Saldatore a stagno

Di segreti non ce ne sono molti.

Oltre al fatto di usare stagno di buona/ottima qualità (con disossidanti non troppo corrosivi) e ad evitare l'utilizzo di temperature molto alte quando non strettamente necessarie (che danneggiano non solo la punta dello stagnatore, ma anche i componenti e i circuiti stampati), c'è da stare molto attenti a come si pulisce la punta.

Prima cosa da non fare: non usare mai lime, carta vetrata o materiali abrasivi per pulire la punta. Per i primi 1-2 minuti ti sembrerebbe di avere fatto la scoperta della tua vita , mentre dal 3° minuto in poi capisci che è meglio che rinunci a suggerire ad altri tale soluzione.

Se la punta è sporca puoi usare, oltre alla classica spugna umidificata per stagnatori, le spugnette in acciaio inox per pulire i tegami dalla leghe cibo-tegame
Ricorda che la punta la devi sfregare sulla spugnetta, non viceversa (non tanto per motivi di "precedenza", quanto piuttosto perchè devi sfregare poco e con poco vigore, cosa che ti viene in automatico quando la spugnetta è ferma e hai lo stagnatore in mano), mentre se tieni fermo lo stagnatore con una mano e impugni la spugnetta con l'altra rischieresti di considerare la punta come il fondo di un tegame particolarmente incrostato, mettendoci troppo vigore e asportando tutto il trattamento superficiale.

Se ti rendi conto che la pulizia non ottiene i risultati sperati (nel senso che la punta è già ossidata), puoi usare gli appositi prodotti come questo

Non fa i miracoli, nel senso che una punta non tornerà nuova e dovrai rifare il trattamento abbastanza spesso, ma funziona bene nella maggioranza dei casi e sciuramente non ti trovarai ad avere la punta stagno-repellente.


Potrei dirti "tutte e nessuna" oppure "dipende da cosa devi stagnare". Il fatto è che se devi saldare qualcosa di grosso (es. connettori faston o ampie zone di rame/ottone o peggio ferro) ti serve una punta grossa, altrimenti devi usare punta sottili (1,5-2mm di dimensione per la stragrande maggioranza dei componenti elettronici).
Se poi devi saldare i componenti smd punte extrafini (0,5-1mm).

Ci sono poi le varie filosofie: punte coniche corte, punte coniche lunghe, punte a scalpello, ...... a coda di maiale, a zoccolo di gnu, ecc.
Normalmente io uso le coniche corte, perchè il calore si disperde meno passando dallo stilo all'estremità, ma se devi stagnare in condizioni sfortunate devi talvolta usare quelle lunghe per evitare di cucinare quello che c'è attorno.
Quelle a scalpello non le uso ormai da anni, perchè non trovo grossi vantaggi ad utilizzare un qualcosa di asimmetrico, che ti costringe ad impugnare lo stagnatore sempre nello stesso modo (se lo ruoti anche solo leggermente la parte piatta non è detto che vada dove ti è più comodo).

Ricorda inoltre che è meglio usare una punta più grossa e avere temperature più basse piuttosto che usare una punta fine e poi dovere alzare la temperatura a 400-450°C per riuscire a riscaldare a sufficienza il pezzo da saldare.

Vale comunque il discorso che siamo tutti diversi l'uno dall'altro, quindi la cosa migliore sarebbe provarne vari tipi e scegliere poi come definitiva quella che ci sembra migliore (se esistesse la punta migliore in assoluto non costruirebbero più le altre )

E' meglio ancora, dato che è più tenero dell'acciaio e corri ancora meno rischi di rovinare la punta.


E' indifferente. L'importante è che non fai affidamento sullo stagno già presente quando riaccenderai lo stagnatore e comincerai a saldare: lo stagno già scaldato e con disossidante evaporato non aderisce bene alle superfici, quindi verrebbero fuori delle saldature , o, peggio ancora, apparentemente fatte bene, ma che poi si rivelano , ossidandosi e staccandosi.
Quando riaccendi il tutto e lo stagnatore raggiunge la giusta temperatura devi pulire la punta prima di usarla per stagnare nuovamente.

Non ci sono accorgimenti da prendere se non......imparare a saldare bene.