Hai sempre delle domande che implicano risposte semplici
Hai scelto un alimentatore che è un vero casino!!!
Aggiungiamoci pure che molti dei semiconduttori usati sono giapponesi (vedi transistor 2SC5763) e la cosa si complica.
Partiamo dalla sinistra, in particolare dal gruppo che comprende da un lato F1 e dall'altro C1 e C2.
CX1, L3 , CY1 e CY2 formano il filtro a pigreco che attenua i disturbi generati dal convertitore.
BD1 raddrizza la tensione, filtrata poi da C1 e C2. Z1 e Z2 dovrebbero essere 2 varistori che spengono gli eventuali picchi di tensione (spikes) che arrivano dalla rete e che potrebbero distruggere quello che c'è a valle.
La parte di Q3, T3 & c. è interessante, perchè funge da mini-alimentatore da cui è ricavata la tensione di 5V sempre presente. T3 funge non solo da trasformatore di isolamento, ma crea anche, tramite l'avvolgimento più in basso e i componenti attivi e passivi (diodi, resistenze, condensatori e transistor) un circuito autooscillante che, tramite D19 e C24, la tensione di 8-9V che entra nel 7805 e una tensione a 18V per alimentare la parte principale del regolatore, che però, quando l'alimentatore è acceso tramite il comando inviato al filo GREEN, si alimenta anche attraverso D16, che riporta indietro parte della tensione ricavata dal +12V/-12V.
A generare il PWM necessario per pilotare i transistor finali c'è
l'integrato DBL494 che è un regolatore switching a 2 uscite abbastanza tipico (esiste ad esempio anche
l'integrato SG3524.
La retroazione, necessaria per rendere stabile la tensione d'uscita, è fornita sia dalla parte del DBL494legata ai pin 1,2,15 e 16, sia dai comparatori di tensione contenuti nell'integrato A2 (LM339). Pur non avendo ragionato approfonditamente su questa parte di circuito (peraltro decisamente incasinata), direi che siano le tensioni prelevate da ZD2, ZD3 e ZD4 a fare da feedback al circuito, costringendolo ad cambiare il PWM in base a quello che sta rilevando sulle 3 uscite.
Il DBL494 non pilota direttamente i transistor finali Q1 e Q2, ma lo fa attraverso Q7 e Q8 che pilotano il trasformatore T2.
Questo trasformatore permette di controllare i transistor finali pur mantenendo isolata la tensione derivata dalla rete a 230V (tensione ai capi di C1+C2) da quella di uscita, ricavata dall'uscita di T1.
Le tensioni di uscita, dopo essere state raddrizzate dai rispettivi diodi e filtrate dai corrispondenti condensatori, passano attraverso le bobine L3/L7, che, insieme ai condensatori C13-C19, filtrano ulteriormente la tensione, attenuando gli spikes generati dal PWM.
L'ultima parte è quella di raffreddamento tramite ventola, gestita in base alla temperatura rilevata dal componente SNTC.
In uno switching come questo ci sono diversi punti critici (nel senso che devono essere progettati bene e questo può rivelarsi complicato): innanzi tutto trasformatori (soprattutto T1), che devono essere calcolari con precisione e realizzati in modo ancora più preciso (rispettando le geometrie del nucleo e degli avvolgimenti, usando eventualmente il filo litz e facendo in modo che l'isolamento fra primario e secondario si decisamente buono).
Seconda cosa è la catena di retroazione, che non è facile da calcolare (e penso che abbiano fatto prove su prove per realizzare un prototipo funzionante).
Per il momento direi di avere detto un po' tutto. Spero di essere stato chiaro.