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| A parte la teoria del "costo del condensatore" e della disponibilità tecnologica di Dario. Negli anni 70 un condensatore da 500uF per un alimentatore a 12V era la norma. Uno da 1000 uF era un lusso, due o più da 1000uF perchè di più grossi non se ne trovava, era da solo da Trump. Ora un condensatore da 20000uF 25V se ti cade in terra non lo trovi più, e se lo compri hai l'iscrizione automatica per fare l'ISEE e ricevere a casa il pacco di sostentamento della Caritas. Ma a parte queste ragioni socialfinanziarie, devi pensare ad una cosa semplice sulla quali i libri di solito non pongono molto peso, non la spiegano bene perchè è troppo semplice oppure è un segreto militare o sostenuto da qualche organizzazione segreta. La corrente nel diodo raddrizzatore non passa fino a quando la tensione tra massa e anodo non supera del valore della CDP AK la tensione ai capi del condensatore. Poi, a seconda delle curve del diodo l'inizio della conduzione può essere lento o veloce e questo è quello che determina la tua dI/dt. Se conderi che il tempo di ripetizione del fenomeno è quello del periodo di rete 20mSec (@50Hz) questo è il tempo durante il quale il condensatore si può scaricare e la successiva "botta" di conduzione. Se il tempo di scarica (costante di tempo RC) diventa bassa il tempo di conduzione è lungo e la corrente proporzionalmente più alta. Rivelato il segreto di frate Cipolla....
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