| Sono daccordo sul fatto che è molto più probabile che funzioni bene qualcosa di già esistente piuttosto che qualcosa di "innovativo". Anche sull'esperienza già sviluppata sono daccordo che sia da prendere in considerazione, così come gli esempi già presenti.
Per quanto riguarda il calore scambiato con l'ambiente per irraggiamento, questo, mediante l'inserimento di un vetro risulta ridotto o copertura qualsiasi. Non conosco il coefficiente di trasmissione del vetro per lo spettro di emissione di un fuoco ma anche provando ho verificato che la potenza irraggiata risulta sensibilmente ridotta. La copertura del focolare è necessaria se si vuole incrementare l'efficienza di riscaldamento del caminetto, altrimenti questo prende aria fredda e butta fuori aria calda, oltre ad irraggiare, con potenza per unità di superficie che decresce con il quadrato della distanza, cioè dobbiamo stargli davanti se ci si vuole scaldare, con una bassissima efficienza. L'energia assorbita dal vetro viene in parte riemessa nell'ambiente e in parte viene riemessa all'interno del focolare. Quindi quell'energia in meno che abbiamo per irraggiamento la ritroviamo anche nei fumi o nell'aria che viene scaldata e aspirata, poca parrte la troviamo nell'aria che viene scaldata dalla struttura del camino verso l'ambiente, o irraggiata da questa verso l'ambiente. In parte viene anche condotta attraverso le pareti verso l'ambiente esterno, soprattutto con un caminetto d'angolo e con pareti che conducono molto.
Avevo intenzione di sfruttare entrambi i tipi di scambio termico, quello del fuoco (ammesso che questo non comprometta la salubrità dell'aria (in alternativa potrei utilizzare acqua), e quella dei fumi. La coibentazione la metterei comunque alla base, sotto all'eventuale scambiatore, e soprattutto ai lati.
Ai fumi sporchi (olii grassi non completamente bruciati) ci avevo pensato anche io, penso che sarebbe utile prevedere un bypass nella cappa in modo da utilizzare il caminetto normalmente, cioè a tiraggio naturale, quando sono presenti.
Per quanto riguarda il tiraggio del camino avrei intenzione di mettere un aspiratore. Probabilmente si è fatto da sempre così e si continua a fare così perchè si pensa che prendersi la briga di mettere un aspiratore e ripulire lo scambiatore di tanto in tanto sia più faticosa che andare a tagliare la legna per poi bruciarla utilizzando solo qualche punto percentuale dell'energia prodotta dalla combustione. (tanto non ci andiamo noi a tagliare la legna e ci può essere portata in quantità sfruttando mezzi di locomozione, che bruciano combustibili fossili) Con l'aspiratore si può prelevare energia dai fumi, in teoria si possono portare anche alla temperatura dell'aria esterna, al minimo, facendo codensare il vapore acqueo. Questo non è valido nel caso in cui si voglia prelevare energia solo dal fuoco, visto che questo deve avere una certa temperatura minima perchè la combustione avvenga e si abbia una certa potenza, per cui uscirà anche una certa energia minima con i fumi caldi.
Quanta energia è possibile recuperare dai fumi rispetto a quanta ne contengono, dipende dalla loro temperatura all'ingresso dello scambiatore. Questa dipende sostanzialmente dal rapporto tra combustibile bruciato e portata di aria utilizzata. Può essere quindi regolata dimensionando la griglia su cui brucia la legna e posizionando l'aspirazione dei fumi il più vicino possibile al fuoco.
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