Tavanate Industriali.

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icon8  view post Posted on 24/3/2010, 18:07
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Immane Rompiball

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Con questo post inizio una serie di racconti di ciò che di strano (anzi, di comune) mi capita quando vengo interpellato per risolvere i misteri degli impianti industriali.

Oggi pomeriggio. In un'industria della Toscania Saudita, tra palmizi, cammelli, scorpioni del deserto e hoasy di ham share, una decina di macchine si rifiutavano di funzionare. Mi accingo a controllare la prima... il circuito di protezione adpe ad aria compressa non ne vuole. Controllo staccando i tubi e noto un pò troppa pressione, controllo il riduttore di pressione generale... 8 atm... capperi! Sono troppe il circuito a perdita d'aria di sicurezza non può funzionare a quella pressione. Abbasso la pressione sotto le 6 atm e la macchina come d'incanto inizia a funzionare.
Mi accingo ad affrontare la seconda, un soffio di aria mi disburba l'udito... PSSSSSSSSSS... un regolatore di pressione sfiata dal pomello come un dannato. Leggo 8atm... cerco di abbassare la pressione ma niente, il regolatore è andato. Sostituire please....
Mi accingo a controllare la macchina successiva tutta pneumatica... non funziona una cippa. Pressione 8.5Atm... Vai... riduco la pressione a 6 atm e comincia a funzionare come si deve...
Ma? Scusssate non è che avete cambiato il compressore della rete pneu?
Si! Come fai a saperlo?
Ah, bene. Perchè quello vecchio scommetto non andava più?
Già!
Bene. Quindi voi avete alzato a morte tutti i regolatori di pressione sperando che la pressione aumentasse per "levitazione miracolosa"?
Uh, è vero, li avevamo messi tutti al massimo.
E quello che si è rotto?
Ah, già, quello era un pò duro e lo abbiamo avvitato con il granchio...!!!
Bene. Poi avete cambiato compressore, ne avete messo uno nuovo che vi da 9Atm di linea!
No, da 10Atm nella sala compressore.
Bene, e non avete pensato di riabbassare tutti i regolatori che avete strizzato a morte?
UH, ah no, bhè, anzi, più è alta la pressione e più veloci dovevano andare... o ... no?

:stres:
 
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Arma95
view post Posted on 15/5/2010, 15:30




No, a questo non ci credo :lol: :lol: :lol:
Siamo proprio finiti così in basso? :o:
 
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view post Posted on 17/5/2010, 08:44
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Immane Rompiball

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No, non così in basso. Anche oltre. Molto oltre. Possiamo dire che in Italia non abbiamo più industria proprio a causa della "scarsa" predisposizione delle maestranze alla materia. <_<

L'ultima che ho presenziato, è stata la fissa di un ingegnere di vole mettere un interruttore magnetotermico differenziale dopo un inverter su di un motore da 2.4KW trifase. Questo rinco, sosteneva che ogni linea dovesse essere dotata di interruttore differenziale per la sicurezza di chi impiega l'impianto. A parte che questo non è vero perchè nessuna direttiva lo richiede, a parte che l'impianto è in categoria I e quindi è obbligatori che sia messo a terra, e quindi, se è messo a terra non ci possono essere potenziali pericolosi per chi lo tocca, a parte questo, con i filtri di linea che devono essere montati per la compatibilità EM degli inverter, qualsiasi differenziale eccetto forse per quelli sopra i 500mA di intervento che non salverebbero la vita proprio a nessuno, il differenziale scatterebbe continuamente staccando l'inverter dal carico cosa che potrebbe seriamente distruggere i sui circuiti di potenza a causa delle extratensioni di induzione provenienti dal motore. Mentre sicuramente la termica con i suoi 30 secondi di tempo di intervento al doppio della corrente nominale non si staccherebbe mai prima che le protezioni elettroniche dell'inverter lo spengano. Figuriamoci la magnetica che si stacca a 100xIn... Ecco. Questo tizio ha una laurea. Ma chi gliele dà... porco d'un boia, ma perchè non chiudiamo le università in Italia, revochiamo tutte le lauree e assumiamo ingegneri dalla Germania, dalla Svizzera, dalla Francia, dall'Inghilterra o anche dalla Spagna? E gli altri? I laureati italiani? Comuni agricole. -_-
 
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view post Posted on 15/6/2010, 11:00
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Immane Rompiball

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Continuando la disgressione sull'undistria come e perchè, vorrei giungere alla determinazione del colpevole. Il colpevole di cosa? Ma della scomparsa delle industrie da questo paese ormai dimenticato da Dio. Forse siete stati così distratti dal "calcio con furore a tutte le ore" da non aver notato che ci sono una marea di disoccupati provenienti dalle industrie che hanno chiuso che si devono riadattare o mendicare per arrivare in fondo al mese.
Non so chi e neppure voglio entrare in materia politica, ma qualcuno, qualche anno fa, circa dieci o più, decise che il nostro paese non è adatto all'industria, e che si può incrementare il PIL basandoci su agriturismo, turismo, cultura (musei e siti archeologici), fonti di guadagno sostenibili (?!?!), parchi ambientali, agricoltura, sviluppo delle energie alternative, ecc...
L'industria è stata considerata un contaminante in questa visione utopica e molto ristretta dell'economia del nostro paese.
Naturalmente, sono state incrementate a dismisura le misure atte a dissuadere chiunque dal venire a investire in Italia a qualunque livello, industria per prima. Le tasse varie sui beni immagazzinati ci hanno svuotato il paese dai magazzini. Tutti fuori dalla frontiera. Oggi se ti occorre qualcosa non lo trovi certo in Italia, vabbè la pasta per la pizza si e forse anche qualche esemplare di Playstation o le figurine dei calciatori, ma se ti occorre qualcosa di minimamente tecnologico o legato alla produzione industriale, sei fregato. Magazzini in Olanda, in Germania, in Francia. In Italia, niente magazzini perche si paga la tassa sul capitale (se ancora nessuno l'ha tolta ma credo di no. Tutti sono bravi a imporre tasse ma nessuno è mai capace di toglierle una volta messe). Questo comporta tempi di attesa e disservizi, nell'industria produttiva il tempo è denaro.
Siccome son quà a raccontare "faccende industriali" vi voglio raccontare questa storia.
Qualche anno fa, facevamo manutenzione per un'azienda che adesso non esiste più perchè strafallita, e ci occorreva una fotocellula da sostituire in una macchina che altrimenti non avrebbe potuto funzionare. Macchina di produzione e quindi produzione ferma. Sostituita temporaneamente (la fotocellula) da un pulsante e da un operatore.
Andiamo a cercare in un magazzino famoso della zona la fotocellula.
-Buongiorno, mi occorre una fotocellula tipo xyz (nota marca) alimentata a 24Vdc con uscita a relay con contatto in scambio e portata circa 1m.
-Ahhhh... ora guardiamo sul catalogo se quel tipo lo fanno sempre...
-Anche se non è il medesimo tipo non importa basta che si possa adattare.
-Ahhhh... no, non la fanno più.
-Qualcosa di simile?
-Ahhhh... vediamo sul computer...
(chissà perchè il materiale lo cercano sempre "sul" computer e mai nè sotto, nè di lato nè dentro, nè dietro, ma sempre sopra (sul sta per sopra).
-Ahhh... no. Non ce ne sono, vanno ordinate e ci vogliono circa 20 giorni perchè ne abbiamo 2 ad Amsterdam.
-Vabbè. Dammene una a 220V la adattiamo.
-Uhmmm.... no nemmeno a 220V le abbiamo.
-Da più di un metro? Da meno di un metro?
-Uhmmm.... vediamo... no. Niente.
-Ma una qualunque, una fotocellula qualunque?
-Ehmmm... vediamo...
(ogni volte che diceva vediamo passano circa 5 minuti)
... no niente da fare.
-Vuoi dire che non avete disponibile nessuna fotocellula di nessun tipo?
-Eh, pare di no. Secondo il computer...
-Ah ecco. Scommetto che non avete neppure una lampadina a 220V 60W...
-Eh... no quello è materiale di uso comune quello c'è sempre.
-Dammene una.
Il tizio scompare in magazzino... passa il tempo... passa il tempo... dopo circa 15 minuti arriva a mani vuote e fa dispiaciuto:
-Sono finite pure quelle.

La società in questione, una delle più grandi e rifornite in Toscana Saudita da più di 20 anni chiuse il magazzino in questa città vituperata dopo due mesi. E dopo sei chiuse definitivamente i battenti in tutta la regione.

La storia continua...
 
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3 replies since 24/3/2010, 18:07   191 views
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