Misurare in modo semplice un T.U.

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svalvolman
view post Posted on 21/5/2012, 21:02




Sono da sempre appassionato di valvole in campo audio. E quando dico audio, intendo dire nello specifico il mondo della chitarra elettrica. Anche se non credo di essere particolarmente bravo, voglio passare a quanti possono essere interessati un paio di schemini semplici semplici, la cui utilità spesso è indispensabile. Ad esempio vogliamo conoscere le caratteristiche del primario di un traformatore d' uscita del nostro ampli? Magari dobbiamo sostituirlo perchè una semisezione è partita?
Come si fa?
Serve necessariamente qualcosa per operare una misura.
Io capisco e comprendo bene le difficoltà di chi magari nonostante la tanta passione è solo agli inizi. Oppure ha pochi mezzi e non può permettersi la strumentazione necessaria, alle volte. Ci sono passato. Oltretutto, fa sempre comodo avere un apparecchietto facile da usare e immediato nella funzione....
E allora rendiamoci utili!
Vediamo se un cazzillo del genere può essere utile a qualcuno.
Il mio esemplare a pila, funziona che è una meraviglia e mi ha salvato in più di un ' occasione.

Eccone uno. Alimentato direttamente dalla rete. La frequenza di prova è di 50Hz.
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Ecco il secondo. Qualche componente in più, ma è portatile...Frequenza di test 500Hz circa.
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Nel primo schema ci sono le indicazioni sul collegamento da eseguire sul trasformatore per eseguire la misura. Ovviamente valgono anche per il secondo.

Vediamo brevemente come funziona. Mi concentrerò sul secondo schema, in quanto il primo è sostanzialmente uguale, a meno dello stadio oscillatore+buffer.

In verità si tratta di un’applicazione direi “scolastica”: il collaudatissimo ponte di misura o ponte di Wheatstone. Non dilungandomi troppo sulla teoria dirò semplicisticamente che tale struttura, ampiamente utilizzata nel campo delle misure elettroniche, è composta da due bracci (un ponte, appunto). Uno di essi è composto da due resistenze perfettamente uguali e di valore noto, l’altro ospita la resistenza-impedenza incognita e una variabile.
Il principio di funzionamento è basato sull’equilibrio del ponte così creato, in quanto creata tale condizione ai capi dello stesso, si annulla qualsiasi differenza di potenziale (o tensione elettrica).
Raggiunta infatti la condizione di equilibrio, misurando il valore della resistenza variabile, noi possiamo conoscere l’esatto valore della resistenza-impedenza incognita.
Proprio su ciò si basa lo strumento che vi propongo.

Il circuito è formato da un oscillatore a tono puro (o sinusoidale) a 500Hz, da un buffer separatore, dal ponte di misura citato, da due stadi raddrizzatori (che registrano il valore di picco della tensione rivelata) e da un "comparatore a finestra" molto stretto. In tutto tre integrati, un transistor e poco altro. La spesa è modica e la difficoltà esecutiva molto modesta.
La frequenza di 500Hz garantisce una misura corretta anche coi lamierini dei trasformatori più scadenti, mentre con l’ausilio di un comunissimo tester misureremo il valore di “Z”. L’ alimentazione è standard a 12 Volt, però possiamo osare anche 15-18-24 tranquillamente.
Con questo apparecchio noi possiamo:

Testare l’integrità dei trasformatori d’uscita;
Riscontrare una parziale anomalia dello stesso (per esempio una semisezione interrotta o in corto di un T.U push-pull);
Verificare la totale anomalia del medesimo (corto circuito oppure totalmente aperto);
Conoscere il valore dell'impedenza nominale riflessa tra anodo e anodo di un esemplare funzionante;
Risalire al valore dell’impedenza nominale riflessa tra anodo e anodo del trasformatore in esame anche se parzialmente bruciato (per esempio con una semisezione buona e l’altra non), al fine di dare le specifiche corrette per un eventuale sostituzione-riavvolgitura.

L’apparecchio si dimostra davvero utile se non addirittura indispensabile in tutti questi casi elencati. Vediamo ora però come si utilizza questo impedenzimetro.
Per prima cosa dobbiamo collegare all’uscita del T.U da misurare un carico corrispondente al valore dell’impedenza nominale. Attenzione, NON VA BENE IL CONO, ma serve un carico resistivo PURO del valore consono. Per esempio se la nostra uscita è settata sugli otto Ohm, noi collegheremo una semplice resistenza dal valore commerciale di 8,2 Ohm e dalla potenza di uno oppure due watt. Ripeto, non l’altoparlante.
Successivamente, e ovviamente con l'amplificatore completamente spento, colleghiamo alle due boccole “Z” i due estremi del primario del trasformatore in esame (in pratica tra anodo e anodo dei due o quattro tubi di potenza); non c’è bisogno di rimuovere le valvole finali.
Posizioniamo un tester (commutato sulle misure di resistenza 10K Ohm fondo scala) sulle boccole a esso dedicate e posizioniamo S1 su ON e S2 su “TEST”. La posizione fisica di S3 al momento è irrilevante.
Osserviamo ora attentamente il LED giallo e quello rosso: Uno dei due sarà sicuramente acceso. Quello giallo ci segnalerà che il valore di POT1 o POT2 è, in quel momento, più basso rispetto al valore dell’impedenza sotto misura e perciò dobbiamo aumentarlo, ruotandone la manopola.
Quello rosso, invece, ci segnalerà che il valore di POT1 o POT2, in quel momento, è più alto rispetto al valore dell’impedenza sotto misura e perciò dobbiamo diminuirlo, ruotandone la manopola.
A seconda della presenza di uno o dell’altro LED, adesso ruotiamo lentamente la manopola del potenziometro scelto tramite S3 e osserviamo attentamente il LED verde: a un certo punto esso dovrebbe accendersi, mentre quello giallo e quello rosso dovrebbero spegnersi entrambi.
Col verificarsi di questa condizione possiamo posizionare S2 su “READ” e leggere sul tester il valore raggiunto che sarà uguale a quello offerto dal trasformatore in esame.
Nel caso non riusciamo a raggiungerla, ripetiamo le ultime due operazioni selezionando tramite S3 l’altro potenziometro.
Se anche dopo non riusciamo a raggiungere la condizione di equilibrio ponte-LED verde acceso-LED giallo e rosso spenti, le possibilità sono le seguenti:

LED giallo perennemente acceso: trasformatore interrotto o non presente;
LED rosso perennemente acceso: trasformatore in corto circuito.

Specialmente nel primo caso (LED giallo perennemente acceso), proviamo a scollegare uno degli estremi del trasformatore in esame, ricollegandolo poi sul polo centrale dello stesso (quello connesso all’alimentazione anodica) e ripetendo nuovamente la procedura di misura.
Se non si ottengono risultati, allora si ritenta la misura mantenendo uno dei terminali “Z” sul polo centrale del trasformatore e spostando l’altro sulla semisezione opposta (l’altro estremo).
Nel caso ancora non si riesca a ottenere l’accensione del led verde possiamo essere sicuri che il T.U risulta completamente interrotto e quindi pronto per la discarica.
Nel caso invece si riesca a ottenerla, significa che una semisezione è operativa mentre l’altra è interrotta (è un guasto tipico, molto frequente).
Misurando il valore esibito dal potenziometro possiamo conoscere il valore totale del primario del trasformatore anche in quest’ultimo caso, con una semplicissima operazione: il valore misurato moltiplicato per quattro (erroneamente un trasformatore push-pull per esempio da 4K Ohm anodo-anodo viene descritto come un 2+2K Ohm: in realtà ogni semisezione è un quarto dell’impedenza totale misurabile tra anodo e anodo. Questo perché, essendo il totale composto da due avvolgimenti dallo stesso numero di spire, il valore finale non può essere calcolato sommando in modo semplice ma quadratico; proprio come per il valore dell’induttanza, al doppio delle spire corrisponde il quadruplo dell’impedenza). Per esempio se misurassimo 8cento Ohm, il valore del primario tra anodo e anodo sarebbe di 3,2K Ohm.

Spero di essere stato utile.
Ragazzi, godetevelo!
 
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