Un “Warm-up” per i filamenti delle nostre valvole

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svalvolman
view post Posted on 22/5/2012, 12:17




Ciao Ragazzi.
Rieccoci ancora con un' altra diavoleria.
Perchè uno stadio di warm-up da integrare nel nostro amplificatore valvolare preferito? Ma non solo amplificatore audio; il nostro lineare radioamatoriale, ad esempio...
Tuttavia, apparentemente, un circuito del genere sembra di scarsa utilità ed invece...
La risposta la troviamo nelle ormai vecchie e care lampadine ad incandescenza...Cosa c' entrano ora le lampadine? Beh...per via del filamento, appunto.
Avete mai fatto caso, vi ricordate qual' era il preciso momento durante il quale si bruciava sempre il filamento delle lampadine ad incandescenza? Quando le accendevamo! Difficilmente questo avveniva quando le spegnevamo o durante il loro normale uso. Perchè? Per via del forte shock elettrico che le investiva al momento in cui noi le alimentavamo.
Perchè era il preciso attimo in cui il filamento passava da freddo a caldo: Il loro filamento era costituito da tungsteno e costui presenta notevolissime variazioni di resistività, direttamente proporzionali alla sua temperatura.
In soldoni significa che, quando è acceso e quindi a “caldo” , esso ha le caratteristiche scritte sulla lampadina; A temperatura ambiente, cioè a “freddo” la propria resistenza è anche 10 volte minore: Allo “spunto” una normale lampadina da 40W poteva assorbire anche 300Watt!
Ed in più il fenomeno ogni volta gli accorciava tremendamente la vita: Una lampadina che veniva accesa 10 volte al giorno durava molto meno di una che veniva accesa solo 3 volte.
Se nuove, le nostre lampadine, anche soffrendo “reggevano botta” allo stress elettrico. Se già in servizio da qualche centinaio di ore, era facile potessero saltare, per via del filamento maggiormente usurato ed indebolito.
Se noi avessimo potuto invece, già da nuove, accenderle in maniera graduale e morbida, senza il passaggio “acceso-spento” drastico dell' interruttore, ne avremmo senza dubbio prolungato grandissimamente la vita utile...
Similmente alle lampadine ad incandescenza, le valvole dei nostri amati ampli, hanno un filamento in tungsteno che va' necessariamente acceso.
Al momento dell' accensione dell' apparecchio, esso viene letteralmente investito da una corrente molto maggiore di quella normalmente prevista dal costruttore. Ne consegue un dannoso shock elettrico che ad ogni accensione inesorabilmente lo “prova” e lo logora, oltre quello naturale di servizio.
Con il circuito qui proposto possiamo stroncare alla radice la problematica. Il suo costo di realizzazione si aggira sui 20 euro o poco più.

jpg

Si tratta di un temporizzatore autoalimentato e senza necessità di trasformatore dedicato, che per circa 12 secondi lascia inserita una resistenza di “zavorra” in serie al trasformatore (cioè si interpone tra l' interrurrore principale e quest' ultimo).
A “freddo”, l' inerzia termica dei filamenti delle valvole, viene rotta, domata, in quanto la resistenza impone al trasformatore di alimentazione un limite massimo di corrente erogabile (diventa una sorgente a potenza costante) oltre il quale non potrà mai sforare.
Di conseguenza tutti i filamenti dei tubi nel telaio, in quei momenti elettricamente così cruciali dell' avvio, si accenderanno in maniera dolce e graduale.
Passato il tempo previsto dal timer (12 secondi circa), automaticamente verrà ripristinata la piena erogazione in potenza del trasformatore, permettendo infine a costoro di terminare il raggiungimento della normale temperatura di esercizio.

A me è capitato di veder partire qualche filamento. Finchè si tratta di una 6L6 o EL34, può andar anche bene. Quando però cominciamo ad avere a che fare con EL509/519 oppure 300B oppure 211A e 845, allora girano....no? Lo so' che un guasto del genere spesso implica un difetto di produzione del tubo, ma se si può evitare un inutile stress al nostre amiche valvole, è meglio. E comunque ne allunga la potenziale vita/affidabilità.
Ciao belli!
 
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view post Posted on 23/5/2012, 16:15
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Immane Rompiball

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Condivido. E aggiungo che l'inserimento dell'anodica può avvenire a valvola freda? E aspettare che il filamento sia caldo per inserire l'anodica? Quindi, per evitare che il catodo si "ammali" o si "avveleni" come qualcuno dice, conviene quasi accenderlo, inserire l'anodica e poi dare tutta birra.
Io di solito alimento i filamenti in DC ed uso i regolatori di tensione per alimentare le valvole a circa il 30% meno di tensione, dopo un certo tempo dettato da un timer apposito inserisco l'anodica alimentando il trasformatore interamente dedicato a quella, e dopo porto la tensione di filamento al valore nominale. Capisco che questo sistema è costoso. Ma quando siamo fanatici ... :rolleyes:
 
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svalvolman
view post Posted on 23/5/2012, 16:56




Ciao Lawrence. Sai che molta gente invece crede che simili accortezze siano inutili???
Anche io sul mio ampli personale (un SEP da 40W, 5x6L6 in A2 con driver ad accoppiamento diretto) ho inserito una batteria di 6 relè che in modo automatico interviene su filamenti e anodica, costringendo l' utilizzatore a rispettare alcune tempistiche in modo del tutto automatico e sequenziale. Avrei potuto farne a meno, ma ho voluto rendere al massimo longeva la vita dell' apparecchio. E infatti il sistema ha pagato bene: sono 5 anni che funziona con le valvole tirate a ultramanetta (A2) e non ho mai cambiato finali e mai avuto un problema. Sempre pronto!
 
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view post Posted on 11/11/2013, 03:37
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Noioso

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Sulla mia ultima realizzazione ho operato nel seguente modo:
L' alimentazione dei filamenti di circa 10V continui giunge in parallelo a tutte le valvole attraverso una resistenza per ogni valvola, in modo di avere una caduta di tensione fino a circa 6,5V.
Il metodo è rozzo e produce molto calore, ma in questo modo la corrente di spunto non può raggiungere valori esagerati.
L' anodica viene innescata dopo circa un minuto di riscaldamento. Di questo si occupa un relè, attivato a sua volta da un darlington, comandato da un circuito rc la cui costante di tempo è proporsionale al ritardo desiderato (non uguale, dato che il darlington si attiva prima che il condensatore sia "pieno").
Nuovamente un metodo rozzo, ma funzionale :)
 
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view post Posted on 11/11/2013, 09:34
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Immane Rompiball

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Ripeto, le valvole sono costruite per essere accese in toto, a tensione di filamento standard. Le valvole più grosse hanno delle molle all'interno montate su ceramica che tendono il filamento e ne compensano l'allungamento. È ovvio, però, che se si trattano con più delicatezza, indipendentemente dal metodo impiegato, durano di più.
Ricordiamo anche, che un conto erano i circuito "commerciali" di una volta, che dovevano costare poco e dare delle prestazioni leggermente, e solo leggermente, superiori alla concorrenza. Oppure, adeguate alla fascia di mercato. Rammento, che esistevano radio e TV con alimentazione dei filamenti in serie, dove ad essere costante era la corrente e non la tensione. Poteva capitare, sull'ultima valvola che ci fossero anche 220V~ tra filamento e massa. Quindi... ;)
 
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MrCoc94
view post Posted on 11/11/2013, 12:21




Pure io sono un convinto utilizzatore del soft start, in certi casi addirittura utilizzo un variac dedicato al solo filamento (se si tratta di tubo molto grosso ed esigente) ma solitamnente resistenza + relè a 48V alimentato da rete rettificata con resistenza e cond. in parallelo alla bobina per generare un ritardo di 2-3 secondi.
Ricordo poi anche l'utilità, nei tubi medio-grossi vedi GU81, 100TH ecc ecc, di inserire un voltmetro collegato direttamente sui contatti dello zoccolo che misura la Vf e un reostato sul primario del TA di filamento in modo da portare la tensione esattamente al 95% del valore nominale; questo allunga la vita del tubo di 2,5 volte.
 
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view post Posted on 11/11/2013, 15:23
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Noioso

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Quindi un sistema come quello che ho usato va benissimo, giusto? :)
 
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view post Posted on 11/11/2013, 16:50
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Immane Rompiball

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Probabilmente si. Probabilmente qualche paranoico "sburianato" dell'Hi-Fi superesoterico avrebbe qualcosa da ridire. Dipende cosa si va a cercare, se si preferisce l'efficienza allora ci vuole un alimentatore switching con startup lento, però questo può produrre rumore se non è allo stato dell'arte. Quindi, si può optare (come faccio io) per i regolatori di tensione tipo LM389K che, però, tanto efficienti non sono, però sono stabili e silenziosissimi. Ancor più silenziose ma meno stabili sono le resistenze ma l'inserimento con il contattorino può produrre rumore... Poi, ci sono i variac motorizzati, i circuiti "paragnostici" ... :)
 
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7 replies since 22/5/2012, 12:17   1616 views
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