso un sacco di soldi e tempo nei componenti migliori possibili quando poi usiamo i primi "fili" che troviamo. Se avete mai aperto un apparato degli anni 50 o 60 a valvole la prima cosa che trovate deteriorata sono i condensatori elettrolititici e la seconda i cavi di connessione che si sbriciolano se vengono mossi.
D'accordo che le materie plastiche che sono oggi disponibili non sono lontanamente paragonabili a quelle di quell'epoca, ma, per quale motivo investire in componenti ottimi, in circuiti paradossalmente sofisticati e studiati, in trasformatori di uscita ad-hoc e poi cablare con i primi fili che capita.
Quindi, ho cercato tra i vari tipi di filo quello più adatto allo scopo. Con tensioni di isolamento superiori a 600Vac (Vdc>800V), resistenza alla temperatura e agli agenti atmosferici e con sezione adatta alla corrente in gioco. La scelta migliore sarebbe potuta essere un filo isolato in PTFE caricato in vetro per l'industria aeronautica Belden tipo EFGLASS, ma i 250 e più euro a matassa mi ha effettivamente scoraggiato. L'alternativa era il modello AIRFRAME Raychem sul quale, dopo tanto scegliere ho deciso di far cadere la mia scelta. Filo di rame ricotto ed argentato rivestito con due strati di isolante in ETFE.
La spesa non è stata lieve, visto che ho acquistato matasse in diverse colorazioni, anche se inizialmente il bianco doveva essere il colore unico da impiegare con numerazione dei conduttori rivestita con tubetto termorestringente trasparente. Poi ho ceduto anche alla colorazione per distinguere a prima vista cosa "trasporta" questo o quel cavo. In barba alle normative CENELEC che vorrebbero o tutti i conduttori bianchi, oppure in nero i conduttori con tensione superiore ai 200V, rossi quelli con tensione da 24 a 200 e blu quelli con tensioni inferiori a 24 Vac.
Un altro fenomeno da non trascurare in questo tipo di scelta è l'effetto corona che si può verificare nell'isolamento dei cavi CEI normali. Questo effetto, anche se non porta alla distruzione dell'isolante, sicuramente introduce rumore nell'amplificatore. Ancora un effetto indesiderabile è l'umidità che può insinuarsi nell'isolante in PVC mentre l'ETFE e anche meglio il PTFE sono completamente impenetrabili.
Forse mi sono fatto prendere un pò la mano, ma mi giustifico sempre ripetendomi che non devo produrre per il mercato un "apparato" di questo tipo e quindi essendo un'opera unica per mio uso e consumo per gli anni a venire, vale la pena di spenderci qualcosa in più. ;)
 
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view post Posted on 11/3/2008, 10:45
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Immane Rompiball

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Aggiornamento sull'avanzamento dei lavori su questo amplificatore che ancora non vede termine.

Dalle ultime foto, l'amplificatore non sembra più così vuoto. Il trasformatore di uscita è stato terminato e provato, sono state effettuate tutte le connessioni delle tensioni dei filamenti e le prove dimostrano che gli integrati non bollono malgrado le alte correnti, il trasformatore dei filamenti regge pure lui e anche i ponti non hanno dichiarato forfait.
Anche la tensione anodica di 650V è molto stabile ed è stata collegata al trasformatore di uscita ed agli anodi delle valvole finali. Praticamente le finali 807, i drivers 6SN7, e l'invertitore di fase differenziale a E88CC con current sink a transistor sono stati montati, alimentati e testati con gli strumenti. Tutto pare funzionare molto bene, anche se non ho ancora collegato una cassa all'uscita. Allo stato delle cose, manca connettere l'invertitore di fase ai drivers e montare il pre con EF86 e chiudere l'anello di reazione e... provare come va prima con il carico resistivo e poi con gli altoparlanti.
Quindi dall'agosto dell'anno scorso qualcosa si è mosso. ;)
 
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view post Posted on 1/4/2008, 16:41
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Immane Rompiball

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Aggiornamento:

Ieri sera ho avuto modo di fare alcune prove su questo nuovo amplificatore. Ricordo che la discussione è iniziata dall'idea di fare un amplificatore "ultralinear" partendo come sempre dall'esperienza degli amplificatori che ho costruito in precedenza. Cioè normali, si fa per dire, SE con varie valvole dalle 300B alle 811 e PP ancora con varie valvole.
L'innovazione che ho voluto provare con questo amplificatore è la configurazione "ultra linear".

Dalle prove che ho effettuato ho rilevato che con un trasformatore da 10Kohm anodo-anodo e con avvolgimento UL al 25%, con alimentazione anodica di 570V,300V di griglia schermo e corrente a riposo di 40mA la distorsione del segnale è praticamente non misurabile con gli strumenti a mia disposizione. Confermato in pratica dalle "orecchie" (non ben definito strumento analogico di misura poco affidabile ma qualche volta indicativo).
Ma, la potenza massima fornita al carico, resistivo, prima della soglia di clipping non è stata superiore ai 12W... purtroppo. La potenza in uscita sale ancora un pò, se l'impedenza di carico anodo-anodo si fa scendere fino agli 8Kohm e si mantiene, naturalmente il 25% di rapporto di reazione ultralinear.
Non sono potuto andare oltre ai 570V di alimentazione a causa del trasformatore di HT, ma ho voluto fare ancora alcune prove che si sono dimostrate significative.
Ho tolto la reazione UL e ho alimentato la griglia schermo a 300V. Con questa semplice modifica e la regolazione del bias ancora per avere 40mA di corrente a riposo, ripristinando il trasformatore di uscita a 10Kohm anodo-anodo è stato possibile spingere l'amplificatore fino a 30W di uscita indistorti, continui da 10Hz fino a 20Khz senza apprezzabile attenuazione e/o distorsione, nè con forma d'onda triangolare nè quadra. Anzi, qualche piccolo overshoot dopo il fronte di salita della quadra è sparito.
Se il livello di uscita sale oltre il clipping non si fanno vedere i soliti tagli dei semiconduttori ma una leggera stondatura dei picchi del triangolo praticamente inosservabili con la sinusoide.
A questo punto, vista la disponibilità delle prese intermedie negli avvolgimenti del trasformatore di uscita ho voluto provare a mettere la reazione sul catodo, come nei Quad... e... gli Inglesi avevano ragione. Con soli 20mA di corrente a riposo si continua ad avere i 30W indistorti con una reazione ridotta al 15% sul catodo. Inoltre è stato possibile mantenere il pilotaggio direttamente dall'invertitore di fase differenziale con E88CC per arrivare fino e oltre il clipping.
Tutte queste prove sono state eseguite assolutamente senza reazione negativa globale. Se si aggiunge fino al 50% di reazione globale si riduce ovviamente l'amplificazione e l'impedenza di uscita già diminuita consistentemente dalla presenza della reazione di catodo tipo Quad...
Insomma... non ero partito per costruire un Quad... ma credo che la configurazione finale ci andrà molto vicina... e direi con soddisfazione... :rolleyes:
 
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view post Posted on 3/4/2008, 10:53
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Immane Rompiball

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Ho smontato il trasformatore di alimentazione di HT 220/600V 250W per portare la tensione intorno ai 700 ma... aimè... il secondario del quale dovevo aumentare le spire, era sotto il primario. Quindi ho dovuto svolgere tutto il primario, e anche tutto il secondario. Ora lo sto riavvolgendo di nuovo il primario a 220V sotto, così potrò avvolgere il secondario sopra e poter variare le spire in modo semplice solo smontando il pacco.
Quel trasformatore era stato avvolto in quel modo, secondario sotto primario sopra, perchè a conti fatti la resistenza di perdita in serie era leggermente più bassa.
Ma in fine dei conti, meglio la praticità di avere il secondario sopra che qualche ohm di meno sulla resistenza serie equivalente del trasformatore.
Tra qualche giorno lo avrò terminato e ricomincerò le prove con il Quad come si è trasformato dall'Ultra Linear.
 
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view post Posted on 9/4/2008, 09:47
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Immane Rompiball

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Io ieri sera ho terminato di riavvolgere il trasformato per l'anodica dei finali. 250VA 220V/820V. L'ho provato, e non si è fuso. Ora devo rimontarlo e provarlo con un variac per dargli birra un pò alla volta e vedere come si comporta tutto il resto con circa 200V di più... Con questo dovrei raggiungere i 50W per canale con una distorsione minima. Speriamo che tutto regga. Quando si superano i 330V (220Vrms) cominciano i casini con i componenti. Oggi li fanno tutti stitici per le tensioni da semiconduttore... Per fortuna che ci sono gli alimentatori switching, ma anche questi rettificata la 220V arrivano a 330Vdc e da lì a 820V c'è di mezzo il mare... :(
 
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view post Posted on 10/4/2008, 09:32
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Immane Rompiball

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Come ho già scritto prima, una cosa fondamentale che spesso viene trascurata dagli hobbisti, è l'isolamento dei conduttori, e anche quello dei circuiti stampati. Per la parte audio io di solito evito i circuiti stampati in favore di terminali e montaggio in aria. I circuiti stampati in vetronite si racconta che siano più rumorosi e meno adatti per circuiti audio in alta tensione perchè incorporano umidità che non esce tanto facilmente dagli interstizi dove si annida a causa della chiusura delle resine. Mentre il cartone bakelizzato essendo poroso con il calore libera l'umidità e diventa un isolante migliore.
I conduttori normali, quelli CE per impianti elettrici civili, hanno un isolamento variabile, per i conduttori da 0.5mmq fino a 1mmq sono isolati a 300Vac. Per sezioni maggiori fino a 750Vac. Per questo, per la distribuzione elettrica i conduttori di sezione inferiore a 1.5mmq sono fuori norma.
Ma, negli amplificatori a valvole dove non esistono norme ma tensioni spesso superiori ai 1200V di picco diventa un grosso problema trovare conduttori adatti per il cablaggio. Nell'amplificatore in costruzione l'anodica delle finali sarà intorno ai 700/750Vdc. Ma essendo i finali in push pull ai capi del primario del trasformatore di uscita, a piena potenza si potranno avere dei picchi del doppio, intorno ai 1500V. Quindi, trasformatore e conduttori di quella sezione devono essere adeguati almeno a sopportare 2000/2500V...
Bel problema. -_-
 
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view post Posted on 10/4/2008, 14:22
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Immane Rompiball

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Si, certo anche le corde di media tensione vanno bene... <_<

Intanto oggi ho provato la modifica al trasformatore di alimentazione HT. Ricordo che l'ho riavvolto ex-novo. Primario 220V secondario 820V, 250VA.
L'ho connesso alla rete tramite un variac adeguato (e forse anche di più) e ho controllato piano piano cosa succedeva. Con "i tubi belli caldi" la corrente a riposo delle valvole è sufficiente a non far salire la tensione sui condensatori di filtro.
Mi spiego meglio, l'alimentatore che preferisco ha un ponte raddrizzatore con diodi ultrafast ad alta tensione, quattro per ramo, bypassati da un condensatore da 0.1uF 1200V. Segue un filtro con ingresso induttivo, che ha la bella qualità di assorbire corrente costante dal trasformatore durante tutta la semionda o quasi, ed ha un buon rapporto di regolazione della tensione sul condensatore di livellamento che viene dopo. Naturalmente, oltre ad ottenere un bassissimo ripple. Questo significa che se si assorbe corrente dall'alimentatore l'energia magnetica immagazzinata dentro la bobina di filtro di circa 40H sopperisce alla richiesta insieme all'energia immagazzinata dal condensatore da 200uF 800V (serie di due condensatori da 400uF 400V con relative resistenze di partizione).
Un bel sistema per evitare di stabilizzare la tensione a 750V. Ma... questo tipo di alimentatori ha il brutto vizio di aumentare la tensione sul condensatore di livellamento fino a Vx 1.41 come tutti gli alimentatori con ingresso a capacità. Ma questo vizio puo portare la tensione sui condensatori oltre il limite, o anche oltre il limite dei circuiti alimentati, se non si fa circolare una corrente minima.
Pare che questa corrente minima sia stata superata dalla corrente a riposo dei quattro tubi finali e mai l'alimentatore supera i 750Vdc di progetto.
Insomma, non è scoppiato nulla. :rolleyes:

Edited by Lawrence - 30/5/2008, 09:19
 
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Chris Steelhard
view post Posted on 10/4/2008, 20:17




Evvaiiiiiiiiiii primo traguardo raggiunto. Complimenti mago :lol:
 
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view post Posted on 11/4/2008, 10:52
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Immane Rompiball

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Ieri sera ho provato ancora l'amplificatore in prova, senza reazione di nessun tipo e l'alimentazione a 720V (750 con il solo carico a riposo) che cala fino a 700V a tutta birra, un pelo prima del clipping le due 807 birrano 20Vrms su 8Ohm che equivale esattamente a 50W continui a 1000Hz.
Il bello è che con quel trasformatore di nuova progettazione, girando la manopola della frequenza fino a 10Hz in basso non si ha errore di fase apprezzabile con l'oscilloscopio, e soltanto a 22Khz si comincia a vedere un minimo di sfasamento tra ingresso e uscita, ma senza la minima attenuazione.
Introducendo la reazione di catodo di circa 12% si riduce la potenza intorno ai 40W... Ma il phase splitter differenziale non ce la fa quasi visto che la tensione di pilotaggio deve essere più alta. Per il resto non mi pare cambi nulla, almeno su carico puramente resistivo.
Le prove con l'onda quadra... non ci crederete ma a 10Khz... quadra è e quadra resta... senza reazione a 50W di uscita... quasi non ci sono overshoot... già, direte, bella gara, a 10Khz... ma neppure a 1Khz... e neanche a 10Hz... pare incredibile eh? Più avanti posto gli oscillogrammi... -_-
Per ora devo fare delle prove per vedere l'effettivo effetto della reazione di catodo e della reazione globale, e anche dell'invertitore con due pentodi EF86 che ho in mente... :rolleyes:
 
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view post Posted on 30/5/2008, 09:33
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Immane Rompiball

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Vorrei ritornare un attimo alle origini di questo thread...

Circa cinque anni fa decisi di fare un amplificatore a valvole un pò diverso dal consueto, non più di tanto, perchè da inventare o scoprire, c'è rimasto ben poco, ma abbastanza da dire di aver ottenuto qualcosa di più di quello che ottenevo di solito. Forse anche per vedere di imparare qualcosa di più sull'argomento, perchè l'interesse cominciava a spengersi.
Allora cominciai a pensare a cosa avrei potuto volere da un amplificatore se l'utente finale fossi io.
Tanto per cominciare, sicuramente una buona risposta ai bassi. Gli amplificatori a valvole "classici" non hanno una banda passante a -3dB che arriva molto in basso, direi intorno ai 12Hz. Invece a me piace sentire i bassi profondi che in fondamentale arrivano fino a questa frequenza. Sia ben inteso, se l'orecchio percepisce un suono che è ricco di armoniche pari con il giusto rapporto a partire da 80Hz il cervello ricostruisce l'impressione del segnale originale del colpo di cassa senza che sia mai stata riprodotta l'onda fondamentale che le ha generate. Quindi il 10Hz che ha prodotto le armoniche di 20/40/80/160/320 Hz... L'orecchio quindi percepisce le armoniche da 80 in su, perchè solo quelle sono riprodotte con una intensità significante, ma il cervello ci dice che quello era un colpo di cassa. (Le frequenze sono solo indicative, in realtà le note musicali raramente capitano su frequenze così numericamente precise).
Ma, questa ricostruzione cerebrale delle basse frequenze a partire dalle armoniche, viene scoperta facilmente quando ci troviamo davanti ad un tizio che pesta sul pedale della cassa. La differenza è che quelle frequenze non le sentiamo con l'orecchio ma con il diaframma. Si, con lo stomaco che trasmette tutte le oscillazioni armoniche e fondamentale al sistema nervoso. Inoltre, a questo punto, il cervello non ha più da ricostruire nulla e l'ascolto diventa più piacevole e meno faticoso.
Ma. Gli amplificatori a valvole classici, per motivi tecnologici di vario tipo non riescono ad avere una risposta buona sotto i 50/60Hz o spesso anche più. Il mio scopo sarebbe stato quello di riuscire ad ottenere una banda passante almeno fino a 12Hz a -3dB.

Premesso questo, i bassi impiegano, dipendentemente dal tipo di musica, da un 50% fino ad un 90% della potenza sonora del brano. Altrettanto deve avvenire perciò, anche nell'amplificatore che lo riproduce. Quindi, per una stanza di medie proporzioni anche usando casse ad alta efficienza, almeno un 50+50W mi sono sembrati necessari. Questo, per poter apprezzare la musica di un complessino Jazz in modo quasi realistico. Le orchestre, per esempio hanno sicuramente più "potenza" audio del complessino Jazz ma di solito si ascoltano a teatro in un ambiente enorme che assorbe molta di questa energia e l'ascolto di uno spettatore si limita ad un livello probabilmente più basso. Non si può dire del suono di un grand'organo liturgico a canne dentro una cattedrale, ma con 100W a disposizione forse con delle casse ad alto rendimento ci si può avvicinare. Quindi, la scelta va per 50W per canale. E questo già taglia via qualunque cosa a triodo a riscaldamento diretto single ended classe A.
Ancora, la distorsione armonica è stato ormai accettato e anche provato che sotto lo 0.5% non è udibile e che anche il 5% alla massima potenza non disturba. Questo, se l'amplificatore ha una distorsione del 5% alla massima potenza e non a potenze più basse, ma questo è tipico degli amplificatori a valvole e non c'è nulla da inventare. La distorsione da clipping negli amplificatori a semiconduttore, tosa in pochi microsecondi tutto ciò che dovrebbe superare la tensione di alimentazione dei finali. Nelle valvole esiste ancora un margine che rende questa tosatura molto dolce (nel senso meno ripida come forma d'onda) e quindi meno molesta. Niente di nuovo.
Ma, invece, qualcosa di nuovo, volevo aggiungerlo. Negli amplificatori a valvole in classe AB1 push-pull con almeno altre tre o quattro valvole tra drivers, invertitori di fase e preamplificatore di solito si usa una certa quantità di reazione negativa per linearizzare ed estendere la larghezza di banda. Questa reazione è la causa principale della distorsione ai transienti sottoforma di overshoots o di "scampanellamenti" quando si ha la presenza di certe forme d'onda tipo colpi di cassa nel silenzio o in presenza di una voce solista. Insomma brusche variazioni di livello sonoro. Questo tipo di distorsione è sempre stata la piaga degli amplificatori a semiconduttori che ottengono bassissimi livelli di distorsione armonica proprio grazie alla facilità con cui si ottengono amplificazioni altissime "domate" da una dose massiccia di reazione negativa. Anche gli amplificatori a valvole di una certa potenza ne soffrono. Per questo c'è in giro la leggenda metropolitana che la reazione negativa "fa suonare male" l'amplificatore e che gli amplificatori senza reazione a triodi a riscaldamento diretto in classe A, single ended siano i meglio. Quindi, l'idea era realizzare un amplificare con guadagno globale non eccessivamente alto, che già senza reazione negativa potesse quasi andare bene ed aggiungendo solo il minimo di reazione necessaria ad ottenere il minimo possibile di impedenza di uscita, il massimo di stabilità e una banda passante ampia a sufficienza, senza ottenere livelli di distorsione da intermodulazione percepibili.
Riassumendo, un amplificatore di potenza sufficiente senza che costasse un patrimonio di valvole (300B) di adeguata potenza e di caratteristiche di amplificazione moderne e di ottima qualità.
Ho impiegato quasi cinque anni lavorandoci a tempo perso, ma posso dire di essere contento dei risultati. Non ho ancora finito e ho davanti ancora molto lavoro, però posso dire di essere al punto per cui ne posso parlare ed eventualmente farvi vedere anche lo schema ed i risultati, non si sa mai che qualcuno voglia provarci e trovare già la strada spianata. Oppure se qualcuno voglia aggiungere o togliere qualcosa a quello che ho fatto per migliorare ulteriormente le performances.
Nel prossimo post forse posterò lo schema che sto correggendo e parlerò in concreto come ho realizzato il circuito di amplificazione.
 
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Chris Steelhard
view post Posted on 30/5/2008, 17:11




VAI........... siamo qui tutt'orecchi
 
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gyppe
view post Posted on 30/5/2008, 17:57




Caspita, ci stai lavorando proprio seriamente :)
Metterai davvero a disposizione gli schemi? Caspita che cavalleria :)
Mi sa tanto che se non si spende un patrimonio, pian piano me lo costruisco pure io.
 
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triac60
view post Posted on 30/5/2008, 20:22




Ricordo con grande nostalgia un ampli FBT 80W a valvole per chitarra elettrica, quel suono non l'ho mai più sentito, e molte volte mi sono pentito di averlo dato via.
Ora ho un fender a transistor, e la differenza si sente.
Pubblica lo schema Law, chissà che non mi rivenga la voglia di replicare...
Ciao

Edited by triac60 - 30/5/2008, 23:42
 
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view post Posted on 3/6/2008, 08:38
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Immane Rompiball

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Bene, bene. Certo che posto lo schema, perchè non dovrei? Anche se, temo, che il problema non sia esattamente la topografia dei componenti quanto alcune strategie che richiedono tanta, ma tanta pazienza, comunque avremo modo di analizzare anche queste.
Per ora sto lavorando allo schema e lo sto verificando con il prototipo costruito.
Gli ampli per chitarra sono una cosa diversa, io ho un CRATE da 80W che uso con una Ibanez con pick-up aggiunto, è un misto tra valvole e mosfet ma suona che è un piacere, grazie ai triodi che ha per preamplificazione senza reazione negativa. Solo la parte final a mos-fet ha un minimo di reazione per ottenere la stabilità termica e ridurre la distorsione.

Ma, torniamo un attimo al discorso precedente. Come dicevo, lo scopo della costruzione non era di ottenere un amplificatore "classico" ovvero la copia di un Williamson o di Quad o di Mac Intosh, o del Citation, la solita poltiglia commerciale degli anni 50/60... No, lo scopo era di costruire un amplificare a valvole con caratteristiche moderne. Qualche argomento che ho trascurato nei precedenti posts, per esempio è il rumore e la dinamica. Negli anni 40-60 la sorgente da amplificare era una testina di giradischi. I dischi erano pieni di polvere spalmata nei solchi di vinile dal diamante della puntina, e pieni di graffi, buchi e sassi prodotti dall'atterraggio del diamante, da veri e propri sassi arrivati li come polvere e dai graffi di salti di ... carreggiata del diamante stesso. Quindi, il famoso hum che veniva fuori dall'alimentazione di rete appena filtrata dai condensatori a bassa capacità, elettrolitici ad alta tensione con un ESR da far paura, e dall'alimentazione dei filamenti in corrente alternata a 6.3V o addirittura direttamente dalla rete usando la serie U delle valvole con i filamenti a corrente costante messi in serie... Alla fine, questo hum non si sentiva oppure era il minore dei mali. Un'altra sorgente di rumose il famoso hiss, veniva fuori dall'alto livello di amplificazione necessario per amplificare il livello delle testine magnetiche, per elevare i famosi 10-20 mV fino al livello necessario per pilotare i finali, tenendo conto dell'equalizzazione RIAA. Ancora, un CD con 16 bit di campionamento ha una dinamica, se ben masterizzato (anche se è una cosa rara) di quasi 100 dB... Un livello dinamico che le testine magnetiche, anche il meglio del meglio non avrebbero mai raggiunto, quindi, riassumendo, un buon amplificatore moderno, a tutto volume, senza segnale in ingresso e posando l'orecchio dentro il cono delle casse non deve produrre nessun rumore udibile. Questo per evitare di mascherare suoni di livello bassissimo che nel caso di moderni CD, come dicevo prima, registrati molto bene, possono essere presenti all'ingresso dell'amplificatore. Quindi, alle caratteristiche di cui parlavo nei post precedenti occorre anche considerare la distorsione dinamica ed il rumore, che devono essere veramente trascurabili in un amplificatore veramente moderno all'altezza di CD o di SA-CD oppure addirittura di DVD audio con campionamento a 20 bit... Sperando, nel frattempo, che anche le case discografiche la piantino di usare registratori a bobina magnetica analogici e vadano direttamente in digitale. Anche se non sarebbe chiedere tanto, anche se buttassero via i vecchi mixer a transistors fruscianti e distorcenti... già, ci avete mai pensato? E ci avranno pensato i famosi "sburianati" dell'Hi-Fi, che tutti i mixer di registrazione hanno preamplificatori microfonici a transistors? E quindi, tutta la musica per prima cosa, ancor prima di essere registrata su registratori a nastro magnetico multipista passa attraverso un volgare transistor e che quindi, il primo stadio del loro prezioso amplifcatore, probabilmente è proprio un vecchio BC109C? Ma anche l'amplificatore del segnale che arriva alla testina magnetica di registrazione e poi anche di riproduzione facendo il camino inverso... :rolleyes:
Vabbè, ora se ne verranno fuori che registrano tutti i master in digitale con elettronica a valvole a triodi a riscaldamento diretto, a partire dal microfono fino al convertitore analog/digital a ... 16 bit... a valvole... :woot:
:lol:
Vabbè disquisizioni "religiose" a parte, più avanti entro nei dettagli dell'elettronica e forse ce la faccio anche a postare lo schema.
 
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