|
|
| Se prendi un oscillatore libero magari ben stabile ma libero. In parallelo alla bobina ci metti un condensatore ed un varicap. Il varicap lo alimenti con una uscita analogica, possibilmente molto stabile di suo poi ti fai un serie di divisori binari in modo da mettere insieme un frequenzimetro magari anche visualizzato, poi, ti leggi la frequenza dell'oscillatore e quando deriva di quà o di là con il processore lo correggi tenendolo fermo sulla frequenza che ti serve. Questo non è un PLL ma un FLL. Usava nella preistoria del digitale si chiama "pulsar". Però funzionava anche fino all'UHF se impiegato con un prescaler ECL. Una soluzione senza uP, è molto simile. Solito oscillatore ma con condensatore variabile di sintonia. O con bobine commutabili all'antica, ma sempre con un varicap in parallelo. Ti costruisci un frequenzimetro a sei/otto cifre e l'ultime due cifre le converti in analogico. Queste cifre ti daranno una tensione proporzionale all'errore rispetto a zero negativa o positiva che si opporrà alla variazione di frequenza dell'oscillatore. Se stacchi il controllo puoi spostare la frequenza con la sintonia, e quando attacchi il controllo questo te la mantiene stabile. Naturalmente i canali saranno sempre spaziati delle ultime due cifre (o più). P.es. 27.125.000 27.126.000, 27.127.000 e così via.
|
| |