Conversione del grasso animale in energia, e/o qualcosaltro.

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view post Posted on 28/10/2013, 09:09
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Immane Rompiball

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Continuamo la discussione sulla conversione in energia dei grassi animali per via chimica o fisica. Gassificazione o transesterificazione, cracking o reforming.
Ci sarebbe un impresa che come sottoprodotto produce grasso animale che rivende per due palanche ad una società di cosmetici. Facendo i conti, se quella quantità di grasso fosse convertita con un rendimento decente in energia elettrica potrebbe guadagnare almeno cento volte tanto. Infatti, pare che il potere calorico del grasso animale sia di 37MJ/kg e a differenza dei prodotti petroliferi non contiene zolfo. Il problema, in partenza sta nell'azzeccare il processo giusto per ottenere il maggior rendimento nel modo più semplice e meno costoso.
Idee?
 
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view post Posted on 28/10/2013, 15:52
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Noioso

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"Il problema, in partenza sta nell'azzeccare il processo giusto per ottenere il maggior rendimento nel modo più semplice e meno costoso."

Esatto!!!!!!! Ergo: pochi reattori e tanti scambiatori di calore ;)

Se l' interesse regio è quello di recuperare energia (e se la natura del grasso lo permette) il modo più semplice è quello di usare il grasso stesso come combustibile.
Convertire il grasso in qualcos' altro, che poi deve essere comunque bruciato serve solo ad aumentare le spese (mantenimento di un reattore in più) e ad abbassare il rendimento.
Quindi servono notizie extra su questo grasso :)
Da che animali proviene? A che temperatura solidifica?
Se il grasso si rivela inadatto ad un processo di combustione, allora c'è da pensare ad un processo di reforming.
Scarterei a priori l' ossidazione parziale, dato che, se il suddetto grasso si rivelasse non idoneo ad una combustione, sarà ancora meno idoneo per una ossidazione parziale.
Fissato queste premesse, se ci fosse forzatamente bisogno di una gassificazione, direi di puntare su un reforming con vapore: le temperature sono alte, ma si ottiene gas di sintesi con una resa teorica del 100% (questo implica lo 0% teorico di sottoprodotti da smaltire e che potrebbero impeciare il reattore).
Il gas di sintesi può successivamente essere shiftato in idrogeno o bruciato talquale.
Le rogne sicure di questo processo sono l' alta temperatura di esercizio (siamo intorno ai 1000 C°) e l' uso forzato di acciai speciali in grado di resistere all' azione corrosiva del CO (è un legante fortissimo per il ferro ed il complesso che si forma è gassoso rendendo impossibile una passivazione della superficie metallica).
 
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view post Posted on 29/10/2013, 09:40
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Immane Rompiball

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Si, l'interesse è proprio quello di convertire la maggiore energia possibile in energia elettrica, e quindi, conta molto anche il tipo di motore che verrebbe utilizzato. In pratica se adottiamo un processo che ha un rendimento del 90% e produciamo qualcosa per alimentare un motore che rende il 15% è peggio che se adottassimo un processo che ha un rendimento del 75% e che alimenta un motore che ha un rendimento del 30%.
Il grasso in questione è un miscuglio schifoso di tanti grassi mescolati di ogni tipo di animale, ma in genere dovrebbe avere un potere calorico di 35-37 MJ/kg. Uno dei problemi è il contenuto di acqua per esempio.
Bruciare il grasso così com'è è poco raccomandabile, i fumi sono pestiferi, i sottoprodotti anche peggio. Poi, una volta ottenuto il calore si deve usare una turbina ORC che come si sa danno più grane che altro, costano un patrimonio e non sono mai così efficienti come promesso. Per questo, credo che la migliore soluzione sembrerebbe fosse convertire il grasso in biocombustibile e bruciarlo dentro un motore a scoppio. Però, anche questo ha i suoi casini di partenza. L'etanolo costa, la soda caustica non costa molto, ma c'è anche quella, e poi il glicerolo deve essere recuperato.
Quindi, anche il reforming a vapore potrebbe essere preso in considerazione, recuperando il calore dal motore e dai gas di scarico con un ulteriore apporto di energia dal gas di sintesi prodotto, se necessario, per produrre il vapore ad alta temperatura.
Ma anche il cracking a catalizzazione con l'uso di dolomite o meglio a raney nickel potrebbe essere una scelta buona.
In sintesi, il problema è la tecnologia, il know how. O in parole più povere, come s'ha da fare il reattore meccanicamente. Le risorse per lo sviluppo sono pari a zero ed il budget è da miseria, da sempre in Italia è così. Se al contadino serve un trattore da 100Hp questo lo compra da 45Hp tanto se non ce la fa ad arare il campo, alla fine ci si mette lui con la fanga a finire. :)
 
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view post Posted on 29/10/2013, 15:18
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Noioso

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Di turbine non me ne intendo, quindi ti credo sulla parola! :)

"Bruciare il grasso così com'è è poco raccomandabile, i fumi sono pestiferi, i sottoprodotti anche peggio."
Mi riferivo proprio a questo...

Beh, se si deve passare da un motore a scoppio le vie praticabili si riducono.
Nel reforming con vapore l' acqua contenuta non da assolutamente problemi.

Per produrre biodiesel è consigliabile usare metanolo dato che costa meno ed è sintetizzabile dai prodotti di reforming con vapore.
Sottolineo che non c'è alcuna ragione pratica per voler usare etanolo.
Per la catalisi escluderei la soda e mi orienterei verso qualche catalizzatore supportato, diminuisce i costi e risolve il problema della separazione.

La glicerina va recuperata insieme a grassi e metanolo da riciclare (serve una rettifica a 3 colonne) ma non c'è nessuna ragione per non (s)venderla a qualche ditta di cosmetici o simili.

Il metanolo può essere sintetizzato dai prodotti di reforming con vapore (CO, idrogeno) con un processo piuttosto economico una volta messo in marcia l' impianto.
Si tratta di uno schema tipo Haber-Bosh equipaggiato di un reattore Fauser a 3 letti catalitici (ZnO, CuO, allumina in ogni stadio) che può funzionare decentemente anche con un compressore rotativo.
Tra l' altro partendo da grassi animali non si ha il problema dell' acido solfidrico che avvelenerebbe il catalizzatore.

Il cracking termico (visbreaking in questo caso) può andare bene, ma l' acqua darà dei fastidi.
Quello catalitico un po' meno: le frazioni altobollenti in generale danno dei sottoprodotti che impeciano i catalizzatori ed è per questo che per quei tipi di mandate, se si vuole usare dei catalizzatori, si preferisce utilizzare un processo di idrocracking (ma consuma idrogeno che va ottenuto tramite reforming con vapore).

Da notare che con i processi di cracking si ottengono benzine (specialmente con l' idrocracking).
 
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view post Posted on 30/10/2013, 09:39
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Immane Rompiball

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Allora, c'è da precisare qualche piccolo particolare. Questo potenziale, impianto non va in una raffineria nè in una azienda chimica ma in mano a dei "contadini" o forse peggio. Molto pegggio.
Poi, la tecnologia in questo paese abbandonato da Dio e ultimamente anche dal demonio perchè anche lui non ne poteva più, è praticamente ridotta ai minimi termini. Ci sono solo poche aziende che ormai lavorano unicamente per ENI o SNAM in grado di realizzare qualcosa di potenzialmente funzionante solo perchè gli vengono forniti i disegni esecutivi ed il resto viene messo insieme dallo staf tecnico del comittente con maestranze interne. Nel resto del paese non si riesce a fare una bicicletta a vapore che a metà dell'opera è già un cesso che non funzionerà mai.
Premesso questo, occorre la cosa più semplice, una pentola è già qualcosa di complicatissimo, che si possa pensare. Già fargli comprare dei prodotti chimici, quelli ci si avvelenano subito. Se si tratta di acqua ci affogano dentro o soffocano mentre se la bevono. Figuriamoci se si parla di etanolo. Quelli ci fanno subito la grappa di prugne.
Forse, il cracking termico con catalizzatore potrebbe essere la soluzione... Però non saprei da che parte iniziare...
 
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view post Posted on 30/10/2013, 18:42
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Noioso

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Con queste premesse non so se vale la pena partire...
Se le frazioni sono estremamente viscose, l' unico processo fattibile è quello di visbreaking: in pratica un cracking termico vecchia scuola che vi rende dei gasoli pesanti e quantità ridottissime di benzina.
Se la viscosità dei grassi non fosse eccessiva (pena l' impeciamento del cat. dopo un quarto d' ora) si potrebbe ricorrere anche a dei cracking catalitici, ma non sono impianti gestibili con quei presupposti.
Il catalizzatore è in genere un solido (argille, zeoliti, sabbie varie) trattato con acidi minerali che deve essere rigenerato di continuo per colpa dei depositi carboniosi.
Il processo a letto solido necessita di ben 3 reattori che funzionano uno in cracking, l' altro in stripping, l' altro in rigenerazione ed i cui ruoli vengono scambiati di continuo per avere sempre un catalizzatore attivo (N.B. scambiare lo stripping con la rigenerazione equivale a saltare in aria).
Il processo a letto mobile utilizza due reattori separati collegati da degli elevatori a tazze che si occupano di trasportare il catalizzatore da quello di cracking a quello di rigenerazione.
Esistono anche dei processi a letto fluido, ma sono complicati da spiegare a parole e certamente non realizzabili a budget 0.
Se ti interessa posso scansionarti alcuni schemi, giusto per farti un idea dei vari reattori.
Ad ogni modo sono processi che lavorano in torno ai 500 C° per il cracking e 600-700 C° per la rigenerazione. La pressione di esercizio è di qualche atmosfera.

Edited by DamnLarsen - 31/10/2013, 00:27
 
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view post Posted on 31/10/2013, 09:13
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Immane Rompiball

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Il fattore "incitante" è che l'unico settore che sta a malapena muovendosi è quelll della generazione di energia perchè il GSE paga di sicuro (finchè lo stato non fallisce di brutto) e perchè paga dai 280 ai 320 euro al MWh. Se si aggiunge che la materia prima è gratis il calcolo è bello e che pronto.
Però... ci sono le gabole che ti ho detto nel post precedente. L'impianto deve assolutamente costare meno che poco perchè le banche non bancano e si deve fare con i pochi soldi che ci anticipa il cliente, ammesso che non ci anticipi cambiali. Poi, rimane sempre il fatto che la tecnologia in questo paese dimenticato da Dio ma anche da satana perchè all'inferno si vive meglio, è latitante in tutti i sensi. Rimane poi, il fatto che a gestire l'impianto sono dei contadini o forse peggio ed il quadro è completo.
Comunque forse con il cracking catalittico magari bistadio con i reattori invertibili si potrebbe ottenere un syngas abbastanza pulito. Rimane da vedere come realizzare questi catalizzatori e con cosa ... se hai delle idee o se trovi dei link tutto può servire.
 
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view post Posted on 31/10/2013, 16:01
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I catalizzatori sarebbero il male minore: argille, allumina, farine fossili, zeoliti (tutta roba a buon mercato). Comunque santa Wikipedia propone uno schema piuttosto dettagliato per un impianto a letto fluido:
http://it.wikipedia.org/wiki/File:FCC_-_Cr...etto_fluido.png
Considera che la parte di separazione la potreste semplificare all' osso, giusto per decantare i grassi residui ed eliminare l' acqua.
Questo impianto ha il vantaggio di fare a meno di un sistema di trascinamento meccanico dei cat. ed è sicuramente più efficiente di un sistema a letto fisso.
Lo schema, salvo qualche minuzia, è praticamente "universale". Il reattore/rigeneratore può essere scelto tra quello in figura ed altri 2 o 3 modelli che ti posterò a breve.
 
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view post Posted on 4/11/2013, 09:14
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Immane Rompiball

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FCC_-_Cracking_catalitico_a_letto_fluido

L'avevo già visto, guardo sempre prima di ogni posto in Wikipedia, però è molto complesso per un impiantino da 100-300kW. Anzi, è terribilmente complesso. Multicicloni dentro un reattore... quà non sono capaci di fare un ciclone per la separazione delle polveri... :o:
Ci vuole qualcosa di molto più semplice. Circolano voci che qualcuno sia riuscito nell'intento, però non si sa come.
 
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view post Posted on 4/11/2013, 21:39
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Non mi resta che rispolverare i miei vecchi appunti e vedere se trovo qualcosa, magari scappa furi qualche brevetto di più semplice realizzazione...
Cerco di farti avere delle scansioni entro domani!!
 
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view post Posted on 5/11/2013, 08:58
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Immane Rompiball

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Magari. Le richieste sono tante, pare che il mercato tiri...
 
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view post Posted on 6/11/2013, 19:05
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Law mi dispiace, ma tutti gli schemi che ho trovato riportano reattori analoghi a quello del link.
Le uniche differenze stanno nel fatto che il rigeneratore può essere separato dal reattore oppure contenuto nello stesso involucro e nel modo in cui viene trascinato il catalizzatore.
In tutti gli esempi sono raffigurati i multi cicloni che ti hanno lasciato perplesso.
A questo punto non so più a cosa pensare. Resta unicamente il cracking a letto fisso, ma l' efficienza è più bassa ed i grattacapi abbondano.
In pratica dovresti preriscaldare bel oltre il punto di fusione la carica e immetterla in uno dei 3 reattori finchè il catalizzatore non si avvelena.
A quel punto dovresti dirottare il flusso nel secondo reattore e flussare vapore nel primo.
Quando anche il secondo reattore si avvelena dovrai deviare la carica nel terzo reattore, deviare il vapore nel secondo ed immettere aria nel primo. E così via.
Dovrete quindi organizzare l' impianto in modo da recuperare calore in abbondanza per produrre tutto quel vapore e stare ben attenti a non insufflare aria prima del dovuto, altrimenti farete i fuochi di San Giovanni.
Inoltre il vapore deve essere sufficientemente caldo da non "freddare" il letto catalitico, altrimenti il successivo step di rigenerazione non potrà avvenire e tutto il processo si bloccherà. (NB la combustione con aria dei residui carboniosi serve sia a rigenerare il cat, sia a fornire il calore necessario al processo.)
La carica deve essere insufflata dall' alto, aria e vapore dal basso.
Le pressioni di esercizio sono di circa 2 atmosfere. Con i catalizzatori vi potete sbizzarrire: allumina, silice, argille, zeoliti, acidi di Lewis vari etc. l' importante è che sia roba acida.
Potreste provare a realizzare un reattore prototipo di piccole dimensioni su cui studiare il catalizzatore migliore per il vostro grasso e le condizioni operative più performanti (Partendo da una T di cracking di circa 500 C°).
Fisicamente dovrete prendere un bel cilindro di acciaio inossidabile, riempirlo con il cat. ed iniziare a fare delle prove, ma la porosità e la dimensione adatta dei grani dovrete estrapolarla da soli, lo stesso vale per le dimensioni definitive ed il tempo massimo per cui il reattore può lavorare prima di dover essere rigenerato.
Questo è l' impianto di cracking meno costoso di cui ho notizia, quindi, se l' efficienza vi soddisfa, non potete sperare di spendere di meno.
Spero non mi sia sfuggito nulla :)

Edited by DamnLarsen - 8/11/2013, 01:54
 
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view post Posted on 7/11/2013, 09:49
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Immane Rompiball

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Era l'idea che mi ero fatto io, solo che speravo, e tutt'ora spero, in qualcosa di più semplice. Non ti immagini nemmeno di cosa sono "incapaci" le aziende migliori che fanno impiantistica. Se pensi che qualcuno bravo ci sia e che sia io il paranoico ci sono mille ragioni per cui si riescono a fare delle raffinerie tipo ENI, SNAM, ecc... E nessuna di queste rimane in gioco per le aziende che fanno gli impianti. In altre parole, anche se è difficile spiegarlo semplicemente, gli impianti vengono progettati da pochi ingegneri sul pianeta, vengono ripresi da decine di ingegneri di società di engineering, rielaborati da centinaia di tecnici, sottoposti a studio e a direttive/norme ecc... seguiti dalle aziende comittenti, e solo a questo punto entrano in gioco le aziende che costruiscono senza sapere perchè, tubature, reattori, accumulatori, scambiatori, ecc...
Fammici pensare un pò su... :wacko:
 
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view post Posted on 9/11/2013, 15:30
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Law te la butto li: ma un impianto di pirolisi mediata da microonde no?
E' un approccio relativamente nuovo su cui sono in corso molti studi. Le plastiche ed i copertoni vengono praticamente trasformati in petrolio.
Non sarebbe necessario preriscaldare alcunché (se non per fondere il grasso in modo da farlo passare dai tubi), si opererebbe a pressione atmosferica, il cat. può non servire e se servisse si tratta di limatura di ferro...
L' inerzia termica dell' impianto viene completamente eliminata.
Per una piccola verifica ti basta il microonde di casa qualche altra carabattola da due soldi. Se funzionasse avresti modo di lavorare tu stesso sul generatore di microonde senza affidarti troppo ad estranei.
 
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view post Posted on 11/11/2013, 09:24
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Immane Rompiball

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Uhm... uhmmm... mumble muble... :unsure:

Quindi, in sintesi, riscaldano semplicemente il grasso si produce il cracking? Perchè con le microonde si ottiene semplicemente il riscaldamento del grasso in questione. Sapevo che con un arco di plasma si "smolecolarizza" tutto però un conto sono le temperature raggiunte da un arco ed altra cosa sono quelle raggiungibili in cavità di risonanza. Anche se credo che 500°C si possano raggiungere dentro un contenitore di vetro, già, perchè poi, c'è questo problema e poi l'energia utilizzata per il microonde non è che mi costa un patrimonio ammazzando il rendimento totale? Come avviene per i gassificatori a plasma?
Comunque, è una prova da fare... :unsure:
 
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