Un bell' amplificatore essenziale, ma pestifero!

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svalvolman
view post Posted on 21/5/2012, 21:27




SOUTHERN "Mini Rocker"


Un Amplificatore 15 Watt valvolare per chitarra che, nonostante la semplicità di progetto, vi regalerà delle forti soddisfazioni...


Una struttura monocanale, 4 valvole in tutto! Tirarlo per il collo è un vero piacere. 15 Watt erogati da una coppia di EL 84 in push-pull, per un suono che la storia tramanda come leggenda!

Naturalmente tutto nasce da uno scopo ben preciso: Mantenere l' essenzialità assoluta, lasciando solo lo stretto indinspensabile alla funzionalità ricercata nello stesso. Questo per garantire un processo armonico molto naturale, un arricchimento della pasta sonica, sicuramente "no compromise", ma molto sensibile alle dinamiche esecutive del rock e del blues d' annata; Nel concreto, un suono cattivo al punto giusto ma anche naturalmente vocato a tutte quelle sfumature intermedie che colorano il panorama rock vintage (Hendrix & Co.). Tra l' altro anche economico, perchè molto del materiale (i trasformatori ad esempio) sono di recupero.

Osserviamo adesso insieme lo schema.
jpg

Dalle due prese Jack di Ingresso possiamo scegliere una diversa "attitudine timbrica di partenza": una flat che rispetta in pieno lo spettro più basso della chitarra, oppure una seconda, più brillante e argentina. Nello specifico, l' ingresso Flat può essere valido per chitarre dalla struttura naturalmente brillante, quali Fender Telecaster e Stratocaster. Il secondo, Bright, potrà essere invece molto utile a smussare il carattere di chitarre dal suono più cupo e robusto, quali ad esempio Le Gibson, o comunque tutte quelle di norma equipaggiate con pick-up Humbackers.

Questo semplice espediente, molto retrò, permetterà di spingere al massimo le prestazioni in distorsione dell' amplificatore, evitando di ottenere l' effetto non sempre apprezzato di "rigurgito" o di "ingolfamento" sulle corde basse.

Lo stadio preamplificatore si configura in soli 4 triodi in cascata, di cui l' ultimo si occupa di generare i due segnali in controfase che piloteranno le EL84 finali. I precedenti tre sono dei normalissimi stadi a catodo comune, la cui sola accortezza tecnica riguarda il loro punto di lavoro.

La disposizione dei controlli "GAIN" e "VOLUME", ci consente di operare efficacemente sul processo di coloritura armonica, decidendo quale parte saturare di più e quale altra tenere "calma". Un terzo potenziometro "SCRATCH" invece, attua un naturale filtro a dispetto della gamma più alta dello spettro. In pratica è un volgarissimo controllo di Tono, che però, coi valori scelti, opera un' azione "levigatrice" sul suono, soprattutto con livelli di saturazione elevati e con chitarre piuttosto aperte e brillanti, tipo Stratocaster; abbiamo perciò la possibilità di eliminare il "graffio" della pennata, se costei risultasse troppo acida e presente.

Lo schema nel complesso è abbastanza semplice e scontato, nonchè di facile comprensione. Quello che però merita un' analisi almeno di rilievo è la trovata abbastanza singolare sulla polarizzazione delle due EL84.

Per sfruttare al massimo il rendimento del circuito e allo stesso tempo garantire negli usi tranquilli dell' amplificatore affidabilità e durata, ho deciso di operare in classe di funzionamento tendenzialmente definibile B. Ho perciò tenuto il bias relativamente al minimo possibile. Vista anche la ragguardevole tensione di esercizio (circa 385 Volt, contro i comuni 300-330. Un po' troppi ma il suono ne giova alla grande!), ho deciso di optare per una polarizzazione catodica. Naturalmente però, la classica soluzione R-C non avrebbe garantito una perfetta stabilità del punto di lavoro delle due finali, soprattutto in regime di piena saturazione; infatti se proprio la si vuole utilizzare, bisogna operare necessariamente in classe A.

La soluzione più ovvia è stata quella di adoperare uno Zener di potenza (5Watt), lanciargli una corrente di default (le due resistenze da 120K in parallelo) e bypassandolo con un buon elettrolitico. Il risultato è stato sia un bias molto stabile (un virtual fixed, direi...), che una praticità immediata, eliminando qualsiasi forma di tarature.

Il trasformatore d' uscita è un normale modello 8-16 Ohm, con impedenza riflessa sul primario anodo-anodo di 8KOhm. Volendo si può optare anche per un 7KOhm, ottenendo una pasta sonora in saturazione più aggressiva.

In aggiunta, i più fini, avranno notato la presenza di due resistenze poste sull' uscita dei 16 Ohm. Si tratta di una trovata molto utile che ci salvaguarda le povere EL84 da una fine certa, in caso di dimenticanza della connessione all' Altpoarlante, in quanto svolgeranno, nell' eventualità che avvenga tale condizione, la funzione di carico fittizzio.

Concludo esortando i potenziali interessati alla replica del progetto, a maneggiare con la massima cautela le tensioni in gioco sugli apparecchi valvolari in generale: sono potenzialmente MORTALI.

Buon lavoro, buona musica e...pump up the volume!

Edited by svalvolman - 18/6/2014, 07:53
 
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svalvolman
view post Posted on 21/5/2012, 21:59




Volevo aggiungere un link per una specie di sample, ma...la pagina si rifiuta di collaborare...
vabbé, mi crederete sulla parola.... :P
 
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fraggo
view post Posted on 19/6/2012, 22:35




Questo progetto mi attira un sacco, e non sembra molto dispendioso da realizzare .
Pensavo che per iniziare a chiarirmi le idee potrei buttar giù una lista dei componenti necessari così da rendermi conto delle cose difficili da reperire.

C 2.2nF
R 1M
R 10K
C 22mF 450V elettrolitico
R 220K
R 1.2K
C 1nF 400V
Reostato 500K
C 10mF 50V elettrolitico
R 1.5K
R 100K
C 4.7nF 400V
Reostato 500K
C 22nF 400V
R 47K 1W
R 560K
Reostato 220K
R 100K
R 1.5K
C 220nF400V
R 470K
R 100K
R 3.9K
R 100K
C 22mF 450V elettrolitico
C 4.7nF 400V
C 4.7nF 400V
R 2.7K
R 470K
R 40K
R 2.7K
R 10K 2W
Z 15V 5W
C 2200mF 25V elettrolitico
C 47mF 450V elettrolitico
R 1.8K 2W
R 120K 2W
R 120K 2W
C 47mF 450V elettrolitico
R 100 1W
R 100 1W
Ponte a diodi 1000V 5A
R 33 20W (van bene lampadine auto?)
R 33 20W
Fus 200mA slow
Fus 300mA slow
2X EL84

Come doppi triodi van bene i 6N1P?


TA e TU con spire da definire (per il TA credo basti ribobinare un trasformatore normale) ma per il TU vale la pena acquistarlo? costa tanto?
 
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svalvolman
view post Posted on 20/6/2012, 10:11




Ciao Fraggo.
Vediamo se posso tornarti utile...allora....

Innanzitutto mi accorgo di aver dimenticato di indicare il modello delle 2 Valvole pre...ok. Di progetto sono delle comunissime 12AX7 oppure 7025 oppure ECC83. In commercio esistono varie versioni: delle 12AX7 puoi trovare le WA, le WB e le WC. La differenza tra queste è il fattore mu (e cioè il guadagno massimo teorico). Vanno già benissimo le WA, però se vuoi il massimo dal progetto ti conviene utilizzare sicuramente una WC come pilota-sfasatrice (quella vicina alle due EL84, per intenderci). La prima invece puoi metterla della selezione che più ti aggrada; WA se vuoi un timbro più dolce, WB se lo vuoi leggermente più spinto e WC se lo vuoi più aggressivo ancora.

Purtroppo le 6N1P non vanno bene: sono molto simili alle ECC88 e hanno parametri molto diversi dalle ECC83.

Quelli che hai chiamato reostati sono dei comuni potenziometri LINEARI, mi raccomendo....se vai a chiedere al negozio un reostato ti ritrovi con un arnese gigantesco sul banco e poi....ti pelano anche.

Trovo scritto a fianco al listato dei componenti da te postato, a fianco alle resistenze da 33 Ohm-20W, un riferimento alle lampadine per auto..... NO, non servono. Anzi, non collegarle come carico fittizio perchè potresti fare qualche disastro alle povere EL84 (ti ricordo che la resistenza delle lampadine ad incandescenza a freddo è anche 10 volte minore di quella nominale e comunque varia con la temperatura in modo notevole). Come carico fittizio usa delle normalissime resistenze a filo in cassa ceramica da 33 Ohm- 20Watt. Ne servono 2.

Dove non specificato le resistenze sono da intendersi della potenza di MEZZO WATT. Però se utilizzi di base quelle da 1Watt non fai male. Avrai meno rumore termico e una maggiore affidabilità generale.

Per ora mi sembra tutto. Fammi pure sapere come procede, dai. Ciao bello!

P.S. Io i trasformatori, li ho trovati su un vecchio telaio SIMPSON (un' ampli economico italiano dei primi '70, praticamente ridotto un rottame) che ho ricablato secondo lo schema che ho postato. Uno simile lo puoi trovare in discarica oppure a pochi euro da qualcuno che lo tiene parcheggiato in cantina.... Ovviamente se compri tutto nuovo è il top

www.youtube.com/watch?v=SmTpaGoc2mI

Ti dirò di più, Fraggo!
Se vuoi puoi sviluppare una versione "compact" utilizzando UNA valvola 12AX7 e DUE valvole ECL86. Lo schema resta lo stesso. Elimini in pratica una valvola di pre (quella pilota-sfasatrice) perchè utilizzeresti i due triodi già presenti all' interno delle ECL86, rendendo il tutto ancora più originale, economico e compatto (appunto. solo 3 tubi).
Boh, detto tutto
Ciauz!
 
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view post Posted on 20/6/2012, 13:42
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Immane Rompiball

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Bravi, complimenti. Queste sono le discussioni che mi piacciono. :)
 
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fraggo
view post Posted on 21/6/2012, 21:28




Perfetto! Ho visto che le valvole si trovano facilmente e non sono poi molto costose, ora inizia la fase di ricerca dei componenti.
Sapresti indicarmi se è il caso di ingabbiare i trasformatori e che tipo di circuito realizzare tipo millefori o in aria e semmai di quali componenti necessita?

Grazie mille! ;)

EDIT:
Cercando informazioni sui trasformatori d'uscita son rimasto sbalordito dai prazzi, poi ho trovato questo articolo, ora non ho tempo per commentarlo comunque stò pensando che potrei veramente realizzarmelo.

http://chitarra.accordo.it/article.do?id=33476

Edited by fraggo - 22/6/2012, 07:59
 
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svalvolman
view post Posted on 22/6/2012, 08:00




Ciao Fraggo.
Ebbene sì: Il trasformatore d' uscita è il componente più delicato in un amplificatore valvolare :o: .
Tuttavia il modello che serve a te non risulta eccessivamente costoso (dovresti trovarlo a circa 40euro). Esistono per lui 2 strade, che corrispondono a 2 precise filosofie in voga. La prima è quella di sottodimensionarlo leggermente, in modo che ad alti volumi anche lui contribuisca alla saturazione generale; visto che di targa questo ampli eroga anche 20Watt così alimentato, dovrai scegliere un modello da 15Watt.
L' altra scuola di pensiero è, invece, diametralmente opposta: sovradimensionare con la stessa percentuale o anche qualcosa di più (per esempio come nei Marshall "Vintage"). Dovrai perciò scegliere un modello da 25-30Watt.

L' articolo che hai linkato lo conosco bene...potrai trovare anche un mio commento (anche io sono presente su accordo, con lo stesso nick di quì). Attento però perchè non è sempre detto che un Trasformatore d' uscita per chitarra sia così "povero" in lavorazione...gli Hiwatt, ad esempio, sono rinomati per la qualità dei loro magnetici...quasi da hi-fi.
Diciamo che generalmente per essi si utilizza lo stesso tipo di lamierino in uso sui comuni trasformatori di alimentazione (spessore 0,5mm) e lo si fa partire da una frequenza di 80-100Hz :shifty: . Ma non è sempre così.

Io ti consiglio di sovradimensionarlo (in modo che hai una buona resa sulle basse fondamentali dello strumento, anche accordando più giù dello standard, come ad esempio in Drop D), scegliendo un modello da 25 o 30 Watt. ;)
Avvolgerlo non è impresa facile e te lo sconsiglio, se non sei pratico della cosa :P . Io quando mi servono me li faccio avvolgere quì:

www.enovaz.it/categorie-1622/Per-chitarra.aspx

Nello specifico, ti consiglio di scegliere al limite tra questi:

http://www.enovaz.it/prodotto-144384/Trasf...-Plexi-18W.aspx
(il classico 8K Ohm anodo-anodo per il push-pull di EL84, consigliato anche nel datasheet)

http://www.enovaz.it/prodotto-146195/Trasf...Fender-20W.aspx
(più indicato per un push-pull di 6V6 americane, ma ancora utilizzabile con le nostrane EL84)

Riguardo alla tecnica di montaggio, sicuramente quella in aria (tipo le vecchie radio a tubi) è la migliore, l' unica che ti permette di avere collegamenti corti e diretti, con irrisorie capacità e minori accoppiamenti parassiti. Anche se più laboriosa.
Mi raccomando cura per bene le masse (tecnica starpoint sull' alimentazione e mantieni separate quelle di segnale da quelle di potenza), altrimenti l' ampli ronza e intermodula a volumi alti. E ciò non è bello :huh: .

Dai, facci sapere come procede.
Ciao bello!

Edited by svalvolman - 22/6/2012, 12:10
 
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fraggo
view post Posted on 27/6/2012, 20:15




Ottimo grazie delle dritte!
Venerdì mi trovo col mio chitarrista e facciamo il punto della situazione sui componenti e sul telaio, i tempi di lavorazione saranno piuttosto lunghetti anche per via del nuovo lavoro che mi annichilisce mentalmente e dei vari guasti che stanno improvvisamente apprendo a catena in giro per casa, a proposito ora apro una discussione sulla mia povera TV... :(

Le masse di potenza sarebbero:
Il centro del primario nel TU
La massa dei filamenti delle valvole
La massa del ponte raddrizzatore

Tutte queste collegate al telaio?


Mentre tutte le altre collegate tra loro e galvanicamente separate da tutto?

Grazie mille!
 
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view post Posted on 28/6/2012, 08:20
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Immane Rompiball

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Vediamo le affermazioni dell'articoletto.
I trasformatori di uscita degli amplificatori per chitarra sono poveri non perchè sono progettati per colorare il "suono" che produce l'amplificatore ma per ottenere il massimo di potenza da quell'oggetto. Chi produce o produceva, specialmente in passato, amplificatori per chitarra voleva dare con il minimo costo la massima potenza. (punto).
La "colorazione" e gli effetti non escono dal trasformatore di uscita ma dagli stadi di preamplificazione, riverbero, distorsione ecc... Che diamine cel'hanno messi a che fare se è il trasformatore di uscita a fare tutto? Forse avrebbero usato un trasformatore di uscita con ferro variabile e con una manopola no? E la chitarra? Non conta nulla se usi una Fender Stratocaster o una Clarissa con pickup aggiunto?
No. I trasformatori di uscita non c'entrano un tubo.
Se monti un trasformatore di uscita di un amplificatore audio su di un amplificatore a valvole vien fuori una cagata perchè quel trasformatore di uscita hi-fi non è disegnato per quel circuito di uscita dell'amplificatore a valvole. Vien fuori una cagata anche se usi il trasformatore di uscita di un amplificatore hi-fi su di un'altro amplificatore hi-fi che non usa lo stesso circuito di uscita. Alla faccia dell'ingegneria elettronica. <_<
 
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svalvolman
view post Posted on 28/6/2012, 19:17




Ciao Lawrence,
in effetti il compito del trasformatore d' uscita è quello di adattare l' impedenza, con le minori perdite possibili e (dipende dal target di destinazione) avere una risposta trasparente ed estesa in frequenza. Stop.
Tuttavia, ti assicuro che ho visto numerosissimi amplificatori per chitarra dalla potenza di targa di 100 Watt, adoperare trasformatori tiratissimi e addirittura sottodimensionati. Un esempio? Il Carvin Legacy Vai. Oppure il Laney VC30...ce ne sono davvero tanti, sai. In effetti in tali casi, il nucleo satura prima della Pu max e conferisce una sorta di clipping aggiuntivo al tutto. Personalmente non sono d' accordo con simili filosofie, però vedo che risulta essere abbastanza in voga.
Immagina tu che un T.U. di uno di questi ampli, paragonato ai gloriosi DRAKE dei vecchi Marshall (ma anche quelli di oggi, diciamo) sono quasi grandi la metà. E infatti, la resa sulle basse si sente. In più sono dei carri armati, quasi indistuttibili.
Riguardo a quelli montati sui celeberrimi HIWATT, posso dirti che non solo erano sovradimensionati (o ben dimensionati), ma erano anche molto curati nei sezionamenti. Ecco perchè ho scritto che erano di qualità "quasi hi-fi", soprattutto per l' epoca. Non ne sono sicuro, ma mi ricordo vagamente che addirittura fossero a grani orientati. Quello che so di per certo è che i suoni puliti degli HIWATT erano strepitosi, brillanti e dalle basse profonde e corpose.
Chi dice che i Trasformatori d' uscita degli ampli per chitarra sono di costruzione povera, non sempre ha ragione. Dipende dalle specifiche dell' apparecchio e dal pregio dello stesso, certamente.
 
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svalvolman
view post Posted on 28/6/2012, 21:04




Allora Fraggo,
cerchiamo di capire un attimo e per bene cosa puoi fare per curare il layout di questo amplificatore.
Ho fatto una modifica al disegno e ho aggiunto delle ellissi di diverso colore sulle masse, per facilitarti la comprensione del discorso di separazione delle masse...
jpg
Con le ellissi BLU, ho segnalato tutto ciò che è riconducibile al ruolo di MASSA DI SEGNALE;
Con le ellissi ROSSE, ho segnalato tutto ciò che è riconducibile al ruolo di MASSA DI POTENZA;
Con le ellissi VERDI, ho segnalato tutto ciò che è riconducibile al ruolo di MASSA GENERALE "DI PARTENZA COMUNE" O STARPOINT. Diciamo una sorta di "massa sorgente", dalla quale partono le altre due sopracitate.

L' ideale sarebbe raggruppare tutte le masse VERDI in un unico punto dello chassis (metallico, naturalmente), diciamo in prossimità del ponte diodi e dell' elettrolitico da 22uF (che ho aggiunto, come puoi notare), immediatamente a sua valle.
Da questo preciso punto, si fanno partire le rispettive masse dell' apparecchio: Potenza e Segnale.

Questo significa anche che tutto il gruppo a cui fa capo la massa BLU (quella di segnale) dev' essere raggruppata in un UNICO PUNTO del cablaggio, RESTANDO ISOLATA DALLO CHASSIS (tramite delle torrette isolanti) e connesso allo STARPOINT (le masse verdi) con un filo. Anche le due prese Jack di ingresso devono restare isolate dal telaio metallico e i loro terminali freddi (massa) vanno portati nel punto ove confluiscono le masse BLU, per poi essere connesse allo starpoint.

Stesso identico discorso per il gruppo delle masse ROSSE (quelle di potenza). Ok?

Se tuttavia questo discorso ti risultasse troppo complicato da concepire e/o attuare, potresti optare per la soluzione II....

In pratica le masse verdi vanno collegate allo chassis, come già spiegato sopra, però si sfrutterà l' intera superficie dello chassis CONTEMPORANEAMENTE sia come starpoint (masse verdi) che come massa di segnale (masse blu). A restare separata da tutto ciò sarà la sola massa rossa, cioè quella di potenza.
Più facile, no?
Quello che in entrambi i casi è molto utile è:
Fare in modo di collegare il condensatore da 22uF, da schema posto sul "terminale centrale" del trasformatore d' uscita, il più vicino possibile a quest' ultimo e, contemporaneamente, anche vicino al punto di massa "rossa" facente capo al diodo zener da 5Watt ed al condensatore da 2200uF (sui catodi delle due EL84);
Eseguire collegamenti corti e diretti.

Ok, questo è già un partire bene a favore del raggiungimento di ottime prestazioni sul rapporto segnale/rumore di questo e qualunque altro amplificatore. Curare il percorso delle masse è sempre molto, molto importante.

Infine una piccola nota sulla disposizione dei due Trasformatori sullo chassis e sulla stesura dei conduttori per i filamenti...
Al fine di ridurre al minimo la possibile captazione, da parte del Trasformatore d' uscita, di ronzio proveniente dal flusso disperso di quello d' alimentazione, è bene disporli a 90° tra loro.

Per alimentare i filamenti delle valvole, bisogna intrecciare fittamente tra loro i due fili, attorcigliandoli. Questo eviterà che vada a spasso ronzio e che perciò venga ripescato (e amplificato) dall' alto guadagno della sezione preamplificatrice.

Ok, mi sembra tutto per ora. Come al solito facci pure sapere come proseguono i lavori.
Ciao Fraggo



 
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view post Posted on 29/6/2012, 10:08
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Immane Rompiball

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CITAZIONE (svalvolman @ 28/6/2012, 20:17) 
Ciao Lawrence,
in effetti il compito del trasformatore d' uscita è quello di adattare l' impedenza, con le minori perdite possibili e (dipende dal target di destinazione) avere una risposta trasparente ed estesa in frequenza. Stop.
Tuttavia, ti assicuro che ho visto numerosissimi amplificatori per chitarra dalla potenza di targa di 100 Watt, adoperare trasformatori tiratissimi e addirittura sottodimensionati. Un esempio? Il Carvin Legacy Vai. Oppure il Laney VC30...ce ne sono davvero tanti, sai. In effetti in tali casi, il nucleo satura prima della Pu max e conferisce una sorta di clipping aggiuntivo al tutto. Personalmente non sono d' accordo con simili filosofie, però vedo che risulta essere abbastanza in voga.
Immagina tu che un T.U. di uno di questi ampli, paragonato ai gloriosi DRAKE dei vecchi Marshall (ma anche quelli di oggi, diciamo) sono quasi grandi la metà. E infatti, la resa sulle basse si sente. In più sono dei carri armati, quasi indistuttibili.
Riguardo a quelli montati sui celeberrimi HIWATT, posso dirti che non solo erano sovradimensionati (o ben dimensionati), ma erano anche molto curati nei sezionamenti. Ecco perchè ho scritto che erano di qualità "quasi hi-fi", soprattutto per l' epoca. Non ne sono sicuro, ma mi ricordo vagamente che addirittura fossero a grani orientati. Quello che so di per certo è che i suoni puliti degli HIWATT erano strepitosi, brillanti e dalle basse profonde e corpose.
Chi dice che i Trasformatori d' uscita degli ampli per chitarra sono di costruzione povera, non sempre ha ragione. Dipende dalle specifiche dell' apparecchio e dal pregio dello stesso, certamente.

Un trasformatore raddoppia di volume e di peso per ogni dimezzamento della frequenza di taglio minima a parità di potenza. Quindi, in teoria per fare un amplificatore da 100W per ottavino basterebbe un trasformatorino da qualche decina di grammi, non a caso, sugli amplificatori switching che lavorano a frequenze over 100KHz il trasformatore da oltre 200W è qualcosa che pesa intorno ai 50 grammi.
Ritornando alle chitarre, dipende dalla musica che si suona, dalla chitarra che si ha, se si vuole calcare il Mi basso spesso oppure se si insiste sul Mi cantino alla Mc. Fly. La potenza di uscita può essere costante di 100W per ogni amplificatore, ma se la banda inferiore cede a 200Hz piuttosto che a 10Hz può consentire al produttore di risparmiare moltissimo sul rame del trasformatore di uscita. Poi, si mettono in circolazione le solite leggende metropolitane per giustificare il risparmio e alla fine un Sun Yan suona meglio di un Marshall. :)
 
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svalvolman
view post Posted on 29/6/2012, 18:52




Dear Lawrence,
non potevi scrivere parole migliori! Tutto vero! :)
Infatti, molti costruttori fanno partire la banda utile da 200Hz, come nelle fonovalige!!! Diciamo che questa filosofia è tipica degli amplificatori "moderni"....e chissà perchè, però, quando si connette la chitarra ad un Marshall Plexi, quasi tutti aprono un sorriso a dentatura completa...
Lo ammetto: io sono di parte. A me piace una resa potente sulle basse (e non alla Marty Mc Fly, come dici giustamente tu)....voglio sentire la botta tellurica sulle ritmiche :shifty: .
Come hai giustamente precisato tu, la resa su queste frequenze fa le dimensioni del nucleo. A me piace prendere a riferimento una frequenza minima di 50Hz (più che giustificato, secondo me, visto che ci sono delle accordature in Drop che vogliono il MIbasso portato in RE a 73,42Hz, oppure ancora le chitarre a 7 corde che hanno come ultima nota un SI a 61,74Hz! :o: ). E vai col quintalone di ferro! :D
La schiena la considero sempre per ultima.... :woot:
 
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fraggo
view post Posted on 3/7/2012, 22:33




Buonasera, oggi ci siam trovati per reperire possibilmente su un unico sito tutti i componenti per realizzare il progetto.
I siti che abbiamo controllato sono http://valvole-audio.com e www.enovaz.it
Purtroppo non siamo riusciti a trovare un trasformatore di alimentazione come da specifiche, mi sapreste consigliare?


Vanno bene questi zoccoli per tutte e 4 le valvole?
www.enovaz.it/prodotto-146098/Zoccoli-Noval-da-telaio.aspx

Siamo arrivati alla conclusione di utilizzare potenziometri lineari, è giusto?

Poi il mio chitarrista chiede se con i 15W è sufficiente per suonare in sala prove con una batteria non amplificata e che cono accoppiargli.

Grazie mille e scusate il disturbo

Fraggo

Edited by fraggo - 3/7/2012, 23:53
 
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svalvolman
view post Posted on 3/7/2012, 23:17




Ciao Fraggo,
gli zoccoli che hai linkato sono adatti.
Il trasformatore con le specifiche del progetto difficilmente lo trovi in commercio. Io non a caso ti ho suggerito il sito di Novarria...perchè puoi fartelo avvolgere secondo le esatte specifiche. Insomma te lo avvolge lui, da zero.
Riguardo ai potenziometri, la buona regola stabilirebbe per il controllo "VOLUME" un tipo LOGARITMICO. Tuttavia, quì siamo in ambito chitarristico-elettromusicale, per cui vanno bene per tutti e 3 dei modelli LINEARI. Anche perchè la maggiore "irruenza" di regolazione sul volume, di solito soddisfa di più psicologicamente e permette di poter lavorare più finemente in regime di saturazione (cosa gradita in questo particolare ambito).
15 Watt (questo arriva a 18-20, a dirla tutta) non sono moltissimi, però secondo me sufficienti e polivalenti in tutte le situazioni: dal piccolo club allo stadio (tanto in quest' ultimo caso viene microfonato e riamplificato, no?). Dipende molto dal genere suonato e dalla caratura del batterista; col "pestone maledetto" anche 50Watt sono pochi...
Che altoparlante accoppiargli? Dipende dai propri gusti.
Sicuramente è preferibile un modello che abbia una buona sensibilità (fermo restando che sia specifico per chitarra, ovvio). Tieni conto che un aumento di soli 3 dB da un modello all' altro, comporta una resa in volume doppia. Esempio: 88dB contro 91dB. Il secondo rende il doppio come volume sonoro....
Scegli tu. Esistono ottimi modelli, sia Ceramici che in AlNiCo, della Jensen oppure della Celestion che potrebbero essere candidati allo scopo. Ti consiglio di spulciare bene tra i Jensen. Ricordati di guardare le caratteristiche sul foglio tecnico,mirando a quello che più si avvicina ai gusti e/o esigenze. Guarda anche il parametro della sensibilita (dB a 1Watt a 1metro), per i motivi di cui sopra.
Ok?
come al solito facci sapé
CiauZ
 
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