CITAZIONE
Sono già 6 esercizi che non riesco a svolgere a causa di questo maledetto n.q. Magnetico.
Lo credo bene
Gli orbitali con stesso valore di n ed l sono degeneri in energia (lasciando perdere ibridazioni e split dovuti al campo dei leganti). Ergo, l'elettrone p dell' atomo di boro (per esempio) può tranquillamente occupare uno qualsiasi dei 3 medesimi orbitali. D' altra parte non ha nessun senso cercare di stabilire in quale orbitale p si trovi l' eletrone, questo perchè il numero magnetico quantizza la componente del momento angolare lungo l' asse z (per convenzione, perchè passando in coordinate polari la componente del momento angolare di z risulta la più maneggevole come espressione matematica). Va da se che cambiando la convenzione cambierebbe il valore di m dell' orbitale in questione.
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Nel caso di un sottolivello più grande tipo “f” ? Che lettere utilizzo?
Non lo so, gli orbitali f sono come la Siberia: tutti sanno dov'è, ma nessuno ci vuole andare. Apparte gli scherzi, utilizzerai le solite 3 lettere combinate variamente tra loro (gli orbitali oltre i p hanno una risultante vettoriale mista e non possono essere espressi in base ad un solo asse di riferimento)
Nel caso dei d, per esempio, abbiamo: dxy dxz dyz dz2 dx2-y2
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Poi, un'altra questione: sui libri, gli elettroni con spin negativo sono indicati con la freccia “in giù” e quelli con spin positivo con la freccia “in su”. E, l'ordine di riempimento, secondo il libro, è prima quelli con spin positivo (freccia in su) e poi quelli con spin negativo (freccia in giù). La professoressa, dice l'esatto contrario, ovvero, che l'ordine di riempimento è prima quelli negativi e poi quelli positivi. Vorrei fare chiarezza una volta per tutte, visto che a breve avrò un test “di inizio anno"
Non c'è nessuna differenza fisica nello scrivere gli elettroni "tutti su" o "tutti giù"!!! Gli autovalori di spin (+1/2 e -1/2), anche in questo caso, sono degeneri in energia e, a meno di non applicare un campo magnetico esterno, la distribuzione statistica dei due autostati è assolutamente equiprobabile (ed indistinguibile). In poche parole, che tu metta le freccine giù o su, non cambia assolutamente nulla! L' importante è tu non ne metta due girate nello stesso modo e nella stessa casella, questo per rispettare il principio di esclusione. Se la prof dice il contrario, non sa la chimica!
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Infine: perché la configurazione elettronica che scrivo io (seguendo il diagramma a frecce che indica l'ordine di riempimento in base all'energia del sottolivello) non sempre coincide con quello della T.P. ?? E questo, è proprio il “pungiglione” dell'insegnante... se copi la configurazione elettronica direttamente dalla T.P., se ne accorge, se la scrivi te, no
Questo perchè gli elettroni, in un atomo riccamente popolato, iniziano a subire delle repulsioni non trascurabili indotte dal loro stesso campo elettrico che modificano le loro energie totali (la somma di pezzi che sta nel famoso operatore hamiltoniano). Per questo motivo uno stato ad n maggiore (in teoria più energetico), può rivelarsi paradossalmente più stabile di un altro stato n-1 afflitto da forti repulsioni. Se ci fai caso, le deviazioni dal riempimento canonico riportate nelle configurazioni elettroniche della T.P., inizieranno dal terzo periodo in poi (se non ricordo male), ovvero quando nell' atomo sono presenti abbastanza elettroni da generare repulsioni notevoli.
Le repulsioni degli elettroni sugli altri elettroni sono il motivo per cui non si può risolvere esattamente l' equazione di Shroedinger per atomi non idrogenoidi (con un solo elettrone).
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E, la lunghezza d'onda di un elettrone, per caso coincide con la lunghezza d'onda del fotone che emette quando “salta” da un livello energetico più alto ad uno più basso? Altrimenti come si calcola?
No, la lunghezza d' onda associata ad un elettrone non ha nulla a che vedere col fotone necessario a promuovere detto elettrone da qualche altra parte.
Detto questo un elettrone, in determinate circostanze, esibisce un comportamento prettamente ondulatorio. Come un onda elettromagnetica, in determinate circostanze, esibisce un comportamento prettamente corpuscolare (vedi effetto fotoelettrico).
Più precisamente, ogni particella materiale è dotata di una propria lunghezza d' onda espressa dalla seguente relazione: \lambda = h/p dove h è la costante di Plank e p l' impulso di detta particella (ovvero il prodotto tra massa e velocità).
Qui trovate una spiegazione per sommi capi di quello che sto scrivendo:
http://it.wikipedia.org/wiki/Ipotesi_di_de_BroglieCon buona pace di Law
garantisco a tutti che un fascio di elettroni può generare figure di diffrazione ed interferenza al pari di un onda elettromagnetica ed una prova sperimentale vale più di cento discorsi. Anzi, vi cerco qualche foto
Qui, oltre alla classica foto riportata su tutti i libri di quantomeccanica, trovate anche delle spiegazioni semplici ed esaustive, fino al calcolo della lunghezza d' onda di un corpo materiale di 1 Kg
www.openfisica.com/fisica_ipertesto...pia_materia.phpAggiungo una mia postilla alla fine di tutto questo papiro: abituatevi a non pensare all' elettrone come ad un corpuscolo carico. Normalmente questo modo di pensare può facilitare la comprensione intuitiva di molti aspetti legati alla struttura atomica, ma sotto molti altri aspetti si rivela fallimentare... Faccio presente che anche lo spin (nucleare o elettronico che sia) non ha equivalenti in meccanica classica.. . In realtà l' elettrone è.... ehm, è... Boh, una cosa di cui si possono solo osservare gli effetti! Trattatelo come una distribuzione di probabilità attraverso il formalismo matematico delle funzioni d' onda e vivrete sereni
Edited by DamnLarsen - 26/9/2014, 17:13