Cranked Box

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svalvolman
view post Posted on 15/6/2014, 19:21




In musica, si sa, non ci sono regole precise...o per lo meno, spessissimo quelle che si possono chiamare tali, vanno addirittura controcorrente a quelle che sono le forme canoniche elettroniche.
Si gioca con le coloriture armoniche e con le distorsioni anzichè cercare di debellarle. Si agisce pesantemente su timbriche e componentistica per ottenere quelo stato di "tirato" dalle valvole. Altoparlanti caricati poco e male, che rispondono in modo assolutamente incostante in frequenza sono graditissimi, così come molte altre soluzioni, che di regola sarebbero discutibili.
Volevo porre alla vostra attenzione una di queste idee strampalate, che mi ha dato però molta soddisfazione.
Tutto è partito da un' idea: Emulare il suono dei vecchi amplificatori messi a manetta (i Marshall JTM/JMP, per esempio) senza farsi arrestare e bruciarsi le orecchie. Un qualcosa di semplice, che funzionasse bene e che si potesse usare a casa, magari per studiare o registrare in studio.
Chi suona sa benissimo che volume folle può sviluppare uno di quegli ampli in saturazione, univocamente al fastidio arrecato al resto della band e ai vicini di casa.
Il suono che ne scaturisce è il migliore in assoluto, certo, per via delle sue qualità di risposta alla dinamica e per quella pasta sonora selvaggia che aggredisce l' ambiente...però ai fatti risulta impraticabile.
L' uso di un attenuatore è controverso, perchè comunque svilisce la risposta della cassa e l' interazione della stessa con l' amplificatore (dovuto al basso damping factor).
Ho pensato di seguire la filosofia di base del sistema e di traslarla in formato stomp box e... niente valvole tanto per cambiare (zero cure e manutenzioni). E poi economico, robusto, sicuro e performante.
Ed ecco che è nato questo piccoletto: l' ho chiamato "Cranked box". Due sole manopole e via, andare! Dispone di un' uscita PREAMP, che permette al suono di essere riamplificato e/o trattato esternamente.
Eccolo quì:
jpg

Un piccolo ampli MONOCANALE che sviluppa circa 2,5-3Watt RMS e che si può saturare alla grande!
La risposta alle dinamiche d' ingresso è eccellente: anche se messo a chiodo, basta abbassare il volume della chitarra per schiarire il suono, fino a renderlo praticamente pulito.
Si tratta di un vero, verissimo push-pull, che ricalca in piccolo la circuiteria classica dei vecchi ampli, ovviamente riadattata ad hoc, per la differente scelta della componentistica (Fet e Mosfet).
La soluzione più originale, però, risiede nel trasformatore d' uscita adottato. Ho scartato a priori la possibilità di farne avvolgere uno apposito, sin da subito: Avrebbe reso il progetto ostico, mentre io volevo che si potesse replicare immancabilmente e che il suddetto trasformatore fosse, per così dire, un modello economico e "universale", facilmente reperibile da chiunque
Et voilà: Ho usato perciò un modello comunissimo da rete, di quelli appunto universali a più uscite; un ricambio GBC (a catalogo è il tipo da 500mA).
Sacrilegio!!
E di regola questa soluzione farebbe inorridire chiunque abbia conoscenza della materia.
Un trasformatore da rete, infatti, è difficile da far funzionare degnamente come uscita perchè ha innanzitutto una scarsa induttanza sul primario (le basse frequenze vanno a farsi benedire, subito); primario e secondario sono accoppiati senza stratificazioni e/o tutti quegli accorgimenti che fanno un buon TU tale; Il comportamento in frequenza è particolarmente accidentato (il mio GBC, sotto i 300 Hz carica tantissimo, mentre dopo i 5Khz la sua impedenza aumenta paurosamente) e la linearità di conseguenza è pessima...
Ne consegue che per sfruttare bene i difetti di questo componente e renderli pregi musicali, va fatto in modo che il circuito si cucia addosso ad esso (e non il contrario, come si fa di solito).
Ecco che allora i due Mosfet finali devono lavorare a guadagno variabile con la frequenza (entro un certo limite, ovviamente), offrendo comunque anche potenza al variare del carico. Questo soprattutto sulle basse frequenze, dove il piccolo trasformatore GBC ha perdite elevate e caratteristiche davvero pessime.
Anche la corrente a riposo dev' essere ben calibrata, per ottenere la piena modulazione magnetica e per impedire che già alle frequenze medie ci siano dei fenomeni prematuri di decadimento.
Grazie a questi accorgimenti, i risultati sono stati (quasi inaspettatamente) ottimi; addirittura la punta di enfasi sui 3Khz circa, è non solo la benvenuta, ma si integra perfettamente e completa di una bella presenza la "voce" di questo piccolo ampli.
Con l' amico Paolo, ho registrato qualcosa col cellulare a mo' di sample. Si può notare che il tutto era ancora allo stato di groviglio sperimentale su bread-board...

http://www.mediafire.com/watch/zx877n9hgnr...4_xvid_xvid.avi

Che dire: non male!
Spero di aver dato un buono spunto a qualcuno, magari per una replica personale del progetto.
Ciao uagliòooooo :woot:
 
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view post Posted on 15/6/2014, 21:01
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Noioso

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Complimenti!!!! :D
Comunque anche io ho utilizzato trasformatori di alimentazione come TU in ampli da chitarra... La creatura di cui sono più orgoglioso utilizza un toroidale 220V-12V e viaggia alla grande!!! In pratica un mini JCM800 da 10W ;)
 
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svalvolman
view post Posted on 16/6/2014, 09:51




Ciao Larsen
Uhm: un trasformatore toroidale usato "a crudo" su un single-ended? Immagino che distorca abbastanza :lol: Il fatto è che il nucleo, non avendo traferro, si satura mooolto prematuramente (a parte il fatto che i toroidali in particolare sono rognosi con le correnti continue). Di solito chi lo usa lo accoppia in AC tramite un grosso condensatore e lo pilota con un SRPP o un inseguitore a simmetria complementare. Beh, se ti piace quello che viene fuori, perchè no :B):
A conti fatti la prima distorsione incisa della storia, nel 1958, fu frutto di un' avaria accidentale all' amplificatore...
Io ho preferito optare per la tipologia push-pull, così per lo meno il suono resta più spoglio da questi problemi (uguali correnti sui due rami, magnetizzazione statica uguale zero) e rende la saturazione relativamente più aggressiva e progressiva, con un buon margine di suono pulito.
Diciamo che mi interessava sì la saturazione, ma anche la risposta dinamica al segnale in ingresso.

Edited by svalvolman - 16/6/2014, 11:13
 
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view post Posted on 16/6/2014, 18:30
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Ciao :)
Si, ho usato un toroidale nudo e crudo!!! Prima di montarlo mi ero fatto due conti e spannometricamente avevo previsto che non ci sarebbero stati problemi... In effetti è andata bene! A gain basso suona pulitissimo, a gain a manetta ottengo il classico crunch degli ampli anni '70 in saturazione! Siccome ogni scarrafone è bello a mamma sua l' ho anche fatto provare ad un paio di amici chitarristi, tutti e due sono rimasti sorpresi! :D
Qui trovi tutta la genesi, dalle prime elucubrazioni fino allo schema finale :) https://thegeniusworkshop.forumcommunity.net/?t=55519843
 
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svalvolman
view post Posted on 17/6/2014, 06:19




Interessante :)
Avevo fatto una cosa simile col "balls breaker" (che ho ripristinato con le immagini). Mi piace spesso prendere rottami e trasformarli. Per lo meno apparecchi squassati e destinati a chissà quale morte ingloriosa in discarica, possono tornare a vivere. Ah! Le vecchie fonovalige della LESA
nostalgia di tempi abbastanza remoti ormai.
Comunque è sempre bello vedere che un musicista costruisca da se la propria strumentazione. Una bella cosa. Complimenti
 
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view post Posted on 17/6/2014, 10:24
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Noioso

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Grazie :D, peccato che con la chitarra sia più imbranato di una foca monaca (non che con l' elettronica sia un genio, sia chiaro).
Comunque mi sono fabbricato anche un paio di distorsori e sto cercando le molle per un riverbero vecchio stile :)
In pratica uso la chitarra come scusa per trafficare con valvole e transistor :D
 
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svalvolman
view post Posted on 17/6/2014, 18:05




Beh, non posso certo biasimarti.
E' un classico :)
Quando ero ragazzino io ho unito le due cose che amavo: l' elettronica e la musica. Il resto è venuto praticamente da se.
 
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6 replies since 15/6/2014, 19:21   104 views
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