Finale Amplificatore per chitarra SOUTHERN "MOStro"

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svalvolman
view post Posted on 21/7/2012, 11:27




Amici musicofili e chitarromani del Forum, grazie anche all' invito del nostro Lawrence, vi propongo un nuovo progetto.
Nell’ infinita diatriba tra valvolare e stato solido, in ambito elettromusicale, ho voluto mettermi in prima linea e portare avanti un mio personale esperimento...

Stavolta la mia mente “mannara” vuole tentare il colpo grosso…davvero grosso e succulento! Il progetto-oggetto della presente, è un finale a stato solido che ho simpaticamente battezzato "MOStro", appartenente ad una serie speciale di amplificazione per chitarra elettrica, che ho sviluppato e che ho chiamato "Alchemy", con pre e finale interamente a stato solido.
Con questo modulo finale di potenza, potrete pilotare i vostri stacks di casse, direttamente con il vostro sistema "pedal-board", analogico o digitale che sia, con una notevole proiezione sonora, un grande range dinamico e armonico, la tipica "botta" dei migliori valvolari e la robustezza, unita all' assoluta mancanza di manutenzione, del transistor.

In tanti anni di passione e ricerca, nonché visione di innumerevoli schemi elettrici di ampli di ogni genere, posso affermare di non aver visto mai nulla del genere; mi sono chiesto più volte il perchè, vista in fondo anche la massima semplicità del circuito che ho sviluppato (sono il solo e unico ad esserci arrivato? possibile?). Tuttavia, come altre volte appurato, i progettisti e i costruttori a livello industriale hanno come primo interesse quello di guadagnare il massimo, riducendo nella stessa proporzione i costi; difficilmente si impegnano a tirar fuori qualcosa di originale: di solito preferiscono adottare le classiche tipologie di sempre, cambiando qualche valore e affidandosi, al più, a dosi terribilmente massicce di NFB, forzando le circuitazioni ad avere presunte caratteristiche valvolari, negando a priori cure progettuali di garbo, anche minime, ai loro prodotti a stato solido. In pratica essendo essi intrinsecamente rilegati alla fascia economica (e quindi ai principianti), vengono sfornati senza troppe cure e con altoparlanti davvero pessimi: l’importante è che suonino.
Se ne vedono perciò di ogni: componentistica di qualità molto discutibile; stampati scadenti con piste di potenza sottilissime; masse a spasso su e giù come capita e senza alcuna distinzione tra segnale e potenza; semiconduttori al limite della rottura termica e mal dissipati; celle di bypass e alimentazioni sottodimensionate e mal filtrate...
Da qui la cattiva fama sonica del transistor in quel ramo specifico (e non solo).

Fermo restando che sono (e resto) convinto che la tipologia valvolare sia in assoluto la migliore per l’ amplificazione della chitarra elettrica, credo anche che si possa far suonare bene uno stato solido e conferirgli, in via del tutto essenziale e analogica, un comportamento più che dignitoso, dalle caratteristiche simili ai circuiti valvolari, a noi molto cari.
Certamente non è impresa facile, perché le due tipologie sono molto differenti nelle loro caratteristiche intrinseche.
Ciò che le valvole offrono in via del tutto naturale (un carattere che è il risultato di complesse e a volte sottili interazioni elettriche, molto determinanti), può diventare un’ impresa davvero difficile da riprodurre con integrati e transistor. Almeno con le tipologie classiche di solito in uso con tali dispositivi.
Si tratta di una sfida tanto interessante quanto ardua, dove niente può essere lasciato al caso. Bisogna necessariamente conoscere approfonditamente le due tecnologie ed analizzarne meticolosamente le caratteristiche e le inevitabili divergenze.
E’ comunque doveroso mantenere una certa sobrietà e precisare che per quanto si possa lavorare con cura e precisione al progetto, bisognerà accettare dei compromessi, in cui sono compresi limiti invalicabili che immancabilmente dividono da sempre le due tipologie; nello specifico è lo stato solido a “piegarsi”, limitando, ad un certo punto, i traguardi raggiungibili nella creazione di un perfetto clone valvolare. Tuttavia, si possono ottenere risultati di tutto rispetto con pesi e costi infinitesimali al confronto: Diciamo che, in una sorta di auto-compensazione, si perde qualcosa sulla qualità assoluta ottenibile nei confronti del suono e se ne guadagna un’ altra, concretizzata nel risparmio in dimensioni, peso e denaro investito.

Cerchiamo quindi di capire un attimo quali sono le caratteristiche fondamentali tipiche di un sistema di potenza a tubi.
Per prima cosa, un classico push-pull per la chitarra, generalmente è sviluppato su Pentodi o su Tetrodi a fascio (molto di rado coi Triodi, o meglio con gli stessi Pentodi o Tetrodi configurati a Pseudo-Triodo) e solitamente, costoro, vedono un carico riflesso offerto dall' altoparlante, tramite il trasformatore d' uscita, di molto inferiore a quella loro “interna” offerta (la cosiddetta Rp o Ri). Questo significa che i tubi si comportano per lo più come generatori di corrente e non come generatori di tensione (i triodi e gli apparecchi a stato solido di solito approssimano quest’ ultima tendenza). Si tratta della prima importante differenza di cui tenere assolutamente conto. Un ampli a Pentodi o Tetrodi è quasi esclusivamente un amplificatore a Transconduttanza: ad una tensione in ingresso, corrisponde una corrente in uscita.
Tranne per alcuni casi, come il Vox AC-30 e AC- 50 oppure il Traynor YCV20 che non hanno nessun tipo di controreazione negativa e mantengono completamente intatte le caratteristiche di amplificazione a transconduttanza offerte dalle valvole finali, di solito si lascia ad una moderata dose della succitata NFB il compito di “domare” le caratteristiche di uscita del push-pull (spesso tale rete di NFB è integrata nel sistema “Presence”), al fine di renderle più costanti al variare del carico; Infatti gli ampli classici in push-pull elettromusicali, hanno un basso o un bassissimo “Damping Factor” o “Fattore di smorzamento”.
Nello specifico, quindi, una delle caratteristiche tipiche degli amplificatori valvolari, a pentodo o tetrodo, è quella di seguire il comportamento dell' impedenza del' altoparlante in funzione della frequenza che, specie per i modelli dedicati alla chitarra, presenta larghe escursioni “verso l' alto”, soprattutto. I modelli controreazionati esibiscono un forma di pilotaggio del carico a potenza costante. Quelli non controreazionati (tipo Vox AC30), invece, si comportano come un generatore a transconduttanza, nei confronti del carico: ad un raddoppio di impedenza, corrisponde un raddoppio di potenza (ovviamente nei limiti della retta di carico).
Per contro, un finale a stato solido, si comporta in maniera opposta, tendenzialmente come un generatore a tensione costante (ad un raddoppio dell' impedenza, corrisponde un dimezzamento della potenza disponibile).
Ecco anche perchè, a parità di altoparlante utilizzato, un finale a tubi suona più aperto e frizzante e anche vaporoso sui bassi, mentre uno a stato solido suona più scuro, fermo sui bassi e asciutto.

Altro differenza sostanziale tra le due tipologie è la morbidezza nel clipping: mentre uno stato solido, raggiunto il limite della sua massima potenza d’ uscita (limite invalicabile dato dalla sua stessa tensione d’ alimentazione), “taglia” di netto i picchi più alti squadrandoli in modo deciso, un finale valvolare (complice la linearità dei tubi, ma anche la presenza del trasformatore d’ uscita) man mano li schiaccia arrotondandoli, li comprime. La saturazione resta, anche se spinta di molto in là, molto più morbida e musicale rispetto ad una onda quadra sviluppata dai semiconduttori (le armoniche generate sono di basso ordine, eminentemente). Anche la polarizzazione (il famoso BIAS) dei tubi finali subisce uno slittamento dinamico in queste condizioni e partecipa a quanto detto poc’ anzi. Un ampli a stato solido ha al suo interno numerosi generatori di corrente costante, unitamente ad un elevatissimo tasso di NFB, che mantengono i punti di lavoro inchiodati e precisi; quelli a valvola, invece, non ne dispongono e il punto di lavoro statico varia in funzione del grado di saturazione, della potenza d' uscita e del carico in uscita.
Infatti la saturazione nello stato solido interviene quasi esclusivamente per "insufficienza di alimentazione" (sono perfettamente lineari fino alla fine); nelle valvole costei interviene in modo graduale e del tutto naturale man mano che ci si avvicina alle massime prestazioni. Su un finale a tubi, in prossimità della potenza massima i condensatori di accoppiamento sulle griglie si caricano negativamente e traslano il punto di lavoro statico verso valori più bassi di corrente a riposo.
Unitamente a questo, il segnale proveniente dallo sfasatore, data la sua impedenza d’ uscita non bassissima, tende di conseguenza a “sedersi” e a pilotare meno energicamente i finali…
I fattori che intervengono sono davvero molteplici e così lo sono altrettanto le sfumature e le spesso sottili interazioni elettriche che intervengono sul comportamento globale.

Pertanto, alla luce di questi fatti, il mio personale punto di partenza è stato quello di progettare un ampli che non avesse più di 25-30 Watt, semplice, economico, senza fronzoli e dalle prestazioni, per quanto possibile, “no compromises”.
Tuttavia, non volevo articolarmi artificiosamente (e sottolineo, inutilmente) in troppi contorsionismi elettronici ed evitare anche di usare dosi massicce di NFB a forzare sulle prestazioni ricercate. Ho ricercato per cui la massima essenzialità possibile, ricalcando la tipologia valvolare, sia come filosofia che come sbrogliatura tecnica. Utilizzare degli operazionali di potenza mi avrebbe (apparentemente) facilitato la cosa, ma li ho scartati a priori per i motivi sopracitati e anche per una certa coerenza concettuale dell' esperimento; solo componenti discreti, quindi, e nel minor numero possibile. Insomma: pochi, ma buoni e ben piazzati.

Ecco i risultati:
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La componentistica è assolutamente reperibile dappertutto ed è anche molto economica. Il trasformatore di alimentazione è un modello utilizzato nei quadri elettrici per le alimentazioni degli ausiliari...
La potenza teorica di questo modulo, dovrebbe aggirarsi sui 250Watt su 8 Ohm (alimentazione e finali permettendo), che però viene "limitata" a soli 30W RMS in assenza di clipping e arriva a 50W circa in clipping "spinto" (in realtà distorce volutamente molto poco di suo, elargendo più che altro quello che in gergo musical-chitarristico viene chiamata compressione/soustain, come nei veri valvolari). Il volume è davvero notevole, soprattutto se lo spinge in quella zona di saturazione.
La potenza erogata, grazie alla modestissima dose di NFB, è costante , similmente alle testate a Tetrodo/Pentodo in Push-Pull, nella gamma di variazioni del modulo dell' altoparlante che va da 4 a 40 Ohm. Questo amplificatore, infatti, ad un confronto con uno standard solid-state suonerà più "aperto" e "brillante" e con una notevole "botta".

Se anche voi volete ripetere l' esperimento e costruirvi il vostro esemplare, ecco alcune indicazioni pratiche, comprese quelle per una perfetta taratura:
I transistor TR1 e TR2 vanno raffreddati con una piccola aletta per TO39;
I due Termistori NTC, invece, vanno montati sulla stessa aletta dei 2 Mos finali, spalmando entrambi i lati con pasta termica (mi raccomando: non lesinare);
Ovviamente i due Mosfet vanno BEN dissipati. Naturalmente si alloggeranno questi in modo che possano arearsi nel case e si provvederà a far buchi, feritoie e quant' altro serva ad un buon circolo di aria interno-esterno. Se l' ampli dovrà suonare in posti molto caldi, consiglio di integrare un piccolo ventilatore che aiuti l' espulsione del calore. Non è strettamente necessario, ma aiuta sempre;
Dove non specificato le resistenze sono da intendersi da 1/2Watt. Se poi come base si tengono 1Watt, non farà male, anzi. Meno rumore termico e più affidabilità generale.
I condensatori di piccola capacità sono da preferirsi al poliestere o, meglio ancora, al polipropilene.
I condensatori elettrolitici è bene che siano di qualità e con ottimo grado di isolamento; soprattutto quelli vicini ai MOS, è bene che siano a basso ESR-LSR e che siano posti vicini a loro. Stesso dicasi per quelli da 220-100nF-100V.

Nello schema troviamo 2 trimmer, rispettivamente: BIAS1 e BIAS2.
Scegliere dei modelli multigiro e, se si riesce, in Cermet. La loro qualità renderà facile e precisa la taratura e l' affidabilità nel tempo. Si bloccheranno infine con una goccia di smalto per unghie.

TARATURA:

SENZA DARE TENSIONE

1) Porre i due Trimmer BIAS 1 e BIAS 2 in modo che tra il cursore centrale e il terminale collegato al rispettivo NTC ci sia il minimo valore resistivo (cioè 0 Ohm). Basta un tester. Mi raccomando E' IMPORTANTISSIMO. Se sbagli questa, vedrai partire istantaneamente in fumo la coppia di Mosfet finali....

2) Collegare in uscita all' amplificatore una resistenza da 8,2 Ohm 5Watt, in funzione di carico sostitutivo dell' altoparlante. Se non si è sicuri del cablaggio, servirsi di una resistenza da 47-100Ohm 5Watt. Se abbiamo commesso qualche errore (capita) salterà lei....

3) Cortocircuitare l' ingresso dell' amplificatore. E' importante che non entrino disturbi spuri durante la taratura.

DOPODICHE' SENZA FRETTA:
1)Collegare il solo ramo di alimentazione +75 VDC dell' alimentatore all' amplificatore, interponendo un Tester settato su 250mA DC in serie .
Colegare anche la massa, ovviamente.

2) Accertarsi che "PONTICELLO TARATURA 1" sia chiuso e aprire invece il " PONTICELLO TARATURA 2" (presente sul ramo opposto).
3) Dando tensione, ruotare lentamente BIAS 1 fino a leggere sul tester un valore di assorbimento a riposo di 150mA.

4) Spegnere l' alimentatore e lasciare così scaricare per bene i condensatori sull' alimentazione.

5) Scollegare il ramo +75 VDC e collegare adesso il solo ramo di alimentazione -75 VDC dell' alimentatore all' amplificatore, interponendo un Tester settato su 250mA DC in serie .
Colegare anche la massa, ovviamente.
6) Aprire il "PONTICELLO TARATURA 1 e chiudere adesso il "PONTICELLO TARATURA 2".
7) Dando tensione, ruotare lentamente BIAS 2 fino a leggere sul tester un valore di assorbimento a riposo di 150mA e cioè IDENTICO AL RAMO TARATO PRECEDENTEMENTE.

8) Dopo 15-20 minuti che l' ampli è acceso (e quindi a caldo) è buona norma ricontrollare le 2 correnti di BIAS, ritoccandole se necessario.

9) Spegnere l' alimentatore e lasciare così scaricare per bene i condensatori sull' alimentazione.

TARATURA CONCLUSA!!!!

Alcune NOTE finali....PRIMA DI COLLEGARE L'ALTOPARLATE LA PRIMA VOLTA.

L' amplificatore è molto stabile, anche tenuto conto che non ha differenziali ultra-controreazionati che svolgono la funzione di autobilanciare l' uscita sullo 0 volt.
Tuttavia, consiglio di prendere il tester e di settarlo per 250mV DC e di porlo sui morsetti di uscita all' Altoparlante, dove è già presente la resistenza da 8,2 Ohm 5Watt (in parallelo ad essa, per intenderci). Un valore di OFFSET di + o - 50mV è ancora normalissimo. Se dovesse essere leggermente maggiore, si dovrà intervenire su uno dei due Trimmer BIAS, ruotandolo lentamente in un verso o nell' altro fino a leggere 0Volt o comunque il minor valore possibile. Anche per questa operazione l' ingresso dovrà essere necessariamente messo in cortocircuito.

Nel mio esemplare l' offset oscilla, tra caldo e freddo (senza ventilazione forzata!), da circa -20mV a circa + 35mV: OTTIMO!

Un esempio di alimentatore idoneo potrebbe essere benissimo questo:
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Ecco infine alcune foto del mio prototipo. Oddìo, sono scarsissime (vecchio cellulare, gente) però rendono almeno l' idea...

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Le mie prove sono state fatte con un Trasformatore di alimentazione 55-0-55 V 100VA. Il tutto si è comportato già più che benone. Per cui potrebbe andar bene anche un modello di tale caratura. Naturalmente con un 120-150-160-180VA si miglioreranno le prestazioni generali e si ridurrà la componente di ripple sui condensatori di filtro (allungandone la vita). Un modello da 220VA LEGRAND su RS costa intorno a 50euro...

Edited by svalvolman - 21/7/2012, 19:20
 
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view post Posted on 23/7/2012, 10:03
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Immane Rompiball

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Complimenti vivissimi per la presentazione, per l'impegno e per il progetto (un pò meno per le foto fuori fuoco :rolleyes: ).
Ho qualche dubbio però sulla trattazione "acustica" e sui motivi per i quali il tuo ampli va bene. Visto lo schema, anche se non l'ho sentito e non l'ho provato credo che vada bene, lo schema mi convince. Meno la faccenda sulla trasconduttanza, e sul damping factor, mentre sulla faccenda del "feeling audio" :
CITAZIONE
... Ecco anche perchè, a parità di altoparlante utilizzato, un finale a tubi suona più aperto e frizzante e anche vaporoso sui bassi, mentre uno a stato solido suona più scuro, fermo sui bassi e asciutto.

Ci devi una spiegazione più ampia e approfondita.
Di nuovo, complimenti per la realizzazione e l'impegno che dimostrano ciò che può fare uno se ha veramente voglia di fare. ;)
 
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svalvolman
view post Posted on 24/7/2012, 07:20




Ciao Lawrence,
eh, in effetti le foto sono davvero brutte, però non posseggo una macchina fotografica digitale e il mio vecchio nokia N70 non ha la modalità macro...
le ho messe lo stesso perchè non volevo lasciare il progetto in solitudine (anche per una questione di credibilità e coerenza, che mi sembrano giuste verso gli altri del forum).
Ti ringrazio per le lodi, immeritate in verità. Io lo ammetto a voce alta, non sono uno dai calcoli sopraffini e dalla grande caratura teorica: sono nato "praticone", lettore di riviste, qualche libro, ma ho sempre amato più il lato pratico che quello teorico dell' elettronica. Non so se questo sia un bene o un male (penso sia un limite, ahimé), però lo ammetto: per me spesso è l' orecchio e l' intuito che mi indicano la strada...(vabbè due misure all' oscilloscopio le faccio anche io, neh!).
Comunque mi sembra giusto chiarire meglio le cose che hai sollevato e che non ti convincono. Cercherò con tutto ciò che mi è possibile di essere più chiaro ed esauriente. ;)
Indicami per cui, se vuoi, in modo dettagliato le cose che non convincono ed io cercherò di esporle meglio.
Premetto solo una cosa:
In campo elettromusicale, molto spesso, sono ritenute buone e desiderabili caratteristiche che in HI-FI sarebbero aspramente criticate. Incredibile ma vero: comanda più l' orecchio che l' oscilloscopio! :woot:

Naturalmente, per quanto riguarda il mio amplificatore, sul giudizio pesa senz' altro il principio dello "scarrafone", per cui sarò spinto a dire che suona bene... :shifty:
Quello che però è vero è il fatto che riuscendo a erogare la potenza di targa (30W) su un' area più estesa del modulo dell' impedenza dell' altoparlante (fino a 40 Ohm), riesce a suonare più aperto e forte rispetto ad un tradizionale stato solido. Un esempio?
Un ampli standard che fornisce 30W su 8 Ohm, alla frequenza di risonanza dell' altoparlante (facciamo per semplicità 32 Ohm) eroga "solo" 7,5W (ad un raddoppio del carico la potenza si dimezza).
Il finale MOStro, invece, riesce a mantenere sull' altoparlante una potenza di 30W (il quadruplo dell' ampli precedente); la sensazione all' ascolto produce un volume doppio.
In quella gamma perciò esso suonerà più presente. Lo stesso succede per le altre "punte" del modulo Z dell' altoparlante. La gamma utile di risposta in frequenza viene estesa e colorata esattamente sulle caratteristiche del cono. Viene fornita energia all' attuatore in un range più ampio dello spettro, producendo una maggiore presenza.

Porc, è tardi! Devo fuggire a lavoro.....aiuuutoooo! :unsure:
 
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view post Posted on 24/7/2012, 08:54
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Immane Rompiball

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Calma, calma e ancora calma. :)
Ci sono molte cose che mi quadrano poco. Non significa che il tuo non sia un lavoro ammirevole se hai fatto tutto o quasi da te. Anzi. Però ci sono delle cose che o non ho capito bene oppure nascondono qualche zona d'ombra.

Cercando di sintetizzare:
Su di un carico resistivo abbiamo dissipazione di potenza che nel tempo diventa lavoro quando abbiamo presenza in contemporanea di tensione e corrente. In altre parole P=VI e W=Pt. Insomma, basilarmente e semplicemente la potenza è il prodotto tensione corrente, se una delle due è zero, la potenza è zero. L'energia è il prodotto potenza per tempo. Quello che sentono le nostre orecchie, i timpani ed annesso cerume circostante, è l'energia trasmessa dal carico all'aria. In questo discorso quello che può variare, oltre alla quantità di cerume che dipende dalla pulizia personale, è il tipo di carico che non è puramente resistivo.
Con questo discorso apparentemente demenziale ma che non lo è, infatti vorrei invitarti ad una seria riflessione, leggendo e rileggendo trascurando la faccenda della pulizia personale, voglio dire che ci sono diversi tipi di amplificatore trattati dalla teoria dell'elettronica, gli amplificatori con uscita in tensione e quelli con uscita in corrente. Entrambi sono modellabili con i rispettivi generatori di tensione ideale e corrente ideale. Un generatore di tensione ideale mantiene la tensione ai suoi capi costante indipendentemende dal carico, il generatore in corrente mantiene la corrente costante indipendentemente dal carico. Stiamo parlando solo di modelli ideali, non esistenti in pratica o per lo meno non esistenti per carichi da zero ad infinito. Un generatore a tensione costante reale è uguale ad un generatore di tensione ideale finchè il circuito che alimenta ha un'impedenza infinita. Un generatore di corrente costante reale è uguale ad un generatore ideale di corrente quanto il carico è di zero ohm. Per valori del carico che tendono a zero per il generatore di tensione, e all'infinito per il generatore di corrente abbiamo, per i generatori reali una perdita delle loro qualità di parametro costante.
Detto questo, sempre assumendo di avere un altoparlante che presenta un carico resistivo e poi vedremo il perchè, se vogliamo energia all'uscita dell'altoparlante dobbiamo fornire sia tensione che corrente. Se il segnale in ingresso è ciò che vogliamo riprodurre in uscita ed il segnale in ingresso è proporzioale al segnale audio in tensione, l'uscita deve essere a tensione proporzionale alla tensione in ingresso. Non può essere ovviamente in corrente, nè in potenza nè in quant'altro.
Ora, perchè ho parlato di carico resistivo e non induttivo o capacitivo? Un altoparlante non ha un comportamento resistivo, ovviamente. Già. Appare da tutte le curve caratteristiche che un altroparlante è tutto meno che resistivo.
Abbiamo trascurato in questo passaggio una cosa fondamentale che sfugge a molti. Quelle caratteristiche sono dell'altoparlante in aria senza contenitore o cassa armonica o quant'altro e quindi, non può trasferire all'aria se non una piccola parte della potenza dell'amplificatore comportandosi come un carico induttivo e avendo una curva caratteristica di risonanza molto accentuata. Se l'altoparlante è da sfruttare per convertire la potenza elettrica fornita dall'amplificatore in potenza sonora e conseguentemente energia sonora occorre che l'altoparlante si comporti in modo resistivo e cioè, deve essere montato in una cassa acustica adeguata. Se nonostante tutto l'altoparlante presenta in campo audio una curva strana questo tratto deve essere eliminato con un filtro crossover e sostituito da un tratto più lineare di un altro altoparlante e così via.
Quello che si ottiene, ovviamente, non è ancora una curva puramente resistiva, ma ci si può avvicinare. Per questo esistono casse acustiche più o meno buone. O se vuoi, che suonano più o meno bene. Non esiste forza della natura che convinca l'aria a muoversi se l'altoparlante non è chiuso dentro una buona cassa acustica di qualche tipo. Quindi, tutti i discorsi sulla trasconduttanza, sull'induttanza degli altoparlanti, sulla frequenza di risonanza ecc... sono traviati da un insolito modo di vedere le cose del settore "audiofilo" che non conoscendo la fisica e l'elettronica interpreta in modo errato certi fenomeni.
Ora, ci sarebbe da parlare molto dell'NFB o della reazione negativa e dei controlli ad anello chiuso per la compensazione dell'errore di amplificazione ad anello aperto. Ma devo andare a discutere di queste cose con un cliente, purtroppo.
Ora comprendi quali sono le mie perplessità?
Saluti.
E ancora complimenti per il lavoro. ;)
 
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svalvolman
view post Posted on 25/7/2012, 19:28




Ciao Law,
sono calmissimo (la fretta in Brianza è una brutta bestia; soprattutto per me che sono terronissimo D.O.C. ...) :blink:
Seriamente, dico davvero: i complimenti mi imbarazzano sempre un po', perchè personalmente non mi ritengo un grande erudito sul campo.
Il progetto sì, è tutto mio. Volevo da tempo fare qualcosa a stato solido ma che non mi facesse rimpiangere troppo le valvole (amate, mie amate!). Insomma: volevo provare praticamente cosa poteva uscire da un' idea che mi ronzava da tempo nel cervello, con pochi pezzi e senza scomodare circuiti particolari, integrati e affini.

Le tue perplessità sono più che fondate, in effetti. Tutto vero, tutto giusto.
Quello che ho scritto era più in gergo chitarristico che in gergo elettronico. Il campo dell' elettronica in ambito musicale, è abbastanza particolare. Addirittura spesso va in opposizione a quello audiofilo o "standard" acustico. Ebbene sì: si trasgrediscono regole fisiche di base e si considerano desiderabili caratteristiche del tutto fuori dal buon senso elettrico-tecnico. Ci sono chitarristi a cui piace lo spernacchio sulle basse tipico del cono da 15" del Fender Bassman del '59, per esempio.

Ad esempio: Non viene affatto, come dici tu, ricercato il miglior rendimento del sistema altoparlante-cassa (come buon senso suggerirebbe), ma principalmente la "coloritura" sul suono del complesso.
Non interessa cercare di linearizzare il modulo dell' impedenza dell' attuatore, neanche con celle smorzatrici o cross-over, ma piuttosto si sfruttano le zone di enfasi o di taglio che esso può fornire, al fine di farlo contribuire attivamente alla sonorità globale.
Lo dimostrano anche le miriadi di modelli di altoparlanti dedicati alla chitarra, tra i cataloghi Jensen, Celestion e altri. Ognuno ha le sue caratteristiche e, costoro, vengono sfruttati quasi del tutto così come sono. Spesso, i sistemi utilizzati per caricare l' altoparlante, non risolvono che in minima parte le variazioni del modulo dell' impedenza dell' altoparlante.
Certamente esistono gli stacks chiusi (tipo i famosi 4x12"), però vengono anche molto apprezzati quelli "open back", "half open back" o addirittura con pannelli removibili a piacere. Ad esempio il cabinet "open back" è molto apprezzato dai bluesman o dai chitarristi che suonano con una timbrica pulita dello strumento, perchè lo ritengono più "morbido" e "rotondo", rispetto alla cassa chiusa (molto apprezzata nel metal, invece) e questo anche ben sapendo che si peggiora il rendimento complessivo del sistema. soprattutto nella zona della frequenza di risonanza dell' altoparlante. E in effetti molto si perde.
Ecco perchè dico che con lo stesso altoparlante due amplificatori di diversa tipologia suonano diversamente: perchè i sistemi cono-cassa in uso in ambito chitarristico sono tutto tranne che di concezione standard.
Non ho gli strumenti adatti per poter provare quello che sto dicendo, ma basta anche solo fare una prova pratica, "ad orecchio", per poterlo ascoltare dal vivo, da se stessi.
Ecco che a questo punto, vista la complessità della risposta di un sistema attuatore dedicato alla chitarra, l' amplificatore che si decide di utilizzare viene coinvolto attivamente e contribuisce non poco al risultato globale.
Spero di aver detto qualcosa di sensato.... sono stanchissimo eek1
 
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thermidor
view post Posted on 25/7/2012, 21:07




Sei chitarrista?
Se si sappi che siete molto strani, seguiti dai batteristi e dai suonatori di Hammond.
Comunque a differenza degli audiofili è vero che i chitarristi hanno una predisposizione per la ricerca del suono. Confermo che utilizzano le soluzioni più strane: un mio amico metteva il Marshall nello sgabuzzino e lo microfonava, per lui così il suono era meraviglioso.
Ad ogni modo il lavoro è notevole, non so se la rete di Zobel è realmente centrata sull' induttanza dell' altoparlante ma credo di si, vista l' esperienza dimostrata.
Davvero i miei complimenti.
 
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svalvolman
view post Posted on 25/7/2012, 23:13




He He He....
la chitarra la suono (ok, ok, mettere a ultra palla l' amplificatore non è suonare...!) ma....
sono un Batterista....il cui primo amore è stato la chitarra....e a cui piace costruire elettroniche per chitarra ....
potevate capitare peggio di così??? :woot:
 
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view post Posted on 26/7/2012, 08:13
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Immane Rompiball

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Comprendo la situazione. C'è da dire, però, che le soluzioni adottate da chi suona e non conosce l'elettronica o la conosce solo di nome sono le più disparate. In ogni caso, ad un altoparlante basta una tavola di legno per funzionare quasi bene. Il famoso 'infinite baffle" ne è una prova. Detto questo, un buon amplificatore che amplifica linearmente e fedelmente ciò che arriva in ingresso sottoforma di segnale in tensione, può amplificare ciò che viene distorto, ecato, riverberato, transumato, riesumato e ritransmantrugiato prima per ottenere il suono che più ci piace. Immergere l'altoparlante dentro la vasca da bagno non è il miglior sistema per ottenere un suono particolare.
:)
 
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view post Posted on 29/7/2012, 15:13
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Rompiball

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Non me ne intendo di ampli, non mi sono mai cimentato, ma sti....cavoli, tanto di cappello Svalvolmen... davvero, ma davvero complimenti!
 
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svalvolman
view post Posted on 30/7/2012, 22:50




Per farvi capire con quale bestiaccia avete a che fare, vi MOStro subito.....
www.youtube.com/watch?v=4ttObiuVJ2Q&feature=player_embedded
Special Guest cogli amici del "Mercato Nero"

www.youtube.com/watch?v=pd9i5mGYzmA
Col mio gruppo "delle vacanze" (gli "opposti paralleli"), giù in paese. 4 prove e si fa lo spettacolo in piazza...
Ah, "El Moschettiero" sono io

www.youtube.com/watch?v=Vf5NR4YmNdY&feature=player_embedded
col mio gruppo Blues. I "Dirty Blues Band"

E questo sono io, circa 1 mese fa... (io sto' alla vostra sinistra, come si conviene in questi casi...)
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Mi fermo quì, vah...
Scherzi a parte, conto di realizzare a breve dei sample con il finale, in modo da poter dare un' idea delle sonorità ottenibili. Ok? Ciao belli!
 
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thermidor
view post Posted on 30/7/2012, 23:12




Beh spero che in un mese tu sia migliorato, ma ne dubito.
Un batterista, in più amante delle valvole non ha alcuna speranza di miglioramento, per fortuna.
By the way, per "autocelebrarmi" un po', perdona la vanità, in questo video è stato usato il mio synth, è quell' oggetto bianco pieno di cavi.
www.youtube.com/watch?v=m0k99c-CtMo
Certo il blues è un' altra cosa.
 
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svalvolman
view post Posted on 31/7/2012, 06:56




Complimenti davvero! Notevolissimo! I Synth sono molto affascinanti e per nulla facili da concepire/realizzare.
Mr. Moog sarebbe orgoglioso di te. Autocelebrazione più che legittima, bravissimo Thermidor!

P.S. Non posso fare altro che peggiorare.... :woot:
A proposito: nel primo video anche il chitarrista sta usando una mia creatura: un vecchio Davoli Show II customizzato da me con l' aggiunta di un pre a valvole...
sono piccole soddisfazioni :)
 
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view post Posted on 31/7/2012, 09:46
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Immane Rompiball

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thermidor
view post Posted on 31/7/2012, 10:46




CITAZIONE (svalvolman @ 31/7/2012, 07:56) 
I Synth sono molto affascinanti e per nulla facili da concepire/realizzare.

Questione di punti di vista, secondo me è più facile fare un polymoog che un amplificatore valvolare (almeno concettualmente).
Ognuno si esprime al meglio nelle cose in cui ha più confidenza, poi naturalmente più cose si imparano meglio è.
 
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svalvolman
view post Posted on 1/8/2012, 07:38




Diavolacci a parte,
ecco i primi sample. In verità ho suonato male, perchè ultimamente sono davvero stanco. Tuttavia almeno una prima idea sul "carattere" di questo ampli ce la possiamo fare. Io noto innanzitutto una certa risposta "muscolosa" sui bassi (a me piace) e una leggera punta sulle medie (non male per uscire dal mix).
Per questa prova ho assemblato al volo un piccolo pre a 2 Fet, in modo da spaziare dal suono CLEAN al DIRTY CLEAN (un crunchettino poco distorto) e poter apprezzare anche la gamma dinamica dei suoni.
Queste prove sono state fatte a volumi moderati, registrando con uno Zoom H2 posto a circa 2 metri dalla cassa (una marshall standard 2x12").
Il pre è assolutamente FLAT, per cui non sono presenti controlli di tono e/o correzioni timbriche varie: ho volutamente lasciato il tutto diretto e naturale.
A breve anche le prove a manetta...(alle 21 di sera non posso, perchè verrei lapidato entro 5 minuti dall' intero vicinato). Magari li rifaccio tutti in modo più degno...

Ok gente! Ecco il sample del suono pulito
www.youtube.com/watch?v=qdhd-2uV1_0&feature=youtu.be

Ecco invece quello con una leggera distorsione da parte del pre.
www.youtube.com/watch?v=DVJSuXQeBpQ&feature=youtu.be
 
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14 replies since 21/7/2012, 11:23   1141 views
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