Ecco lo schema delle 2 configurazioni con la relativa spiegazione.
Innanzi tutto consideriamo il circuito a sinistra, classica configurazione ad emettitore comune.Per semplificare i calcoli per il momento consideriamo che la resistenza R3 abbia valore di 0 ohm e che quindi l'emettitore di Q1 sia collegato a 0V.
Ammettiamo di avere una tensione d'ingresso di 2V, applicata fra Vin e 0V.
Consideriamo che la tensione base-emettitore del transistor (Vbe) sia di 0,6V, valore sicuramente molto vicino a quello reale di un transistor al silicio.
La corrente di base sarà data dalla seguente formula: Ib = (Vin-Vbe)/R1 = (2-0,6)/100K = 0,014mA
Dal data sheet del BC337 vediamo che l'hfe (Ic/Ib) minimo è di 100.
La corrente di collettore Ic sarà data da: Ic = Ib * hfe = 100*0,014mA = 1,4mA
La tensione VR2 sarà data da: VR2 = Ic * R2= 10K * 1,4mA = 14V
Supponendo di avere +VDC = 24Vcc la tensione misurabile fra Vout e 0V sarà data da: Vout = 24 - 14 = 10V
Ricapitolando con 2V in ingresso in uscita abbiamo 10V.
Ammettiamo ora che la tensione Vin passi da 2 a 2,1V, con un incremento di 0,1V.
La Ib sarà ora pari a: Ib = (Vin-Vbe)/R1 = (2,1-0,6)/100K = 0,015mA
La Ic sarà quindi: 0,015mA * 100 = 1,5mA
La tensione VR2 sarà ora data da: VR2 = Ic * R2= 10K * 1,5mA = 15V
La tensione Vout sarà Vout = 24 - 15 = 9V
Abbiamo quindi che con la variazione della tensione d'ingresso di solo 0,1V abbiamo avuto una variazione di uscita di 1V, con un'amplificazione di 10 volte.
Fino ad ora abbiamo trascurato la R3 ma se provassimo di inserirla cosa otterremmo? La R3 è percorsa da una corrente Ie data dalla somma di Ic e Ib e crea una caduta di tensione data da R3 * Ie.
Si può quindi dire che tanto più è alta la corrente Ic (Ib è trascurabile, visto che a causa dell'hfe è 100 volte più bassa di Ic) tanto più è alta la VR3.
Questa VR3 influenza la Ib dato che si ha: Ib= (Vin-Vbe-VR3)/R1
Se la Ib tende a calare anche la Ic scende, diminuendo la VR3 e facendo aumentare la Ib, che a sua volta incrementerà la Ic facendo nuovamente aumentare VR3 e calare Ib.
Praticamente la R3 stabilizza la corrente di base Ib evitando che diminuzioni di Vbe (date, ad esempio, dalla temperatura, che fa calare la Vbe di circa 2,1mV/°C) possano aumentare la corrente Ic creando scompensi al circuito.
R3 funge quindi da retroazione.
La cosa interessante di questa configurazione è quella di amplificare il segnale in modo invertente, nel senso che se la Vin aumenta la Vout diminusice (e viceversa).
Passiamo ora alla configurazione a collettore comune (figura più a destra).Se riprendessimo la Vin dell'esempio precedente avremmo la seguente condizione:
Vout = Vin-Vbe = 2V-0,6V = 1,4V
La corrente IR4, che è poi la Ie è data da: Ie = Vout/R4 = 1,4 / 100 = 14mA
Vediamo ora cosa succede considerando che Vin aumenti a 2,1V.
Se riprendessimo la Vin dell'esempio precedente avremmo la seguente condizione:
Vout = Vin-Vbe = 2,1V-0,6V = 1,5V
La corrente IR4, che è poi la Ie è data da: Ie = Vout/R4 = 1,5 / 100 = 15mA
Abbiamo quindi una proporzionalità diretta fra tensione d'ingresso Vin e corrente di uscita Ie / tensione d'uscita Vout. Quando aumenta la prima aumenta anche la seconda, al contrario di ciò che succede col circuito a'emettitore comune.
A cosa serve un circuito del genere, considerando che la tensione di uscita è sempre leggermente inferiore a quella d'ingresso, quindi non più alta come succedeva nell'emettitore comune? (Vin-Vbe = Vin-0,6V)
Considerando che la corrente Ib è hfe volte inferiore alla Ie si ha che la sorgente Vin, per pilotare un carico che assorbe corrente di 14-15mA, deve erogare solo Ib = Ie / hfe = 14mA / 100 = 0,14mA, decisamente più bassa di quella richiesta dal carico.
Il circuito a collettore comune è quindi un amplificatore di corrente (buffer).