Nel 2004 scrissi un articolo in cui espongo il mio punto di vista sul film e sul suo significato.
.... magari rivedrai il tuo giudizio. Molte delle cose che leggerai rispecchiano le idee di Kubrick, altre sono mie elaborazioni sullo visione che l'Antropologia aveva dell'uomo in quel periodo. Spesso geni come Kubrick vanno così oltre se stessi da non comprendere appieno ciò che fanno.
CITAZIONE
STANLEY KUBRICK, ARTUR CLARKE E LE OCHE DI KONRAD LORENZ di Mauro Caputo
Rimango sempre sorpreso dalle reazioni suscitate dai miei film. Essi contengono, in
generale, una quantità' sufficiente di verità' che di certo turberà' qualcuno. (Stanley
Kubrick)
Quando, per la prima volta, uscì "2001 Odissea nello Spazio", mio padre mi portò a
vederlo e, ricordo bene, all'entrata del cinema veniva dato un piccolo opuscolo con qualche
spiegazione sul film.
Non ricordo che questo sia avvenuto in altre occasioni, sia per i film di Kubrick sia per
qualunque altro film che ho visto.
Nonostante l'opuscolo, alla fine della proiezione, mentre il "Danubio" accompagnava i titoli
di coda e le luci si andavano accendendo, io ed i miei fratelli restammo seduti, impietriti e
sconcertati (fu davvero così), chiedendoci cosa potesse significare quello che avevamo
visto, in particolare nell'ultima mezz'ora del film. Credo che sia stata un'esperienza comune
per tutti quelli che l'hanno visto, appassionati di fantascienza e no.
Poi lessi il libro di Clarke, basato sulla sceneggiatura ( e non il contrario ) e leggendolo,
almeno la trama fu più chiara: il film però, contrariamente a quanto di solito avviene,
restava superiore e inspiegabilmente più ricco.
Che cosa hanno di particolare i Film di S. Kubrick?
E cosa ha di diverso questo film rispetto agli altri?
Cominciamo dicendo che sono dei Classici. Non nel senso che diamo generalmente alla
parola, ma che possiedono una "struttura" classica: il significato del film si deduce
dall'ultima scena, dall'ultima inquadratura. Ed in questo rispecchia la struttura del Latino e
del Greco, in cui il giudizio è sospeso sino all'ultima parola, senza la quale il significato della
frase non è comprensibile. So che i miei due o tre lettori storceranno il naso; diranno tra sé
che qualunque film ha un significato compiuto solo quando termina. Vero, ma non sono dei
polizieschi e qui non si deve scoprire l'assassino: qui la fine del film rimanda all'inizio per
andare a rivederlo sotto un'altra luce ( ad esempio trovo sempre qualcosa di nuovo quando
rivedo 'Barry Lyndon' ).
"Odissea" fu anche l'apoteosi dell'immagine: buona parte del film è fatta da immagini e
commento musicale. Kubrick stesso notò che, in tutto il film ( durata: 2 h e 19' ) ci sono
soltanto circa 40 minuti di dialogo.
Può sicuramente considerarsi come il punto di svolta della cinematografia fantascientifica:
da quel momento in poi, nessuno riuscì più ad accontentarsi di pellicole di fantascienza con
effetti speciali grossolani (vedi film sovietici primi anni '60) o con trame insignificanti.
Ritengo che fu anche il punto di svolta della letteratura fantascientifica: dopo aver visto il
film , molti si avvicinarono al genere e fu riconosciuto a quest'ultimo una nobiltà che fino
allora gli era stata negata.
Eppure c'è un'altra differenza che ritengo più importante di tutte le altre: e l'unico Film ( per
quanto ne sappia io ) che termina con una domanda.
Ricordate? L'ultima scena, l'ultima immagine è la spiegazione del film.
E dopo aver visto il "pargoletto" che ci viene incontro ( dal 1968 in poi è diventato un
tormentone) con cotanto commento musicale (Ouverture di "Also Sprach Zarathustra" di
Richard Strauss e, manco a dirlo, non è un caso 1), quasi buca lo schermo e ci finisce
addosso (in cinerama fa tutto un altro effetto, rispetto alla televisione ), simbolo
antropomorfo di un enorme punto interrogativo, credo ci tocchi rivedere il film con tutt'altri
occhi.
Intanto, occorre puntualizzare che il 'protagonista' del film è il monolito.
O meglio la razza aliena che, monolito per monolito, passo per passo, guida la razza umana
a trasformarsi, a crescere da scimmia antropomorfa ad essere di puro spirito. Potremmo
quasi vederci un surrogato di divina provvidenza, benché tecnologica ed aliena.
Del resto fu il racconto "La Sentinella" di Clarke lo spunto da cui partì l'idea del film: lì, però,
a parte che il manufatto alieno era una piramide e non un monolito, l'oggetto non era
'attivo' ma passivo (una sentinella, appunto), una specie di trasmettitore perennemente in
funzione che una volta disattivato indica agli alieni, proprio con l'assenza di segnale, che
l'uomo è arrivato sulla Luna, e quindi è uscito dalla sua culla, la Terra.
Resta però un semplice spunto. Nel film il monolito ha invece una funzione attiva, è il
responsabile dello sviluppo evolutivo dell'uomo.
La prima parte si svolge nell'Africa preistorica, dove un branco di scimmie antropomorfe2,
potenzialmente capaci di svilupparsi in esseri intelligenti, conduce un'esistenza in un
ambiente inospitale, pieno d'insidie e pericoli mortali. L'unico scopo della loro vita è la
sopravvivenza, l'unico problema da risolvere è come procurarsi il cibo. Certo, qualcuna di
loro è più dotata delle altre, in particolare la scimmia che Guarda la Luna mostra già una
certa curiosità, curiosità che avrebbe bisogno di chissà quante generazioni per portare
qualche frutto e cominciare ad incidere sull'ambiente circostante. Qui entra in funzione il
primo monolito: il suo scopo è quello di stimolare ed accrescere questa tremolante
fiammella d'intelligenza per accelerare il processo evolutivo se non, addirittura, evitare che
si esaurisca e si spenga, visto le difficili condizioni ambientali in cui si trova.
Ho sempre sostenuto che solo chi ci vuol fare crescere ci ama veramente o meglio che
amare vuol dire fare crescere l'altro, in modo disinteressato. Mi rendo però conto di
entrare in un terreno minato e preferisco glissare sull'argomento, anche perché ritengo non
fosse volontà di Kubrick andare così in profondità e trattare, benché indirettamente, l'amore
divino. Resta il fatto che il film, dopo le polemiche di "LOLITA", sancì la pace tra Kubrick ed i
Cattolici, e questo è un dato di fatto che deve far riflettere.
Limitandoci, quindi, ad osservare il film, vediamo che una delle scimmie (Guarda la Luna,
appunto), dopo aver subito l'influenza del monolito, scopre come utilizzare un grosso osso
d'animale (presumibilmente un femore) come una clava: a quel punto potrà utilizzarlo come
arma per cominciare ad uccidere altri animali e procurarsi con relativa facilità grandi
quantità di cibo, per sé ed il suo branco. La prima manifestazione dell'intelligenza, il primo
gradino della scala della civiltà è quindi uccidere. Ma è sempre un uccidere per procurarsi
della carne, tutti i predatori, in natura, uccidono altri animali per procurarsi il necessario a
sopravvivere: potremmo quindi, fin qui, parlare di un'aggressività naturale ( o benigna 3)
tesa alla sopravvivenza ed assimilabile ad un'autodifesa.
Semmai si potrebbero riscontrare due novità rispetto alle precedenti centinaia di milioni
d'anni d'evoluzione:
1. E' stato usato un attrezzo
2. Guarda la Luna diventa il capobranco perché è il più forte, e questa non è una novità, ma
grazie alla sua intelligenza
Ogni giorno, in quell'ambiente inospitale, si svolge una specie di piccola "cerimonia" (se
vogliamo chiamarla così) tra il branco di Guarda la Luna ed un branco di scimmie che
stazionano in una zona confinante: una misera polla d'acqua, bene preziosissimo in un posto
così arido, è il teatro di uno 'scontro' tra i due gruppi di scimmie che dopo aver mimato,
urlato e minacciato in modo neanche tanto convinto (la debolezza è il contendente più forte
e la paura, l'argomento più convincente) chissà quali sfracelli, in realtà si adattano a
dividersi quel poco che passa il convento. Una guerra tra poveri, ma solo mimata.4
Ma ora c'è un fatto nuovo: il branco di Guarda la Luna è armato, sazio e ben deciso a far
valere il proprio predominio.
Ad ogni costo.
Che il concetto di possesso possa essere nato tanto tempo fa, ho i miei seri dubbi e credo di
non sbagliare nel affermare che non fu così.
Qui dobbiamo solo tenere presente che una volta sviluppata l'intelligenza, una volta acquisiti
i primi strumenti per modificare l'ambiente circostante a proprio favore, uno dei primi atti è
quello di uccidere un proprio simile.
Il monolito è il protagonista del film. Il rapporto violenza / intelligenza o, ancora meglio,
qual è la vera natura dell'uomo, è il suo argomento.
Prima di continuare, bisogna aprire una parentesi ed andare a ricordare in quale periodo
storico fu realizzato il film.
Ogni opera, del resto, è figlia della sua epoca e questa , benché ne varcherà certamente i
confini, s'innesta in un dibattito che va da Freud a Fromm, attraverso i contributi dei vari
Lorenz, Skinner, Reich , tanto per citare i più conosciuti.
E' ovvio che non è nelle mie intenzioni ( né nelle mie capacità ) riportare qui a quali
conclusioni sono giunte alcune tra le migliori menti del '900 sull'argomento violenza. Certo è
che, nel secolo delle due ecatombi mondiali, ebbero grande fortuna le teorie di S.Freud e di
K. Lorenz.
Freud, in parole povere, sostenne che esiste nell'uomo un istinto di morte, che lo spinge a
distruggere, ad uccidere ed a provare piacere nell'uccidere e torturare il proprio simile.
K. Lorenz, etologo di grande fama, volle riportare le sue osservazioni relative agli animali (in
particolare le oche e le colombe ), individuando un istinto alla distruzione presente in tutti
gli animali, uomo incluso.
E' strano che Lorenz, davvero valido come etologo, non si sia mai accorto che pochissimi
animali uccidono i loro simili ( e per lo più in situazioni ambientali ben precise) e che nessun
animale sia dedito alla tortura.
Quest'ultima peculiarità è esclusivamente dell'Uomo.
In un momento in cui l'umanità si fronteggiava divisa in due grandi blocchi capaci di
distruggere tutte le forme di vita sul pianeta5 ( e per più di una volta ), tali teorie avevano
un grande seguito, quasi a giustificare tutto ciò che precedentemente era accaduto nella
storia ( un vero mattatoio ) e tutto ciò che stava e poteva ancora accadere. Quale migliore
giustificazione a tale follia senza precedenti se non quella della sua ineluttabilità dovuta alla
stessa natura? Il fatto poi che non vi fosse nessuna base scientifica all'ipotesi di Freud o
alle strampalate teorie di Lorenz poco importava: queste sembravano spiegare tutto il male
che c'era ( e c'è ) nell'uomo, come qualcosa di inevitabile, di fisiologico, di naturale. 6
Cosa succede, tornando al nostro film, quando Guarda la Luna ed il suo branco, escono dalla
loro condizione di scimmie?
Adesso sono intelligenti (ma già da prima avevano poco a che vedere con le oche di
Lorenz), hanno la possibilità di scegliere tra il bene ed il male.
Scelgono il male ed uccidono un loro simile.
Non è una novità: basta leggere la Bibbia: primo libro, La Genesi.
Il libro della Genesi non è un libro qualunque: è la raccolta dei miti più antichi , tramandati
a voce e successivamente rielaborati e trascritti nella forma che conosciamo.
Bene, il primo uomo nato fuori del paradiso terrestre, che conserva la conoscenza del bene
e del male anche se non ne ha direttamente mangiato il frutto dall'albero, è Caino.
Se avete ancora qualche dubbio, sentite cosa Kubrick fa dire ad un suo personaggio nel film
'Arancia Meccanica':
"Quando un uomo non può scegliere (tra bene e male ), cessa di essere uomo."
Guarda la Luna è già in grado di scegliere, può scegliere: quindi è un uomo.
Fermiamo (virtualmente) il film, nel gesto finale con cui si accomiata da noi spettatori.
Ormai, è solo questione di tempo, è il padrone della Terra, domani lancerà la sua sfida
anche al cielo. Ed infatti, lo vediamo, simbolicamente, scagliare verso l'alto quel primo
attrezzo, quel femore che, giunto alla sommità della sua parabola, precipita trasformandosi
in un'astronave. E' una delle immagini più belle del film: un salto di milioni di anni in pochi
fotogrammi.
La seconda parte del film ci riporta all'idea base su cui fu edificata tutta la sceneggiatura:
sulla luna è stato trovato un manufatto d'origine non umana. Questo manufatto è stato
seppellito, ad una certa profondità, più di quattro milioni di anni prima, ed è stato scoperto
grazie al suo significativo campo magnetico. Chi l'ha nascosto presupponeva quindi che la
razza umana si fosse staccata dalla sua culla e stesse appena esplorando il satellite più
vicino. Messo alla luce, alla prima alba lunare, il monolito assorbe dal sole sufficiente
energia per trasmettere un segnale in direzione di Giove (Saturno nel libro ). Un ruolo
attivo, quindi, per il manufatto. Un'indicazione della direzione verso cui andare.
Comincia la missione d'esplorazione del Discovery.
Ha inizio l'Odissea nello spazio, dove al posto del mare c'è l'inospitale vuoto cosmico vicino
allo zero assoluto, i pianeti e le stelle sono come le isole dell'epopea di Omero ed, alla fine,
ad ' Itaca' 7 ne tornerà, totalmente trasformato, soltanto uno.
La prima volta che vidi il film, l'inserimento della storia del calcolatore che ' impazzisce' e si
ribella all'Uomo mi parve gratuita.
In effetti a quei tempi, avevo appena nove anni, non avevo un bagaglio tale per
comprendere le intenzioni del regista (ma anche adesso, quanto lo capisco? 8), né ero a
conoscenza del suo grande interesse per l'Intelligenza Artificiale 9.
Oggi sono arrivato alla conclusione opposta: senza la parte relativa ad Hal, la trama del Film
ed il suo significato, risulterebbero irrimediabilmente monchi.
Cos'è Hal 9000, che cosa rappresenta? E' un calcolatore, naturalmente, ed in quanto tale è
(meglio dire: dovrebbe essere) guidato dalla pura logica.
Eppure, ad un certo punto, Hal, come già prima Guarda la Luna, prende consapevolezza di
se stesso, comincia a mostrare , in modo via via sempre più percettibile, la capacità di
provare dei SENTIMENTI.
Questo, per noi essere umani, è inconcepibile: sarebbe come se il nostro frullatore o il
nostro forno a microonde cominciassero a meditare sulla propria esistenza o
s'innamorassero del frigorifero. La vera grande peculiarità di noi umani è che, essendo fatti
da un aggregato di atomi (come una qualunque pietra o un filo d'erba ), siamo un pezzo di
universo in grado di riflettere su se stesso, in grado di pensarsi.
Per spiegarci questo mistero, abbiamo supposto l'esistenza di qualcos'altro, che è presente
in noi e va oltre la materia.
E questo qualcos'altro non ci aspettiamo di ritrovarlo in un elaboratore elettronico.
Hal, non è stato programmato per avere o semplicemente mostrare dei sentimenti. La
nascita del suo 'spirito' avviene in modo autonomo, come se, in una macchina di tale
capacità logica, fosse presente, in fieri, il lievito dell'essere.
Nella voce di Hal 9000 (eccezionale il doppiatore italiano ), si va avvertendo sempre più,
attraverso quella voce dall'inflessione atona e meccanica, un cenno, una traccia, ora
d'orgoglio, ora di risentimento, ora di sarcasmo. Sino ad arrivare all'angoscia ed alla paura.
Quella di morire, caratteristica di tutti gli esseri viventi.
Cosa fa Hal 9000, quando prende consapevolezza di sé ed avverte una minaccia alla sua
esistenza? Uccide.
Hal ha però due punti deboli che, alla fine, lo rendono vulnerabile e perdente.
Il primo è che, pur avendo sotto totale controllo l'intero ambiente in cui si trova, non ha la
mobilità e quindi non ha la possibilità di modificarlo se non entro i limiti che l'uomo stesso
ha previsto. Non può fuggire di fronte alla minaccia della sua distruzione, può solo subirla.
Il secondo è che ha la sfortuna di scontrarsi con l'essere più pericoloso che milioni di anni
d'evoluzione sono riusciti, ad oggi, a sviluppare: l'Uomo.
Di fronte a quest'ultimo, nonostante tutta la sua potenza di calcolo e le sue straordinarie
capacità Hal è un bambino e quel 'giro, giro tondo', cantato durante gli ultimi atti della sua
agonia, non sta lì messo a caso.
Tocca quindi ad un uomo avvicinarsi all'enorme monolito in orbita attorno a Giove.
Quest'ultimo fungerà da 'porta delle stelle', cioè invierà ad una lontanissima destinazione il
passeggero e la sua minuscola navicella, attraverso l'iperspazio.
Eccoci arrivati alla fine. L'astronauta protagonista della singolare avventura sta per morire
(splendida la soluzione scelta da Kubrick per far comprendere, senza appesantire
ulteriormente il film, il tempo trascorso da questi all'interno della casa) e l'ultimo monolito è
lì pronto a 'raccogliere' la sua essenza ed ha trasformarlo in un essere di puro spirito,
ulteriore (finale ?) tappa dell'evoluzione.
L'essere, appena nato, non sa trattenersi dal tornare (è in grado di farlo da solo) al suo
pianeta natale (che è pur sempre la Madre Terra, no?) e qui proprio nell'ultimo fotogramma
c'è la domanda, sottintesa, di cui scrivevo prima:
Cosa farà adesso? Ucciderà anche lui?
Vorrà, anche lui, fare sfoggio della sua potenza e della sua superiorità, trovando
gratificazione in un atto distruttivo?
Adesso è un essere puramente spirituale, è l'essenza dell'umanità. E questa essenza com'è?
Kubrick lascia alla coscienza di ognuno di noi la risposta.
Note:
1 Strauss si rifece all'omonimo libro del filosofo Nietzsche. Quest'ultimo, che fu spacciato
dalla propaganda nazista (ridicola menzogna cui molti ancora credono) come precursore del
nazional-socialismo , aveva avvertito, già alla fine del secolo scorso, il drammatico
svuotamento dei valori morali tradizionali ("Dio è morto, abbiamo perso il nostro
orizzonte"). Da qui l'invito a crearsene da sé dei nuovi. Il Superuomo di Nietzsche non ha
niente a che vedere con il concetto ' razzista ' del superuomo nazista. Nel film l'Ouverture fa
da commento musicale ad ogni passaggio di ' livello ' da parte dell'umanità. A parte,
naturalmente, l'Ouverture del Film.
2 In realtà si tratta dell'Australopithecus. Anche se non era un vero e proprio uomo, non era
neanche più una scimmia, poiché aveva la stazione eretta. Le versioni più recenti sono
vissute in Africa fino a 1,2 milioni di anni fa. Ho continuato a definirle scimmie per comodità.
E' ovvio che la storia presentata nel film non può avere alcun contatto con la realtà.
L'avvento dell'Uomo Sapiens Sapiens è un processo lunghissimo. Il punto di svolta avvenne
circa 10 (dieci) milioni di anni fa: in Africa, lungo il ' RIFT ' (una linea che si estende
verticalmente dal Mozambico, allo Zambia, alla Tanzania, Kenya, Etiopia ecc.) , la terra
s'innalzò, aumentò l'attività vulcanica e si verificarono importanti conseguenze climatiche.
Mentre la parte ovest del continente africano restò forestale, la parte orientale si inaridì a
causa delle modifiche nella circolazione delle masse d'aria. Così ad Ovest si 'specializzarono'
e si adattarono all'ambiente i nostri lontani 'cugini' (scimpanzé e gorilla ), mentre i nostri
diretti progenitori furono costretti a 'scendere dagli alberi' ( perché non ce n'erano più, è
destino ) e ad acuire l'ingegno per sopravvivere. Una serie di (fortunate) mutazioni
genetiche fecero il resto. Il lavoro di Cavalli - Sforza, ed il lavoro di tantissimi validi
paleontologi che hanno speso tanti anni della loro vita nella ricerca sul 'campo', dimostra
che tutta l'umanità viene proprio da lì.
Il panorama che vediamo nel film è molto verosimile.
3 E' una definizione di Eric Fromm
4 Nel film "Salvate il soldato Ryan" ( che sarebbe stato bello se un po' meno retorico ) c'è
una scena che è una vera e propria citazione di "2001 Odissea nello Spazio" ( un omaggio di
Spielberg al suo grande amico Stanley Kubrick ): all'improvviso crolla un muro ed un gruppo
di soldati tedeschi ed americani, benché armati, si fronteggiano urlando con atteggiamento
aggressivo, senza però passare alle vie di fatto o sparare un sol colpo. Nella scena, che è
un'evidente rivisitazione, in chiave moderna, dello scontro per l'acqua tra scimmie
antropomorfe di "Odissea" è reso evidente, con grande efficacia, attraverso la gestualità e
l'espressione degli attori, come l'aggressività si sviluppi dalla paura. Dopo qualche
secondo di schermaglia, interviene dall'esterno un soldato (moderno "Guarda la Luna") che
pone fine allo "scontro" mitragliando ed uccidendo tutti i soldati tedeschi. A quanto mi
risulta, nessuno ha notato la cosa .
5 Vedi il Film "Il dottor Stranamore" dello stesso Kubrick, a dimostrazione che l'interesse del
regista sull'argomento non me lo sono inventato.
6 Personalmente ritengo che la distruttività sia diventata una peculiarità umana con
l'affermarsi delle società di tipo patriarcale.
7A proposito della Itaca di Omero, in una recentissima intervista a 'Repubblica' , Pietro
Citati, parlando del suo ultimo libro "La mente colorata" , dice:
"Itaca è l'unica isola reale, anzi è il cuore del mondo reale dove si vive, si soffre e si muore."
Quello che colpisce in questa Odissea del terzo millennio (2001 non è, ovviamente, una data
a caso) è che la vita su Itaca ( la nostra Terra ), non si vede mai, escluso avvenimenti
lontanissimi nel tempo ( l'età preistorica ) o nello spazio ( la Terra vista dallo spazio, le
trasmissioni televisive tra la Discovery e la base di controllo della missione, la telefonata del
dottor Floyd alla figlia fatta dalla stazione spaziale).
La Terra c'è, ma fa solo da sfondo agli avvenimenti.
8 In questo posso dire di essere in buona compagnia. Il film, benché ebbe quattro
nomination e precisamente per la regia, la sceneggiatura, la direzione artistica e per gli
effetti speciali, ottenne l'Oscar solo per questi ultimi.
9 Il soggetto del film 'A.I.' di Spielberg era di Kubrick, che lo stava portando avanti da anni.
P.s.
Non ho mai visto nessun altro film che, come questo, susciti tante domande nel campo della
paleontologia, filosofia, musica, astronomia, fisica, cibernetica, psicologia e chi più ne ha, più ne
metta.
Bene: è uscita recentemente in edicola una collana di film che, recita la réclame, "hanno fatto
grande il cinema" o qualcosa del genere. Non c'è " 2001: odissea nello spazio ". In compenso c'è "Il
Gladiatore".
Giudicate Voi.
Appendice A
Filmografia di Stanley Kubrick
Killer's Kiss (1955) Lolita (1962) Barry Lyndon (1975)
Rapina a Mano Armata (1956) Il Dottor Stranamore (1964) Shining (1980)
Orizzonti di Gloria (1957) 2001: odissea nello Spazio (1968) Full Metal Jacket (1987)
Spartacus (1960) Arancia Meccanica (1971) Eyes Wide Shut (1999) *
*il montaggio non fu completato da Kubrick
Appendice B
Se qualcuno è interessato ad approfondire gli argomenti trattati, ho qui una piccola lista da suggerire:
Arthur C. Clarke, La Sentinella, il racconto scritto nel 1948 e pubblicato soltanto nel 1950.
(a lato cover di Karel Thole su URANIA n. 514 del 18/05/1969)
Arthur C. Clarke, Odissea nello Spazio 2001 - 2010 - 2061 - 3001, collana SuperPocket su licenza
Longanesi & C., Milano
Luca e Francesco Cavalli-Sforza, Chi Siamo, la storia della diversità umana, Oscar Saggi- A.
Mondadori Editore S.p.A., Milano
Piero e Alberto Angela, La straordinaria storia della vita, Oscar - A. Mondadori Editore S.p.A.,
Milano
Erich Fromm, Anatomia della distruttività umana, Oscar Saggi- A. Mondadori Editore S.p.A.,
Milano
Lorenz K. L'anello di re Salomone, Adelphi, Milano
Lorenz K. Il cosiddetto male, Il Saggiatore, Milano
Omero, Odissea (una versione qualunque)
Su Internet ci sono moltissimi siti dedicati a Kubrick. Tra quelli italiani vorrei citare:
"http://www.caltanet.it/2003/archiviokubrick.php?http://www.archiviokubrick.it/"
che mi è stato molto utile, oltre, naturalmente, al sito ufficiale "http://kubrickfilms.warnerbros.com/"