Ciao Fraggo, bentornato.
Spero tu stia scherzando sull' opzione di montare in forma "volante" l' amplificatore per vedere se funziona (e poi ricablarlo all' interno del mobile)
. Ti ricordo che ci sono la bellezza di 385 Volts continui. Basta una svista, un dito che sfugge, un cacciavite che scivola di mano per esporsi a danni fisici, potenzialmente irreversibili.
Pregare che vada bene? Mi sembra eccessivo, dai. Tranquillo. La cosa fondamentale è NON AVERE FRETTA. Schema davanti, calma e lucidità sono tutto ciò che serve per riuscire felicemente ad eseguire un cablaggio senza errori. La fretta, invece, spesso porta a errori banali, cattive saldature, layout contorti e altre beghe che complicano inutilmente il lavoro, penalizzandone il funzionamento in seguito, ovviamente.
Ok?
Riguardo ai condensatori, l' insidia nascosta è subdola, ma conviene chiarirsi un pochino le idee...
Se tu osservi bene lo schema 2 e ti rileggi cosa ho scritto, ti accorgerai che i due condensatori da 22uF sono situati (a schema) in 2 punti abbastanza precisi. E non a caso. Quello dopo il ponte diodi opera il classico lavoro di "livellamento" (trasformando l' onda pulsante in uscita dal ponte diodi in una che si può definire, al 90%, "continua"), operando direttamente sulla massa dello "STARPOINT" (oppure della massa segnale, se decidi di sviluppare la soluzione 2 suggerita) ; il secondo, invece, serve sia da rinforzo al precedente che da BYPASS LOCALE sul Trasformatore d' uscita, operando direttamente sulla massa di potenza.
In pratica, così dislocati, i due condensatori fanno un lavoro eccellente e nello stesso tempo evitano che vadano a spasso disturbi spuri di segnale anodico in giro per il telaio, provocando fischi ed inneschi (perchè verrebbero ripescati e riamplificati dal guadagno relativamente elevato della sezione PRE). Rispetta per cui il suggerimento dato sul posizionamento di questi 2 condensatori e delle masse a cui essi fanno capo, mi raccomando.
Io ti consiglio di rispettare la capacità di 22uF per ognuno e di evitare di metter quelli da 220uF al loro posto, per un motivo semplice ma concreto: Garantire da parte del trasformatore d' alimentazione una maggiore velocità di ricarica degli stessi ed evitargli inutili stress durante questa operazione. Saprai benissimo che un condensatore accumula energia, vero? Ebbene, converrai che risulta logico capire che l' energia, per poter essere accumulata, dev' essere inizialmente fornita su di esso; Anche ogni volta che un condensatore rilascia energia durante una richiesta, dev' essere poi ricaricato. Nella fase di ricarica, esso ha un tratto "inerziale" decisamente bruto che aumenta con il valore della sua capacità, a parità di corrente erogabile da parte della sorgente (il trasformatore).
La corrente erogata dal Trasformatore sui circuiti valvolari, in genere, non è molto alta, nemmeno nei picchi, e perciò i cicli di ricarica di un condensatore 10 volte più grande, risulteranno non solo più lunghi, ma costringeranno il povero trasformatore d' alimentazione ad erogare per più tempo picchi di notevole intensità. Il risultato di tutto questo potrebbe concretizzarsi in un suo surriscaldamento e, naturalmente, nella mortificazione delle sue prestazioni dinamiche. Un' alimentazione in crisi, senza respiro, si ripercuote anche sull' intero amplificatore, naturalmente.
Una capacità totale di 44uF è più che sufficiente a garantire una buona riserva di energia e di filtraggio; Le testate da 100W usano sull' anodica di potenza 47uF....senza problemi.
Riguardo al procedere per passi, fai bene a cominciare dall' alimentatore. Però non giocare a fare test col trasformatore d' uscita: correresti il rischio di mettere fuori uso lui e/o le valvole sulle quali lo metti...
Questo perchè le valvole pre non sono adatte a sopportare lo stress che richiederebbe il TU. E anche lo stesso TU (concepito per sistemi push-pull), non gradisce affatto essere attraversato da corrente continuà.
La cosa in realtà si potrebbe fare (inserendo un condensatore in serie), ma vorrei che desistessi dal provarci. Se non si è più che accorti e consapevoli su quello che si fa, si rischia di brutto...
Per cui: monta pure tutto e poi, dopo aver controllato per bene la correttezza schematica del layout, dai "la scossa". Stop.
Ultimo consiglio, forse banale, ma mai scontato: utilizza SEMPRE per il collegamento dei 3 potenziometri degli spezzoni di BUON cavetto schermato e nel cablaggio che svolgerai mantieni i collegamento CORTI E DIRETTI il più possibile. Segui un andare ordinato e logico, senza inutili avanti e indietro.
Vedrai che l' ampli andrà liscio, a primo colpo!